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<< Scordatelo >>. << Andiamo Diana, è soltanto una piccola festicciola! Non ci sarà troppa gente >> mi assicurò, ma io non avevo intenzione di cambiare idea. << Insomma, Bella ha scommesso che non saresti venuta ieri pomeriggio e tu puoi dimostrarle che si sbaglia >> un flash back mi investì e mi sembrò di rivivere tutto: io che cedevo per cercare di farmi valere, lei che mi presenta un suo ' amico ' in discoteca e lui che mi offre un drink drogato, per poi provare a stuprarmi naturalmente. << Non ci verrei per nulla al mondo >> scossi la testa per scacciare il ricordo. La mattina seguente ricordavo poco, ero a casa mia senza rammentare come e chi mi ci avesse portata. Qualcuno mi aveva aiutata però, una persona aveva fatto in modo che un depravato non si prendesse ciò che non gli apparteneva. Mi ero svegliata senza lividi ne graffi, strano visto che ero stata picchiata, ma in quel momento avevo un mal di testa colossale e mi importava solo di essere sana e salva e che la mamma non mi avesse fatto domande. << Senti, non sarai da sola. Ci divertiremo e non dovremo pensare a nient'altro >> avevo la nausea al ricordo di quelle mani viscide che volevano costringermi a fare qualcosa che non volevo. << Ti prego, non ho nessun'altro con cui andarci e poi la organizza Susane, sai che è una ragazza apposto. Si terrà da lei, non in un locale e... cavolo, sembra di star parlando a mia madre >> risi mio malgrado. << Lucia >>, << solo stasera! Se non starai bene non insisterò più, davvero. Ce ne andremo quando vorrai tu, te lo prometto, anche solo dopo la prima mezz'ora se ti sentirai a disagio >> sbuffai, in fondo non potevo fare di tutta l'erba un fascio e poi era passato quasi un anno dall'aggressione. Stavolta ci sarei andata con qualcuno di cui mi fidavo, << Se mai accettassi >> iniziai ma non feci in tempo che lanciò un gridolino che avrebbe potuto stordirmi e allontanai il telefono dall'orecchio. << Scusa >> disse poi, << stavi dicendo? >> mi incitò a continuare. << Dicevo, che se mai dovessi accettare non saprei comunque cosa mettermi. Non ho vestiti in casa >> calò il silenzio e per un attimo temetti che fosse caduta la linea. << Ci sei? >> chiesi, ma lei attaccò subito a parlare: << come fai a non avere qualcosa di elegante? Ogni ragazza degna di questo nome dovrebbe averne, okay passerò io verso le sei e porterò tutto l' occorrente per prepararci e andremo con la mia macchina se ti va >>. << Sissignore >> scherzai provocandole una risata, era meraviglioso avere un'amica come lei, speravo solo che non se ne andasse.

<< Tesoro, bussano alla porta! >> mi urlò mamma dal piano di sotto svegliandomi, mi ero addormentata con la testa sul portatile. Stavo cercando il libro che ieri Blake mi aveva sottratto in modo da poterlo acquistare, ma non avevo trovato niente. Controllai l'ora, erano le cinque mezza, << Apro io, sarà l'amica di cui ti parlavo, probabilmente è arrivata con un po' di anticipo >> bofonchiai passandomi una mano tra i capelli, tentando invano di renderli decenti. Aprii la porta e sgranai gli occhi vedendo chi era venuto a bussarmi, << disturbo? >> chiese il mio odioso vicino di casa. << Sempre >> dissi tentando di sbattergli la porta in faccia, ma fu incredibilmente veloce e la bloccò con il piede. << Piacere cara, io sono la madre di >> si bloccò, incerta su come continuare. << Mamma lui è... >> feci, ma venni interrotta, << Blake Anderson >> disse lui entrando senza aver avuto il permesso e allungando la mano fingendosi cortese. << Oh, piacere >> disse lei aggrottando la fronte, tipico gesto che faceva quando studiava qualcuno. << Mi sono trasferito da poco qui di fronte e vado in classe con sua figlia >> spiegò, poi sorrise in una maniera a dir poco mozzafiato. Mia madre sembrò rimanere di stucco, << in questo caso, beh, accomodati >> cosa?! << Veramente io starei aspettando una persona >> le ricordai. << Non ci metterò molto, ero venuto a chiederti una cosa riguardante il nostro dibattito >> le guance mi si colorarono di rosso. << Quale dibattito? >> chiese la mamma, ma io lo afferrai per un braccio e lo trascinai in cucina ignorando la scossa che quel contatto mi trasmesse e il fatto che avesse dei muscoli impressionanti. Una volta entrati mi richiusi la porta alle spalle e incrociai le braccia al petto, fumante di collera. Lui si passò una mano tra i capelli con fare arrogante e prese parola: << sai, non ho molto tempo a disposizione neanch'io ma volevo farti una proposta >>. Rimasi in attesa che continuasse, << Vedi ieri, dopo aver preso quel libro in biblioteca >> il mio libro, << Ho provato a leggerlo ma diciamo che non ci ho capito molto >> ammise dandomi una piccola speranza. << Quindi me lo darai? >> chiesi illuminandomi in volto, << a una condizione >> avrei dovuto aspettarmelo. << Sarebbe? >>, << Considerato che quello che c'è scritto servirà ad entrambi voglio che lo leggi davanti a me e che mi spieghi ciò che dice >> spalancai la bocca, quindi trattava dell'argomento che avremmo dovuto tenere al dibattito. << Stai scherzando spero >>, << No e se non dovessi accettare, lo terrei in prestito fino a dopo lo ' scontro '. Sai, ho controllato online e visto che non è più disponibile, che peccato >> la rabbia prese a risalirmi. << S-sei solo un deficiente, ignorante figlio di >> mi interruppe di nuovo, << è la tua risposta definitiva? >> strinsi i pugni senza rispondere. << Bene, come vuoi >> disse andando verso la porta, << è stato un piacere secchiona >> il sangue mi ribolliva nelle vene, ma non aggiunsi nulla. Non avrei mai accettato di lavorare con lui, visto che dovevamo sostenere due opinioni diverse. << Arrivederci signora, grazie di tutto >> lo sentii dire e mi venne voglia di tirargli un pugno, ma mi trattenni rimanendo in mobile finché non sentii la porta chiudersi alle sue spalle. Tirai un sospiro di sollievo e spalancai il frigo afferrando una bottiglietta d'acqua improvvisamente accaldata, quando sentii suonare. No, basta. Questo era troppo. Corsi ad aprire, << Cosa cavolo vuoi adesso, brutto >> le parole mi morirono in bocca vedendo Lucia fissarmi sorpresa. Le guance mi si colorarono di sotto, << scusa, pensavo fosse qualcun altro. Entra pure >> lei accennò un sorriso e si presentò a mia madre, senza chiedermi nulla dopo. Io d'altro canto non ritirai fuori l'argomento, mi lasciai truccare e acconciare come meglio credeva, qualsiasi cosa pur di non pensare a quello sbruffone.

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