<< Avanzo tremante verso il mio futuro sposo, mi sudano le mani, ma cerco di nasconderle dietro al vestito e sorrido come una scema al vedere Alexander White. Perché per un momento non importa delle bugie, dei segreti, delle lettere, degli incontri, delle notti insonni o delle lacrime versate. Conta solo che lui sia lì, ad aspettarmi sull'altare, con uno sguardo che mi fa sciogliere. Tutti intorno a me sussurrano cose come " splendida " e " quest'abito le sta a pennello ", ma a malapena li ascolto, perché è come se ci fossimo solo noi due. La cerimonia trascorre e nel fatidico momento delle promesse io non balbetto, nè incespico sulle parole, perché ciò che dico proviene dal profondo della mia anima. " Puoi baciare la sposa " a queste parole lo stomaco mi si contorce perché non ho mai baciato alcun ragazzo, ma poi le nostre labbra si incontrano in un bacio dolce, fugace, fresco e leggero, a dir poco emozionante. Succede però qualcosa di insolito: mille brividi mi pervadono, la testa mi gira e mi sento venir meno, noto i volti allarmati della gente attorno a me, una luce bianca mi acceca e perdo del tutto i sensi >>.
Mi svegliai di soprassalto, la puzza di muffa e ratto mi fece venire il voltastomaco e un forte mal di testa mi costrinse a riappoggiarmi alla parete. Un tonfo riecheggiò nell'abitacolo e un secondo dopo venni sollevata di forza e trascinata per il lungo corridoio che conduceva alla sala principale. Mi sentivo debole, non avevo toccato cibo e sentivo la gola secca. << Dunque, oggi inizierà il divertimento per me ovviamente >> annunciò il capo degli hole con un ghigno; alzai gli occhi al cielo preparandomi mentalmente a qualsiasi tortura sarei stata sottoposta. Schioccò le dita e una nuvola nera si levò nell'aria, tossii e chiusi gli occhi percependo un odore di gas e capelli bruciati.
<< Hai dieci minuti di tempo per uscire da questa stanza >> sentii la sua voce provenire da un microfono e grida e fischi, come di un pubblico che acclama, assistendo ad uno spettacolo.
Ero circondata da pareti spesse, bianche, incrostate e spoglie, ad eccezione di un orologio appeso e spento.
<< Incominciamo! >> La psicopatica rise mentre il tempo partì ed io iniziai a sudare freddo.
E ora come cavolo esco?
Le porte si restringevano lentamente, a ritmo regolare.
Quando vedevo una scena del genere nei film di solito ero armata di pop corn e curiosità, in quell'istante di semplice paura.
Scrutai la stanza in cerca di un qualche bottone o buco.
Tastai le pareti in cerca di un aiuto mentre tutto intorno a me diveniva più piccolo, più stretto.
Dovevo ragionare a mente lucida.
<< Cinque minuti >> potevo immaginare il suo sorriso perfido e meschino.
Sentii la rabbia ribollire e la frustrazione salire, legata al senso di impotenza.
Diedi un pugno al muro, ma finii per farmi solo male alle nocche.
Udii delle forti risa.
Pensa, Diana, pensa.
Le lacrime minacciavano di uscire.
<< Due minuti >> mi presi la testa tra le mani, il cuore accelerava e capii di star per svenire di nuovo.
Ma non potevo.
Dovevo restare sveglia e uscire di lì, tornare da Blake e mia madre.
Volevo tornare alla mia tranquillità.
<< Un minuto >>.
Normalità...
<< Trenta secondi >>.
Forse poteva funzionare...
<< Venti >>.
Non ero nel mondo reale, cioè nel mio, non potevo ragionare come avrebbe fatto un umano, non avrei dovuto seguire alcuna logica.
<< Dieci >>.
Quest'essere non mi avrebbe mai lasciata qui senza una possibile via di uscita, non sarebbe stato abbastanza divertente.
<< Cinque >>.
La risposta era sulla punta della lingua...
<< Tre >>.
Pensieri.
<< Due >>.
Pensa.
<< Uno >>.
Avevo capito!
Serrai le palpebre e mi costrinsi a pensare a un posto sereno, a una persona che amavo.
Mi focalizzai su mio padre, su quello che era il nostro " nascondiglio segreto ", sulle nostre risate e confidenze.
Non capii se stavo sognando o ero morta e stavo rivivendo i momenti più belli della mia vita, ma di una cosa ero sicura: se fossi andata in paradiso, avrei rivisto mio padre.
Lui era sempre stato una brava persona.
I suoi occhi azzurro cielo, così diversi dai miei... La sua calvizie, che lo rendeva buffo all'epoca, ma non gli toglieva quel fascino che piaceva alla mamma.
Sorrisi correndo insieme a lui, addentrandomi in un bosco.
Eravamo in campeggio.
<< Sei proprio una principessa, figlia mia >> mi disse con affetto sincero.
Annuii con foga, avevo dieci anni.
<< E chi è il tuo principe? >> Chiese stuzzicandomi con un po' di solletico.
<< Tu! >>.
<< Chi? >>.
<< Tu papà! >> Risi dimenandomi, le sue braccia mi strinsero in un abbraccio e il mio cuore si sentì a casa....
Mi risvegliai nella mia cella.
<< Finalmente >> alzai lo sguardo e incontrai gli occhi vuoti di Iride.
La rabbia rimontò, << frena, frena. Non è come pensi >> mi disse lei tranquilla, << non sono stata io a condurti qua >> mi alzai di botto pentendomene immediatamente, una fitta mi colpì alle tempie.
Gemetti ricadendo a terra con un tonfo.
Lei ridacchiò, << dai, almeno non sei una completa pappamolle considerando che sei riuscita a fermare le porte giusto in tempo >>.
La guardai confusa, << come ho fatto? >> Fece spallucce, << noi hole spostiamo le cose con la forza del pensiero, ci tramutiamo in esse volendo >> rabbrividii al pensiero.
<< Comunque, io sono qui per aiutarti >> affermò decisa.
<< E chi me lo può confermare? Mh? Sono finita in questo stupido e orripilante regno, ho rischiato la vita e l'unica hole che sapeva di me eri tu >> sapevo di star giocando col fuoco, ma non mi fermai, << Mi hai già mentito una volta e potresti averlo fatto di nuovo. Ma dimmi, cosa ti ho fatto? Cosa vi ho fatto per meritarmi questo? >>.
Ci su silenzio.
Esasperata, chiusi gli occhi sperando di essere solo in un brutto sogno.
Poi però, la mia ex migliore amica mi rispose: << il capo non ha tutti i torti, tu non ricordi niente del tuo passato >> la fissai con gli occhi ridotti a due fessure.
Sbuffò, << senti, hai presente quel libro che stai leggendo? Quello da cui hai preso spunto per il dibattito in classe? >> Annuii leggermente.
<< Bene, è ora che tu scopra tutta la verità, a cominciare dal fatto che sei tu stessa l'autrice >>.
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Scommetti che non mi innamoro?
ParanormalDiana Cooper è una ragazza insicura di se, tormentata da un passato al quanto turbolento. Anela tranquillità, sente il disperato bisogno di scappare dai suoi incubi peggiori: i ricordi. Di certo non vuole persone intorno, in particolar modo il suo n...