9.

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Quella sera finalmente arrivò. Giusy era agitata e ansiosa di rivedere Andrea dopo il loro ultimo incontro. Non sapeva come comportarsi, cosa dirgli e aveva paura di fare brutte figure. Andò al locale con Mara e Kevin mentre gli altri presero un'altra auto. Arrivarono al locale e Andrea era già lì, con un drink tra le mani accanto ad un ragazzo dal ciuffo rosso che tutti conoscevano.
Un brivido le fece accapponare la pelle quando Andrea si accorse della loro presenza e la fissò negli occhi per una decina di secondi, indugiando poi sul resto del suo corpo. Giusy aveva messo un body nero laminato e una mini gonna ad alta vita di vernice nera con due bottoni sul davanti e poi tacchi alti ma comodi. Rossetto fucsia e i soliti orecchini a cerchio argentati. Andrea la avvicinò subito e la salutò con un bacio sulla guancia, tirandola leggermente a sé appoggiandole una mano sul fianco destro. La ragazza notò che invece con Mara non ebbe quel contatto fisico, la salutò con due semplici baci sulle guance e basta. Ne fu felice perché voleva dire che non la considerava un'amica come Mara e a lei bastava anche solo questo al momento. Sorrise quando Andrea offrì loro un drink e lo seguì con lo sguardo quando si allontanò per andare a chiamare Sfera per presentarlo a loro due. I due ragazzi arrivarono poco dopo e Andrea fece le presentazioni.

«Fate come se la festa fosse vostra, gli amici di Andrea sono miei amici. Ok?»
«Okay, grazie mille e grazie anche per l'invito.» Rispose Giusy, sorridendo.
«Di nulla, divertitevi. Ci becchiamo dopo fra, vado a salutare gli altri.» Fece tintinnare il suo bicchiere con quello di Andrea e si allontanò tra la folla.
«Mammamia che bono che è, stupendo.» Disse Giusy, guardandolo da lontano. Lo disse perché lo pensava davvero e poi voleva vedere la reazione di Andrea che infatti si innervosì subito.
«Ma chi Giona?»
«E chi allora? E' un bellissimo ragazzo, ha dei lineamenti perfetti.» Spiegò lei, con l'appoggio di Mara che annuiva decisa.
«Sì ok ho capito ora smettila.» Rispose lui, guardandola male ma lei scoppiò a ridere peggiorando la situazione.
«Sei geloso Andrè?» Chiese la mora dopo essersi inumidita le labbra e avergli dato una spintarella.
«Smettila e basta.» La ammonì dandole un pizzico sui fianchi e facendola ridere ancora.
«Va bene, ho capito la smetto. Mara andiamo a ballare o no? E ja!» Prese l'amica per mano e dopo aver fatto un occhiolino ad Andrea si buttò nella mischia della pista iniziando a ballare.

All'inizio ballarono tra di loro senza badare ai ragazzi che erano intorno, poi la prima ad accettare un invito fu Mara che lasciò Giusy da sola che però non si scoraggiò e continuò la sua danza solitaria ancora per qualche minuto fino a che non la avvicinò un ragazzo non molto alto ma con un viso molto carino. Le chiese di ballare e lei accettò volentieri. C'era la musica commerciale ad alto volume e Gusy amava lasciarsi andare seguendo il ritmo. Il ragazzo la avvicinò al suo corpo stringendole la vita, le sussurrò che era bellissima all'orecchio e iniziò a muovere le mani sulla sua schiena, andando sempre più verso zone più calde. Lei non era stupida e nemmeno ancora tanto ubriaca e sapeva quando allontanare uno che stava esagerando. Ma quella volta non ne ebbe bisogno.

«Giusy vieni qua balla con me.» Si sentì stringere un braccio e poi tirare letteralmente via dal suo compagno di ballo.
«Andrè, ciao.» Gli sorrise e si appoggiò alla sua spalla per qualche secondo. Cominciarono a ballare insieme ma poi Giusy fece segno ad Andrea che aveva sete e lui annuì.
«Andiamo a bere qualcosa, vieni.» La prese per la mano e la portò fino al bancone dove presero un altro cocktail a testa. Giusy si sentiva la testa leggera ed era euforica, si sentiva sicura di sé. Solo quando incrociava lo sguardo di Andrea era tentennante ma era sicura di riuscire a superare anche quell'ostacolo.
«Dai andiamo a ballare.» Mormorò all'orecchio del ragazzo che era seduto su uno sgabello e aveva entrambe le mani sulla sua vita. Appoggiò la sua fronte a quella di Andrea che le sorrise e annuì alzandosi e insieme andarono di nuovo in pista.
La musica era sempre più alta, rimbombava nella testa dei ragazzi così come l'alcol che ormai li aveva inibiti quasi del tutto. Ballarono attaccati l'uno all'altro per un paio di canzoni, poi si trovarono occhi negli occhi con la musica di sottofondo che li faceva muovere insieme e Andrea non riuscì più a resistere: la baciò. Giusy non aspettava altro, si lasciò completamente andare a quel magnifico momento e praticamente divorò le labbra del ragazzo che aveva di fronte. La musica li cullava e non staccarono mai le loro labbra fino a quando non fu Andrea a farlo ma solo per iniziare a baciarle il collo e poi tornare alle labbra.
Giusy si sentiva come su un eurostar, il cuore le batteva forte, sudava per quanto stavano ballando e avere le mani addosso di Andrea le piaceva più di quanto immaginasse.
«Ragazzi, un brindisi?» Lino li avvicinò con due shottini tra le mani che loro due accettarono e che dopo aver brindato scolarono in un attimo. La gola della ragazza andò immediatamente a fuoco e dovette tossire un paio di volte per riprendersi completamente.
«Tutto bene?» Sentì a stento la voce di Andrea ma lesse il labiale e annuì, tornando a ballare seguendo la musica. Si passò alla musica reggaeton e lì Giusy iniziò a scatenarsi davvero.

Era il suo genere di musica preferito da ballare in discoteca e le piaceva ancora di più se stava con un ragazzo che poteva stuzzicare.
«Non sei pronto, ti avviso.» Sussurrò all'orecchio di Andrea per poi lasciargli un morsetto che lo fece rabbrividire.
«A cosa?» Rispose lui, guardandola e ridendo.
«A me.» Non finì nemmeno di dirlo che iniziò la fase della canzone dove chi ne era in grado poteva twerkare e Giusy ne era in grado eccome. Era la sua specialità anche se di solito lo faceva con Mara visto che coi ragazzi era pericoloso. Ma quella sera era con Andrea e voleva stuzzicarlo, voleva farlo soffrire un po'. Iniziò a ballare dandogli le spalle e muovendogli il sedere proprio sotto agli occhi, ad altezza del cavallo dei suoi pantaloni. Il ragazzo fu subito ipnotizzato da quella scena che lo rese eccitato in pochi istanti. Giusy continuava a strusciarsi su di lui che non lo disdegnava affatto. Ad un tratto la fece girare e la baciò di nuovo ma stavolta con molta più foga, con più passione. Fece scivolare le sue mani sul sedere della ragazza che non si spostò ma che anzi, apprezzò molto. Si baciarono per un'infinità di tempo mentre erano al centro della pista poi lui le fece appoggiare una mano tra le sue gambe per farle vedere l'effetto che gli faceva e lei rise di gusto.
«Vedi che mi fai?»
«E non hai visto ancora niente!» Urlò voltandosi e tornando a ballare muovendo i glutei proprio dove lui era più delicato e sensibile.
Fu allora che Andrea non resistette più, si chinò in avanti e la prese per mano, portandola lontano da tutta quella gente. Ricominciò a baciarla mentre la trascinava verso un posto più appartato. Trovò un corridoio poco frequentato e la fece appoggiare con le spalle al muro mentre continuava a baciarla, spostandosi sul collo e anche sul seno che in parte le sporgeva dal body. Giusy chiuse gli occhi e si godé quei momenti, quei brividi che non provava da tempo. Lo lasciò fare quando infilò le mani sotto la gonna e le strinse diverse volte il sedere tra le mani. Le piaceva e non si sarebbe tirata indietro. Pensò che era una cosa che desideravano entrambi, che non era sbagliato. Continuò a pensarlo anche quando lui le fece sentire di nuovo la sua eccitazione prendendole la mano e portandosela tra le gambe. Lo accarezzò e gli baciò il collo facendolo impazzire ancora di più. Lo pensò anche quando lui le toccò i seni da sopra il body, per poi baciarglieli lasciandole un alone di saliva proprio sul petto. Poi però, smise di pensare che andasse ancora bene quando lui esagerò mettendo le mani sotto la gonna e dopo aver trovato i bordi dei suoi tanga glieli tirò giù con un gesto veloce calandoli fino alle ginocchia.
«Andrè aspetta...» Mugugnò ma lui non le dava ascolto. Cercò di allontanarlo con qualche spinta ma niente, era troppo pesante e non riusciva a spostarlo nemmeno di un centimetro. Sentì le sue dita tra le gambe e nonostante quel tocco le provocasse una sensazione piacevole non voleva che accadesse lì, non in quel modo.
«Andrea dai basta.» Disse di nuovo ma nulla, non la sentiva.
La musica era alta e l'alcol non aiutava ma lei era decisa e si convinse ancora di più quando lo vide sbottonarsi i jeans in un attimo. Il ragazzo tornò ad attaccarsi alle sue labbra mentre con una mano si prendeva l'erezione dai boxer e lì Giusy esplose.
«Ti ho detto basta Andrè, e che cazzo! Basta!» Lo spinse via e stavolta lui capì eccome. La guardò con un'espressione sorpresa, quasi offesa.
«Ma che cazzo hai adesso? Che cazzo hai?»
«Niente, non voglio farlo sul muro del corridoio dei cessi di una discoteca, lo capisci?» Rispose alzando la voce e tirandosi su le mutandine.
«Mi devi spiegare come mai la dai al mondo intero e solo con me fai la difficile, me lo devi spiegare perché non ti capisco! Me lo spieghi?» Alzò le braccia per poi lasciarsele cadere sui fianchi.
«Che cazz stai ricenn?» Giusy gli tirò uno schiaffo e lo spinse ancora, sotto lo sguardo incredulo di lui. «Vafancul, strunz!» Urlò ancora per poi scappare via. Andrea si accorse subito di aver fatto una cazzata e diede un pugno nel muro per poi rincorrerla al bar del locale, dove lei aveva chiesto a Kevin di riportarla a casa.
«Giusy aspetta non te ne andare...» La prese per un braccio e la strattonò ma la ragazza si liberò subito.
«Non mi toccare piezz e merd.» Disse, guardandolo negli occhi. Si girò poi verso Kevin e continuò. «Andiamo o no?»
«Ma che ti ha fatto stu bastard?» Kevin avvicinò il viso a quello di Andrea, spingendo la sua fronte contro quella del calciatore che non indietreggio, anzi, rispose spingendo a sua volta.
«Niente, abbiamo litigato e basta. Ce ne jammo o no?» Prese l'amico per il braccio e lo tirò via.

Mara tornò a casa con lei e la aiutò a svestirsi e a mettersi a letto. Giusy le raccontò tutto mentre piangeva a dirotto, sempre più convinta di essere stata una stupida a credere, anche per un solo secondo, che potesse davvero interessare ad Andrea.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora