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Blake Anderson era lì, in tutta la sua bellezza, fermo all'uscita della scuola, con una sigaretta in una mano e l'accendino nell'altra. Una nuvola di fumo si levò nell'aria e lo vidi rilassare leggermente i muscoli del collo, mentre pensava di non essere osservato, buffo considerando che era un protettore e mi teneva d'occhio dalla mia nascita. Mi avvicinai a passo svelto tenendo a mente il discorso che mi ero preparata per raccontargli degli inquietanti biglietti anonimi che avevo ricevuto e spiegargli come mai glielo avevo tenuto nascosto. << Ei >> lo salutai sforzandomi di risultare allegra, lui si voltò con cipiglio e si portò la sigaretta alle labbra inspirando una nuova boccata di fumo. << Come stai? >> espirò e il pesante - per non dire nauseabondo - odore mi invase le narici facendomi storcere il naso, rise alla mia reazione. << Adesso meglio >> sorrisi anch'io scuotendo la testa, << ti va di fare una passeggiata? Devo parlarti >> mi fissò incuriosito ma ci dirigemmo alla sua moto senza aggiungere una parola. Ormai non mi spaventava più la velocità con cui guidava, le curve strette e la vicinanza al suo corpo che ogni volta trasmetteva una miriade di scosse elettriche nel mio, nonostante ciò non potevo negare di trasalire all'udire il forte rombo che emetteva il veicolo. Il mio protettore gettò a terra la cicca ormai consumata e la calpestò con una scarpa, << non ti vergogni ad inquinare il mondo che ti ospita? >> incrociai le braccia al petto. << Salta su santarellina e chiudi il becco per una buona volta >> il tono in cui lo disse era apparentemente scherzoso ma non impedì al mio piede di tirargli un calcio al polpaccio sinistro. Mi fissò divertito, << tutt'a un tratto sei diventata manesca? >> alzai gli occhi al cielo, << sali o continuiamo a fissarci tutto il pomeriggio? >> alzò le mani in segno di resa e mi diede ascolto. In parte però mi accorsi che aveva ragione, stavo cambiando, non riuscivo più a tollerare certi comportamenti e reagivo in maniera sconsiderata, come quella mattina, quando Bella mi aveva dato della sciatta e io le avevo risposto per le rime, per la prima volta. << Meglio sciatta che put >>, << signorina Cooper! >> mi riprese il prof, ma non me ne fregò nulla, al contrario l'espressione furiosa e al tempo stesso scioccata della bionda mi rese fiera di me. Subito dopo però me ne pentii, perché ricevetti la mia prima nota e mi sentii sprofondare, ma cosa mi era saltato in mente? Dentro di me temevo che il dolore del tradimento di Lucia stesse fuoriuscendo sotto forma di rabbia. << Eccoci arrivati >> mi avvisò Blake, scossi la testa, per scacciare quel ricordo e mi concentrai sull'enorme lago che mi si trovava di fronte, << seguimi >> mi disse e iniziammo a percorrere un piccolo sentiero. << Allora di cosa volevi parlarmi? >> mi chiese in modo pacato, << oh, si. Vedi, c'è una cosa che ti ho tenuto nascosta fino ad ora >> ammisi mentre passavamo accanto a una famiglia visibilmente felice. << Diciamo che non mi fidavo molto di te e neanche ora >> mi affrettai a specificare, << ma considerando il tuo attuale ruolo nella mia vita, mi sento in dovere di informarti che >> non riuscii a completare la frase perché una ragazza corse nella nostra direzione e si gettò tra le braccia del mio protettore.

<< Amore mio, non posso crederci >> disse lei piangendo, si scostò appena e vidi che aveva dei bellissimi occhi verde scuro e un viso angelico incorniciato da morbide onde color nero pece. Era magra, alta e... incredibilmente bella, anche più di Bella, sembrava uscita direttamente dall'ultima rivista di Vogue. << Non hai idea di quanto mi sei mancato, avevo paura di non rivederti più >> poi si accorse di me e spalancò leggermente gli occhi, << oh, perdonami, non ti avevo vista >> disse sorridendomi, anche il suo sorriso era meraviglioso. << Io sono Carole, piacere di fare la tua conoscenza >> disse allungandomi una mano, << Diana >> risposi stringendogliela e sentendo tornare la solita timidezza, mi sentivo insicura accanto a questa ragazza. << Cosa ci fai qui? >> fu Blake a parlare, visibilmente in imbarazzo. << Mi sono dovuta trasferire a causa dei miei, si sono separati e ho scelto di andare a vivere con papà. Non sapeva dove andare e quando gli ho suggerito questo posto ne è rimasto felice, ha bisogno di un po' di calma, sai, per riprendersi dall'accaduto >> mi sentii di troppo e abbassai leggermente la testa. << Mi dispiace tantissimo, scrivimi, il mio numero è sempre lo stesso, mi farò vivo >> lei sorrise di nuovo e subito dopo si congedò. << E lei chi era? >> chiesi non riuscendo a trattenere il fastidio nella voce, << una della mia vecchia scuola >> tagliò corto ma io non me la sarei bevuta, << sembrava molto legata a te >> lo vidi sospirare e tirare fuori un'altra sigaretta, << siamo stati insieme, ma è stato tanto tempo fa >>. << Quanto tempo fa? >> insistei, << due anni >> fischiai, << e proprio tu che hai un sacco di anni, due li definisci un periodo lungo? >> sentii ribollire la rabbia, di nuovo. << Ma che problema hai? Non ti devo alcuna spiegazione, io e te non staremo mai insieme. Un protettore deve rimanere single a vita, la sua unica missione è assicurarsi che gli umani stiano al sicuro >> risi amaramente, << quindi neanche avresti potuto avere una storia con miss perfezione >> constatai. << Senti, l'ho conosciuta che stava male e volevo aiutarla. Non ti ho mai persa di vista, il consiglio ha accettato la mia proposta a patto che me ne andassi appena si sarebbe sentita meglio e così ho fatto >> scossi la testa, << e mentre stavi con lei non mi tenevi d'occhio? >>. Si bloccò di colpo, << mi assicuravo che stessi bene ma penso che il problema non sia questo, o sbaglio? >> chiese improvvisamente divertito. << Che vorresti dire? >> lo fulminai con un'occhiata, << che sei gelosa! Sei indubbiamente gelosa >> avvampai, << questa è una pazzia >>. Mi afferrò per la vita, << non ho mai provato niente per lei, Diana >> incrociò il suo sguardo con il mio. << Non mi importa >> dissi distanziandomi, << a quanto pare ha ancora bisogno di te, dovresti andare da lei >> la mia voce era come ghiaccio, << ma non c'era qualcosa che dovevi dirmi? >>. << Non importa >> ripetei, << a quanto pare nella tua vita c'è posto per entrambe, ma dalla mia stai uscendo e si, provavo qualcosa per te >> lo vidi trasalire, non si aspettava una rivelazione del genere. << Ma a che pro? Devi restare solo per sempre e io prima o poi morirò, invecchierò mentre tu rimarrai sempre uguale. Non vale la pena sentirci, limitiamoci a restare ai nostri posti >> trattenni le lacrime con tutta la forza che avevo, non mi avrebbe vista crollare. Di colpo fu di fronte a me e teneva il mio viso tra le sue grandi mani, le sue dita affusolate mi accarezzavano dolcemente, << non tornerò con lei, non voglio nessuna a parte te >> il cuore iniziò a martellarmi nel petto, un sorriso mi nacque spontaneo e capii che mi rendeva vulnerabile, la sua sola presenza mi mandava in subbuglio tutte le volte. << Ti prego, dimmi ciò che mi hai tenuto nascosto fino ad ora >> di colpo il sorriso mi si spense, << ma certo, che stupida sono. Cerchi di fare con me la stessa cosa che hai fatto con lei, metterci insieme per potermi sorvegliare >> gli afferrai i polsi allontanandoli violentemente da me. << Mi dispiace ma io non sono e non sarò mai come lei, però si, ti devo delle spiegazioni. Ho ricevuto dei biglietti anonimi dalle iniziali indecifrabili e uno in cui mi veniva detto di condurmi da un certo lui, probabilmente qualche hole ti da la caccia >> fu sorpreso dalle mie parole, << ho bisogno di vederli >> disse, << e li vedrai, ma non hai bisogno di stare con me per farlo, riuscirò a trovare un bravo ragazzo che mi ami, un umano che ci tenga a me, ora puoi smettere di fingere >>.

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