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Jimin
Ieri sera siamo tornati a casa molto tardi e appena ci siamo abbiamo preso sonno. Abbiamo passato l'intera giornata sballottolati a destra e a manca per non contare poi le battute di mia madre. La odio quando fa così.
Ormai è mattina e sento ancora il calore del corpo di Jo venire a contatto con il mio, infatti ha una gamba intrecciata alla mia, il braccio esterno mi circonda il busto e il viso è sulla mia spalla. Sento il suo respiro caldo ma di aprire gli occhi non ne ho voglia, sono troppo stanco. Il sonno prende il sopravvento e ritorno nel mio sonno profondo ma non molto dopo la luce proveniente dalle finestre entra nella camera "Mh...no amore!" si lamenta Jo stringendosi di più a me e mettendo il viso nell'incavo del mio collo "Non sono io piccola." sbadiglio e quando apro gli occhi trovo mia madre vicino la foniatra intenta ad aprire per bene le tende "Mamma! Vai fuori."

"Svegliatevi dormiglioni! Dobbiamo fare colazione."

"Signora Park la prego, mi lasci dormire." sbuffa Jo continuando ad attaccarsi a me e a nascondere il suo viso per far in modo che i raggi del sole non le arrivino in faccia.

"No non vi lascio dormire. Sono le dieci, vi aspetto giù." dice ed esce dalla camera.

"Perchè non siamo andati dai tuoi?" sbuffo stropicciandomi un occhio.

"Non ne ho idea." apre piano piano gli occhi e dopo essersi stropicciata un occhio si stiracchia "Cavolo fa freddo." e ritorna sotto le coperte avvinghiandosi ancora a me "Jo dobbiamo scendere altrimenti salirà una seconda volta." dico guardandola "Purtroppo lo so." si alza definitivamente dal letto seguita da me. Decidiamo di andare prima a fare colazione e poi di prepararci "Jimin ti prego dammi una tua felpa super calda." dice sfregandosi le mani sulle braccia.

"In effetti fa parecchio freddo." dico e prendo una delle felpe più calde che mi sono portato "Tieni."

"Grazie." dice indossandola e sospira per il calore che l'avvolge. Io mi metto il pantalone di una tuta e poi scendiamo insieme di sotto "Buongiorno." saluto.

"Dormito bene?" chiede mio padre.

"Si." risponde Jo ancora assonnata.

"A che ora siete tornati ieri sera?"

"Tardi." mi limito a rispondere e mi siedo su una sedia.

"Ci credo che siate stanchi allora." dice la mamma poggiandomi una tazza di caffè davanti "Preferisci il latte o il caffè tesoro?" chiede a Jo.

"Latte e caffè." risponde lei mettendosi una mano davanti la bocca per coprire lo sbadiglio. Mia madre le porge quello che ha chiesto e lei le sorride ringraziandola.  Sorrido nel vederla così, adoro vederla appena sveglia con i capelli arruffati, gli occhi piccoli piccoli a causa del sonno, i suoi sbadigli che non mancano mai ogni tre per due e quei sorrisini che fa per non rispondere a causa della voce ancora assonnata. Mi scappa una leggera risatina quando appoggia la testa sulla mia spalla mentre sorseggia il suo caffellatte "Perchè ridi?" mi chiede guardandomi.

"Nulla." le sorrido e lei torna nella posizione iniziale. Poggio un braccio sulle sue spalle e lei si accoccola di più a me per sentire calore "Che farete oggi?" chiede mia madre.

"Non s-"

"Andiamo al centro commerciale!" mi blocca Jo "Vero?" mi guarda con quegli occhi da cucciolo bastonato e non posso dirle di no "D'accordo." rispondo e lei sorride soddisfatta.

"Voglio vedere tutto quello che compri." dice mia madre rivolta alla mia ragazza e lei annuisce. Continuiamo a mangiare tranquillamente e faccio per andare su per cambiarmi quando la voce di mia madre mi blocca "Jimin il cellulare."

"No è il mio Signora Park." dice Jo afferrandolo e senza pensarci troppo salgo le scale ma svoltato l'angolo mi fermo per sentire cosa stanno dicendo quelle due "Perchè hai lo sfondo di Jimin da solo?"

"In realtà la foto ce la siamo fatti insieme e lui ha la mia foto e io la sua." risponde.

"Vi volete bene eh?"

"La nostra amicizia dura da anni, siamo sempre stati insieme e non ci saremmo mai aspettati che ci saremmo messi insieme." sorride "Inizialmente non ci riuscivamo a credere ma in realtà fatico a crederlo anche ora."

"Sono così contenta che vi siate messi insieme." dice mia madre "Io e tua madre l'abbiamo sempre detto e ci abbiamo sempre sperato. Abbiamo sempre notato il modo in cui vi comportavate l'uno con l'altro, i sorrisi che tu regalavi a lui e quelli che lui regalava a te erano un qualcosa di più intimo soprattuto quando siete cresciuti ma non ci avete mai creduto." continua lei "Ricordo la prima volta che ti sei fidanzata al liceo, Jimin ti ha fatto il terzo grado e altrettanto hai fatto tu con lui quando ti ha detto che si era fidanzato. Ma al contrario di te Jimin non ha mai avuto una relazione stabile e io ho sempre saputo il perchè ma tu proprio non lo capivi." ma che sta dicendo?

"In che senso?"

"Jo, Jimin ha sempre provato qualcosa per te ma non se ne è mai reso conto, almeno fino ad ora. Io gliel'ho sempre detto ma lui negava fino allo sfinimento e ho deciso di lasciar perdere, ma la speranza è l'ultima a morire."

"Mia madre invece diceva sempre che quando ero con Jimin lei mi vedeva diversa, più...solare e solo ora mi accorgo che aveva ragione. Jimin era il pezzo mancante del mio puzzle e finalmente l'ho trovato." dice e sorrido alle parole "D'altronde tra me e Jimin rimarrà sempre la nostra amicizia, dura da anni e non può sparire da un giorno all'altro, ma ne sono contenta perchè non dobbiamo dimenticare tutti le stupidaggini che abbiamo fatto quando ci reputavamo solo migliori amici."

"Ahh mi mancavano queste chiacchierate con te." dice e capisco che si è alzata quando sento il rumore della sedia che si sposta e sporgendomi di poco dal mio 'nascondiglio' noto che si stanno abbracciando "Va a cambiarti."

"Si, grazie Signora Park."

"Di nulla tesoro." si staccando da quell'abbraccio e Jo si avvicina alle scale mentre io mi rintano in camera e inizio a guardare nel mio armadio intento nel cercare qualcosa da mettere.

"Jimin scusa se ci ho messo tanto ero rimasta a parlare con tua ma-" non finisce di parlare che le mie labbra si uniscono alle sue "Lo so che stavi parlando con mia madre." dico dopo essermi allontanato "Ho sentito."

"Beh, è la verità!" dice con nonchalance e mi abbraccia "È davvero quello che penso."

"Lo penso anch'io." sorriso sulle sue labbra e la ribacio "Per la cronaca non è vero che non ho mai avuto una relazione stabile."

"E con avresti avuto una relazione stabile? Si e no se restavi insieme ad una ragazza per due ore." sbuffa.

"Genia sono due mesi che stiamo insieme." le sorrido e anche lei di rimando "Che grande onore..."

"Mhmh." la bacio ancora un volta e poi l'abbraccio forte.  Starei così per ore se solo potessi, ma se ci penso bene posso. Ormai Jo è la cosa che conta come è sempre stato d'altronde, lei è la mia migliore amica, la mia confidente ed è  la mia ragazza e questo nessuno lo potrà cambiare.

My best friendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora