25.

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<< Mi dirigo a passo svelto verso il mio misterioso futuro marito, tentando di non farmi riconoscere da nessuno.
Riesco a superare qualche guardia e mi nascondo dietro la carrozza dei miei genitori, che sono usciti per andare a fare una passeggiata.
Un inserviente sembra venire nella mia direzione e penso di essere fregata, ma poi qualcuno lo chiama e si ferma di colpo.
Riprendo la mia fuga correndo verso l'uscita della villa.
Ho cinque minuti scarsi per arrivare al punto di incontro per cui non rallento e supero velocemente una famiglia - solo un bambino sembra riconoscermi perché dice qualcosa alla madre che però lo ignora.
Quando finalmente raggiungo le cascate ho il fiatone, ma la loro bellezza mi fa sorridere.
Mi siedo su una panchina lì davanti e chiudo gli occhi godendomi i raggi di sole del pomeriggio.
D'improvviso qualcuno mi posa delicatamente le mani sugli occhi e nella mia testa brulicano mille punti interrogativi.
Quando mi alzo e mi volto resto senza parole.
Alexander White è lì, davanti a me, in tutta la sua magnificenza.
Poi però ricordo le sue parole dure, i giorni passati a piangere e scatto senza pensarci mollandogli uno schiaffo in pieno viso.
" Che ci fai qui, brutto vigliacco? Hai intenzione di scaricarmi di nuovo? " Lui si gratta la fronte con fare nervoso e sospira.
" Non sono stato del tutto sincero con te, Ruben " ammette sedendosi e invitandomi a fare lo stesso.
" Volevo dirtelo di persona, prima che tu lo sappia in un altro modo " una strana ansia inizia a salirmi, non riesco a capire dove vuole arrivare. " Vedi io non sono quello che credi " abbassa il viso e sembra avere uno sguardo perso, " noi non potremo mai stare insieme " aggrotto la fronte, " cosa vuoi dire? " sento che c'è qualcosa sotto, che vuole togliersi un peso. " Io sono ", " principe! Non posso credere di incontrarla qui " urla una donna, dirigendosi nella nostra direzione. " Cosa?! " scatto in piedi, " sei l'uomo che dovrò sposare? Mi hai mentito per tutto questo tempo? E perché hai affermato che ho un principe che mi aspetta? ". " Speravo di poter trovare un sostituto, un principe più degno di me, purtroppo però è troppo tardi " inizio a piangere a queste parole, " perché parli così? Dimmelo. Mi hai sempre guardata come fossi l'ultima sorgente d'acqua in un deserto e ora non vuoi sposarmi? " stringe i pugni e serra la mascella per poi voltarsi dall'altra parte, ma io non lo permetterò un'altra volta, non può andarsene di nuovo >>.

Il parco scelto per il falò era grande, allestito da luci colorate posizionate tra gli alberi e grandi teli posti sul prato, per potersi sedere. La musica era ad un livello accettabile e alcuni pezzi erano coinvolgenti, Blake sorrideva sereno a diverse persone, era qui da poco e conosceva più gente di me. << Se vuoi chiacchierare un po' con i tuoi amici fai pure, i-io vado a prendere qualcosa da mettere sotto i denti >> gli dissi, non volevo essere un accollo. << Ne sei sicura? >> chiese intrappolandomi nei suoi occhi verde smeraldo, stupendi. Annuii e mi allontanai dirigendomi ai banchi del cibo afferrando una pizzetta bianca e versandomi un bicchiere di Sprite. << Chi si rivede >> mi voltai e vidi un ragazzo alto dai capelli biondi e gli occhi color nocciola, ma certo, il cameriere del bar della scuola! << Ei >> lo salutai non sapendo bene cos'altro dire, << co-cosa ci fai qui? >> inarcò un sopracciglio, << conosco diverse persone, sono qui con i miei amici >> spiegò addentando una tartina, << e lei? >> risi, << puoi darmi del tu adesso >> sorrise anche lui e gli si formarono delle adorabili fossette, << lo so, ma volevo vedere la tua reazione >> risi di nuovo, era simpatico. << Diana >> sentii chiamarmi e in un secondo il mio protettore era accanto a me, << chi è il tuo nuovo amico? >> chiese in un modo tutt'altro che amichevole. Mi schiarii la voce, << Blake, lui è... >>, << Nathan >> disse allungando una mano, Blake gliela strinse, probabilmente un po' troppo forte, perché il barista fece una smorfia di dolore. << Okay, basta così >> dissi e lui mollò la presa, << sai, stanno iniziando i balli >> mi fece notare Nathan, << esatto, infatti mi stavo chiedendo se ti andava di buttarci >> si intromise il mio protettore. << No grazie >> li liquidai sorpassandoli e mi andai a sedere su uno dei teli. Insomma perché tanta scena? Stavo solo parlando con un ragazzo e Blake non era di certo il mio.
<< Ei >> mi voltai di scatto e feci per alzarmi, ma Lucia mi afferrò un braccio: << aspetta, ho bisogno di parlarti. Meriti delle spiegazioni >> questa frase l'avevo già sentita, perché se ne accorgevano tutti dopo?
<< Potevi pensarci prima >> ribattei, ma non mollò la presa, << ti prego, dammi un'ultima chance >>.
La fulminai con lo sguardo: << ascolterò quello che hai da dirmi, ma non torneremo amiche. Mai più >> sospirò.
Mi lasciai ricadere per terra senza riuscire a non pensare che avevo un hole accanto a me.
Un hole, la sua razza mi aveva aggredita e lei pretendeva forse comprensione?!
Rimasi in silenzio incrociando le braccia al petto.
<< Bene, per cominciare il mio vero nome è Iride >> alzai gli occhi al cielo.
<< Ascoltami, sarò diretta: ti stanno tutti col fiato sul collo >> aggrottai la fronte, << gli hole ti vogliono morta e avevano mandato me per farlo.
Inizialmente, i primi anni, non ero lì per te, ma per... Altre questioni >> rabbrividii al pensiero che avesse fatto del male a qualcuno.
<< Ma da quest'anno qualcosa è cambiato, i capi si sono fissati con te e le motivazioni sono riservate.
In ogni caso, io dovevo avvicinarti a me in modo che ti fidassi per poi farti fuori. Avrei dovuto ucciderti la prima volta che siamo uscite insieme >> a questa affermazione spalancai la bocca, stupita.
<< Sono stata una sciocca a darti retta >> scossi la testa ripensando a come ero felice di aver fatto dei passi avanti.
Non erano solo paranoie le mie, a quanto pare non potevo realmente fidarmi di nessuno.
<< Sei ancora viva perché... Io non credevo di poter mai provare affetto per un essere umano, invece tu sembravi capirmi in qualche modo, è come se in fondo ci assomigliassimo >> sorrise.
Brividi di disgusto mi attraversarono, << provo solo ribrezzo verso quelli come te. Non so cosa vogliate da me, ma qualunque cosa sia cercatela da qualcun altro >> detto ciò mi alzai, ma lei mi seguí.
<< Tu non capisci! Devi stare con me se vuoi essere protetta, non sai di cosa siamo capaci. Io sono l'unica a tenere a te >> emisi una risata amara e senza neanche voltarmi risposi: << sta' tranquilla, ho già chi ci pensa e al contrario di te non mi mentirà mai >>.
Blake stava conversando con alcuni miei compagni di classe, quando mi vide piena di rabbia.
<< Balliamo, ora >> scandii prendendogli la mano con un po' troppa enfasi e trascinandolo dietro di me.
<< Tutto apposto? >> Domandò posando la mano libera sulla mia vita, in modo delicato.
<< Non mi va di parlarne >> accettò il mio silenzio e iniziammo a danzare.
La musica era dolce, di una melodia sinfonica, aggraziata.
Con una mano mi reggevo alla sua spalla possente, con l'altra stringevo la sua come fosse l'unica via di uscita ai miei problemi.
Mi fece girare, andavamo straordinariamente a tempo, mi chiesi come facevo a muovermi in maniera tanto naturale, pur non avendo mai preso lezioni di danza.
<< Qualunque cosa sia non pensarci ora, non vorrei ti rovinasse la serata >> ma io già me l'ero dimenticata, mi concentrai sui nostri passo e quando il suono si fece più lento e basso appoggiai la fronte al suo petto.
Mi accorsi di sentire i battiti del suo cuore, battevano ad un ritmo irregolare.
Mi chiesi se ero io a provocargli ciò o se il movimento, o ancora la sua vera natura.
Ballai anche quando i piedi mi urlavano basta e quando rientrai a casa non riuscivo a fare a meno di sorridere.
<< Buonanotte >> mi disse il mio protettore di fronte alla mia porta di casa, << ci vediamo domani >> e dopo aver lasciato un lento e caldo bacio sul palmo della mia mano, se ne andò.

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