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<< La normalità. Non mi sembra di chiedere tanto, un incontro normale, il ragazzo giusto, scelto da me e al massimo approvato dai miei genitori. " Tesoro, posso entrare? " sento chiamarmi, distogliendomi dai pensieri. " Certo madre " bofonchio mentre viene a sedersi accanto a me, il portamento imbeccabile, nonostante ci siamo soltanto noi due non ha un capello fuori posto, è perfettamente truccata e indossa un pigiama di seta pura. " Ti vedo leggermente chiusa in te stessa nell'ultimo periodo, qualcosa non va? " mi chiede, le spalle dritte, il mento in su e le gambe aggraziatamente incrociate. " Sai perfettamente cosa crea in me tale malessere " rispondo fissando un punto qualsiasi sul pavimento, lei mi accarezza una guancia con due dita e una lacrima sfugge al mio controllo. " Comprendo il tuo dolore, ma questo è il passaggio dall'adolescenza alla vita adulta. Non sempre fare la scelta giusta risulta semplice, ma è nei medesimi momenti che bisogna comportarsi da persone mature " mi spiega, non riuscendo però a rincuorarmi. " E se l'uomo che sposerò mi odierà? O se ci troveremo in disaccordo su tutto? " i miei timori emergono, accompagnando il dolce pianto. Mia madre mi abbraccia, " nessuno potrebbe mai odiarti e vedrai che qualcosa in comune ce l'avrete " mi rassicura stringendomi forte a se >>.

Ed ecco che mi ritrovai nuovamente a piangere, la protagonista riusciva a comprendermi, a mettere per iscritto ciò che io non riuscivo neanche a pronunciare. Certo, non aveva scoperto che la sua migliore era un mostro e che le aveva da sempre mentito, ma d'altro canto non se la passava nel migliore dei modi. Parcheggiai al solito posto e mi diressi al bar per prendermi un cappuccino, quel posto mi trasmetteva sempre serenità, dava l'impressione di potersi fermare, abbandonare la vita frenetica e rilassarsi. << Buongiorno >> mi salutò un ragazzo da dietro il bancone, doveva essere nuovo, non lo avevo mai visto, << cosa le porto? >>. << Una fetta di crostata scura e un cappuccino con il cacao sopra >> risposi e lo sentii ridere, lo guardai stranita, << mi scusi, in genere nessuno specifica di volere il cacao sopra il cappuccino, siamo sempre noi a chiederlo >>. << Come fai a saperlo? I-insomma, non ti ho mai visto qui, sei nuovo? >> domandai arrossendo per il mio atteggiamento scortese nei suoi confronti, << veramente sono il capo, ma ho deciso di provare a servire per oggi >> il rossore sulle guance si fece più forte e annaspai in cerca di qualcosa da dire. << In ogni caso il suo ordine arriva subito >> e iniziò a prepararmelo. Aveva i capelli biondo chiaro e gli occhi castani, era alto e magro, insomma, non si poteva negare che fosse carino. Udii il rumore della porta aprirsi e girandomi vidi due ragazze entrare ridendo, involontariamente pensai a Lucia, mi imposi di scacciarne il ricordo. << Ecco a lei >> mi voltai e sorridendo al cameriere-capo del bar presi il portafoglio per pagare, << oh, non si preoccupi >> mi disse, << questo lo offre la casa >> e facendomi l'occhiolino si diresse a servire i prossimi clienti.

<< Ei, raggio di sole >> scherzò Blake dandomi una spallata amichevole, << ti sei svegliata male stamattina? >> chiese sorridendomi, io gli riservai un'occhiataccia, << tu invece non hai perso la voglia di deridermi a quanto vedo >> feci per allontanarmi ma mi seguì. << Sul serio, cos'è successo? >> dovevo dirglielo? Non mi andava di parlarne, ma forse doveva essere a conoscenza delle minacce che mi circondavano. << Magari te lo spiego più tardi >> tentai di liquidarlo, ma proprio in quel momento la vidi: avanzava tranquillamente, ma non aveva il solito sguardo felice, sembrava non avesse chiuso occhio per tutta la notte.       
<< Quella non è la tua amica? Com'è che si chiamava...? >> Risposi freddamente, << Lucia. Ed è solo la mia compagna di banco >> Blake capì che c'era qualcosa perché mi fissò incuriosito.
Una volta arrivati in classe mi sorprese prendendomi per mano, una scossa mi trapassò e lo guardai non capendo, lui mi fece l'occhiolino e mi condusse al suo banco, << oggi ti siederai qui >> sentii il fastidio salire.
<< Chi sei per darmi ordini? >> Chiesi infastidita, sbuffò, << se preferisci il tuo posto sei libera di andare >> un brivido freddo mi attraversò la schiena e mi voltai appena incrociando gli occhi della mia ex migliore amica.
Gli stessi che in realtà erano vuoti, impressionanti, disumani.
Mi girai verso il mio protettore, << rimango qui, ma per mia decisione >> chiarii, alzò le mani in segno di resa. << Ei >> la voce stridula di Bella mi giunse alle orecchie, << smamma, questa sedia è riservata >> tentai di reprimere una risata, << allora prendila pure, ne cercherò un'altra >> mi si avvicinò di un passo, << non hai capito. Sono io la compagna di Blake, non hai il diritto di sostare qui >> alzai gli occhi al cielo, si poteva essere tanto immaturi? << Piccola, ascolta >> mi voltai ma Blake si stava rivolgendo a Bella, << è solo per oggi, non ne fare una tragedia okay? Non significa nulla >> lei parve essere sollevata dalle sue parole e lasciò perdere, andandosi a mettere al mio posto. Mi sedetti anch'io e lanciai un'occhiataccia al mio compagno di classe, << Che c'è? >> ebbe anche il coraggio di chiedere come nulla fosse. << Piccola? Stai con quella barbie senza cervello? >> le parole uscirono da sole e arrossii dopo averle pronunciate perché sul volto gli si dipinse un espressione soddisfatta, << sei gelosa? >> il rossore si fece più intenso, << no. Mi disgusti e basta >>. << Buongiorno ragazzi, scusate per il ritardo. Ho incontrato del traffico mentre venivo, ad ogni modo oggi tratteremo di un tema interessante >> non riuscii più ad ascoltarlo, perché il mio braccio sfiorò involontariamente quello di Blake e il cuore iniziò a palpitare nel petto. Automaticamente mi ritrovai a guardarlo, ad osservare la sua fronte corrucciata, l'espressione assorta mentre seguiva attentamente il discorso dell'insegnante e le sue labbra leggermente socchiuse. << Signorina Cooper, considerando che ha sempre brillanti osservazioni riguardanti le mie lezioni mi chiedevo che ne pensa >> mi riprese il professore. << Oh, s-si, il mio parere, giusto >> mi schiarii la voce, << si insomma, se dovesse scrivere un tema tratto dalla sua vita, mescolato alla fantasia, quale genere sceglierebbe? >> stavo per rispondere con il mio preferito, il fantasy, ma poi ripensai agli ultimi eventi accaduti, << beh, cre-credo che se dovessi narrare un evento realmente accaduto, modificando nomi e punti di vista, ne uscirebbe un racconto estremamente realistico, con un pizzico di mistero e suspense >> incontrai gli occhi verdi di Blake, << ma nonostante tutto, il genere che gli attribuirei sarebbe quello romantico >> riuscii a non arrossire questa volta e ne fui felice. << Ottima esposizione orale e commento pertinente, le metterò un più >> sorrisi e mi concentrai nel resto della spiegazione, ma nonostante ciò che avevo appena detto, Blake non l'avrebbe passata liscia per come se ne era uscito poco fa e Lucia avrebbe dovuto darmi maggiori spiegazioni. Stavo imparando a farmi valere finalmente e non mi sarei tirata indietro proprio ora, per nulla al mondo sarei tornata la ragazza asociale che ero, volevo dire addio alla mia timidezza e far valere i miei diritti e pensieri.

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