18.

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<< I-io... >> Le parole mi rimasero bloccate in gola.
<< Penso che sia una conversazione privata >> disse Will facendo cenno alla moglie e alla figlia di spostarsi in un'altra stanza.
Quando rimanemmo del tutto soli Blake mi sorprese riavvicinandosi a me, << so che ci sono tante cose che non comprendi ora, ma pian piano cambierà >> mi guardò negli occhi e sembrava sincero.
<< Non puoi dirmi tutto adesso? >> Emise una risata bellissima, << comprendo a pieno la tua curiosità, ma no. Posso assicurarti però, che non devi temere gli hole, ci sono io a proteggerti >> queste parole mi si scalfirono nella mente.
<< Prima di conoscerti non ne avevo mai visto uno >> il suo sorriso si spense, << sono molto bravi a nascondersi, ma ciò non vuol dire che non si siano mai avvicinati a te o alla tua famiglia >>.
Rimasi senza fiato, << t-tu sai qualcosa... >> Un pensiero mi si formulò in mente, così orribile che lo scacciai immediatamente.
<< Se vuoi scoprire la verità su di noi e sulla tua famiglia devi fidarti di me.
Non reggeresti tutto in una volta >> mio malgrado decisi di fidarmi.
<< C'è qualcosa in particolare che devo fare? Insomma, per tenere gli hole lontani da casa mia e d-da mia madre >>.
Blake posò una mano sulla mia e d'istinto gliel'afferrai, stringendola forte.
Mille scosse mi pervasero e sussultai, non mi ero ancora abituata alla cosa, << solo io sento... Queste cariche elettriche? >> Mi sentii stupida a domandare una cosa del genere.
<< No, Diana >> ogni volta che pronunciava il mio nome in modo dolce il mio cuore saltava un battito.
<< Ti capita spesso con... Gli umani? >> Abbassai lo sguardo, ma lui me lo fece rialzare mettendomi un dito sotto al mento.
<< No, solo con te >> vorrei negarlo, ma sentii la gioia pervadermi a quelle parole, come se ne avessi bisogno, come se fossi una bambina entusiasta davanti all'affetto incommensurabile dei propri genitori.
Mi schiarii la voce alzandomi, << bene, ma perché sei il mio protettore?Insomma, tutti ne hanno uno? >> Volevo smetterla di fare domande, ma al tempo stesso la curiosità mi assaliva.
Non ero mai stata una ragazza tanto insistente, in genere stavo sempre sulle mie.
<< Una cosa del genere >> il telefono mi squillò.
Lo afferrai sotto gli occhi scrutatori del mio vicino di casa e risposi a mia madre che mi chiedeva dove fossi alle sette di sera.
<< Scusami, ho perso la cognizione del tempo. Sono dai vicini... Si, okay. Arrivo >> chiusi la chiamata.
<< Devi andare? >> Si alzò anche lui.
<< Temo di si >> tentai di scherzare, ma come al solito mi sentii soltanto più ridicola di quanto già non fossi.
<< Sai, ognuno di noi ha un potere >> disse ad un tratto, << io possiedo questa connessione i fulmini e i temporali. E la pioggia.
Ma non sai quanto darei per poterlo cambiare in questo momento >> deglutii imbarazzata, << e con cosa lo baratteresti? >>.
<< Tesoro, rimani a cena? >> La madre di Blake sbucò dalla cucina facendomi sobbalzare.
<< Mi piacerebbe, ma devo proprio andare. Ci vediamo >> e senza neanche degnarli di un ulteriore sguardo, mi precipitai alla porta.

<< Alexander White. Non voglio più saperne di lui, dei suoi modi gentili di fare, delle sue occhiate intriganti e delle parole profonde che pronunciava in mia presenza. Nonostante lo sognassi ogni notte, volevo togliermelo dalla testa, non poteva continuare ad occupare un posto così importante nella mia vita perché aveva dimostrato di non meritarlo. Si è arreso e ho deciso di farlo anch'io, in fondo non posso essere l'unica a lottare, in una relazione il cuore bisogna giocarselo in due. Lui il mio se l'era vinto, per poi gettarlo via come nulla fosse, rompendolo in mille pezzi. Soffrivo, il giorno tentavo di non pensarci, in fondo cos'era mai? Il mio primo amore, un'esperienza, una sequenza di ricordi destinati a sbiadire a forza di cancellarli, mi sforzo di farlo. Il dolore e l'ansia per l'imminente matrimonio mi attanagliavano lo stomaco, non riuscivo ad impedirlo. Passo le giornate chiusa in me stessa, a volte piangendo i bei momenti passati, che non torneranno mai più. Come quando andammo a cavallo, mi insegnò lui a cavalcare e a scoprire il mondo al di fuori di queste quattro mura. " Devi poggiare il piede qui " mi disse afferrandomi delicatamente per la vita e aiutandomi a salire sulla puledra. " Okay, ci sono wow " commentai accarezzandola. Alexander arrivò prontamente al suo e mi raggiunse spiegandomi come tenere e muovere le redini in modo che fossi io a guidare il cavallo e non viceversa. Indossavo dei pantaloni per la prima volta nella mia vita e dovevo ammetterne l'estrema comodità, i capelli mi erano stati legati in modo semplice, niente acconciature complesse e il trucco mi era stato tolto. Ero irriconoscibile e mi sentivo strana, ma eccitata. " Perfetto, possiamo partire " mi mostrò la strada e tentai di seguirlo, all'inizio con un po' di fatica. Man mano che ci addentravamo nella foresta i muscoli del collo mi si allentavano sempre di più e riuscii a prendere il controllo dell'animale. Davanti a me un bosco, pieno di piante e fiori, il sole li faceva brillare e nonostante il forte caldo della stagione, lì si stava bene, c'era un fresco inebriante. " Quelle che vedi sulla tua destra sono le ginestre, mi avevi detto di non averne mai viste nel tuo giardino " annuii incantata. " Sono luminose " >>.

Richiusi il libro percependo la stanchezza e lo depositai nel mio zaino in modo da potermelo portare a scuola domani, più andavo avanti più mi intrigava, nelle sue descrizioni semplici che però lasciavano trapelare i sentimenti della protagonista. Non osavo immaginare cosa stesse provando a ripercorrere con la mente i suoi pochi attimi di normalità, uniti alla pressante consapevolezza di un matrimonio combinato. Spensi la luce e mi infilai sotto il delicato lenzuolo di lino chiudendo gli occhi e godendomi il silenzio tombale.

<< Dai! >> risi sommessamente mentre scappavo da lui, che mi inseguiva imperterrito, << appena ti raggiungo sei finita >> affermò senza arrendersi. << Ah! >> urlai nel momento in cui mi sollevò dalla vita e mi caricò in spalla, << mettimi giù >> protestai riempendolo di pugni sulla schiena, che a quanto pare gli provocavano soltanto del solletico. << Pronta? Uno due tre >> mi lanciò in aria e presi fiato l'istante prima di finire in acqua, una volta riemersa gli schizzai, << Cretino! >>. << Uh, cosa sono questi termini? Da te non me lo sarei mai aspettato >> mi persi nel luccichio dei suoi occhi dorati e non mi accorsi che si era avvicinato finche il suo fiato caldo non mi solleticò il collo. << A cosa stai pensando principessa? >> mi chiese distogliendomi dalla trance. Feci un passo indietro arrossendo: << nulla, dai facciamoci una nuotata. Ci rimane poco tempo >>.

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