Era tranquillamente assopita nel suo letto quando sentì il campanello suonare. Spalancò subito gli occhi e il suo pensiero corse a Chiara. Erano le due e non aveva idea di chi potesse essere, così il suo primo pensiero fu la sorellina che per quella notte non era lì in casa con lei. Scese dal letto di corsa, si infilò le pantofole e andò alla porta col cuore a mille. Quando aprì fu quasi sollevata di vedere Andrea e non un portatore di brutte notizie. Fu giusto un attimo, però, perché le tornarono subito in mente le parole che lui le aveva sputato addosso qualche giorno prima.
«Vaffanculo.» Disse senza fargli dire neanche una parola per poi chiudergli la porta in faccia, o almeno provare a farlo.
«Giusy per piacere.» Rispose lui con un filo di voce roca che fece tremare il cuore di Giusy immediatamente. «Dammi solo un minuto e poi me ne vado.» Continuò.
La mora non riuscì a ribattere nulla e si spostò dalla porta dandogli modo di entrare. Aveva lo stomaco sottosopra e quando incontrò i suoi occhi iniziò a sudare e ad agitarsi.
«Mi dispiace, veramente. Ho detto delle cazzate che non penso e che non ho mai pensato. Sono un coglione e a volte esagero, però voglio che tu sappia che quelle cose non volevo dirle davvero e che soprattutto non le penso.»
«Non le pensi?»
«No.» Scosse energicamente la testa e fece un passo verso di lei che era sempre più agitata. «Mi sono incazzato perché ti volevo tanto e mi avevi detto di nuovo di no, non capivo il motivo... io ancora non lo capisco in realtà.» Alzò lo sguardo inchiodandolo in quello di Giusy che aveva la gola praticamente a fuoco.Come faceva a non capirlo? Eppure era così semplice...
«Andre anche io volevo stare con te, ma non lì, non nei cessi di una discoteca, non mezza ubriaca con la probabilità di non ricordarmi nulla il giorno dopo. Lo capisci?» Disse, quasi vergognandosi di quello che sarebbe potuto accadere se non si fosse tirata indietro.
Il ragazzo scosse le spalle e sospirò, capendo finalmente i motivi di Giusy.
«Sì certo, hai ragione. E che a volte a certe cose non ci penso. Io ti volevo e per me esisteva solo quello, non ho pensato ad altro. Ho sbagliato e mi dispiace. Se tornassi indietro non mi comporterei più così, dovevo fermarmi non appena mi hai detto di farlo ma ero troppo preso e non sono riuscito a farlo. Scusami.»Aveva gli occhi più belli che lei avesse mai visto, non riusciva a distogliere i suoi occhi da quello spettacolo. Muoveva la bocca velocemente e Giusy avrebbe voluto che l'avesse usata in un altro modo. Voleva solo che smettesse di parlare e che la baciasse, non stava nemmeno più ascoltando le sue parole, voleva solo che la baciasse.
«E mi vuoi ancora?» Gli chiese, troppo debole per continuare quella guerra, troppo presa da quegli occhi per continuare a combatterli.
«Sempre. Tu mi vuoi?»
«Non ho mai smesso.» Rispose e in un secondo Andrea fu sulle sue labbra.La baciò con decisione, con passione e anche con un pizzico di dolcezza. Giusy si aggrappò al suo collo e gli fece strada fino a portarlo nella sua camera, dove chiuse la porta e lo fece sedere sul letto, mettendosi di fronte ai suoi occhi.
Si spogliò lentamente mentre gli occhi del ragazzo seguivano ogni suo movimento e ammiravano tutto con grande desiderio. Andrea fremeva dalla voglia di toccarla, di appoggiare le sue mani su quella pelle così liscia e calda. Si alzò raggiungendola e la aiutò a togliersi le ultime cose che aveva addosso. Si spogliò anche lui e si baciarono unendo i loro corpi in un abbraccio. Finirono sul letto e aggrovigliati tra le lenzuola fecero l'amore.
Giusy rimase senza fiato, non sentiva più il cuore batterle in petto per quanto aveva adorato ogni istante di quella notte. Tremava e non riusciva a smettere di sorridere, si sentiva finalmente dove era sempre voluta essere. Studiò attentamente ogni suo tatuaggio, dal braccio destro total black a quello sinistro, soffermandosi poi sul leone che si era fatto fare sulla spalla destra. Andrea la accolse tra le sue braccia, le fece appoggiare la testa sul suo petto e le accarezzò dolcemente la schiena.
Sapeva che con lui doveva essere fantastico ma non immaginava fino a quel punto. Più lo guardava più si ripeteva che non esisteva al mondo qualcosa di più perfetto, di più bello. Si doveva costringere a distogliere lo sguardo per non far capire ad Andrea quanto fosse partita di testa perché non sapeva se per lui era lo stesso.Dormirono avvinghiati per tutta la notte, poi la mattina Giusy si svegliò con un'idea ben precisa: avverare una profezia di Andrea. Sorrise nel ricordare il loro primo incontro e quella frase ad effetto del ragazzo che fece sorridere tutti. Voleva proprio vedere la sua reazione quando avrebbe capito cosa stava facendo.
Si spostò lentamente dal petto del ragazzo che dormiva beatamente a pancia in su e si legò i capelli in una coda bassa, mettendosi poi a cavalcioni sul suo corpo atletico. Gli baciò ogni pezzetto di pelle che riusciva a raggiungere con le sue labbra e si soffermò sugli addominali scolpiti prima di scendere più in basso e prendere con una mano l'erezione nemmeno tanto addormentata di lui. Si calò con la testa e lo accarezzò con la lingua, sentendo subito un suo fremito. Iniziò ad andarci più pesante, usando anche la bocca e le mani e in pochi minuti si sentì premere con forza la testa e si accorse che Andrea si era svegliato. Si era svegliato ed era in totale estasi per quello che stava vedendo sotto i suoi occhi e soprattutto per ciò che Giusy gli stava facendo con la bocca.
«Ci sono, ci sono...» Biascicò qualche minuto dopo cercando di staccarsi dalle sue labbra ma Giusy non fu per niente d'accordo e inghiottì tutto il suo liquido caldo. Andrea la guardò soddisfatto e con ancora il fiatone e scosse la testa.
Le piaceva quella ragazza, era una tosta e non aveva paura di niente.
«Alla fine hai avuto ragione tu.» Disse lei, qualche attimo dopo essersi ripulita la bocca ed essere tornata a letto.
«In cosa?» La guardò con aria curiosa mentre lei tornò ad appoggiarsi al suo petto.
«Ho ingoiato i tuoi figli.» Rispose ed entrambi risero divertiti.
«Io ho sempre ragione, ricordatelo per la prossima volta.» Le rispose Andrea facendole poi un occhiolino. Non dissero nient'altro e visto che erano ancora le sette tornarono ad addormentarsi fino a che alle nove la sveglia di Andrea non suonò. Il calciatore si alzò sbuffando, aveva gli allenamenti alle dieci e mezza ma avrebbe preferito rimanere lì ancora qualche ora per riposare meglio.
«Hai gli allenamenti?»
«Ehi buongiorno.» Si girò verso di lei e le diede un bacio veloce sulla bocca. «Sì tra meno di un'ora, tu torna a dormire che è presto.»
«Non mangi nulla?»
«No grazie mangio al bar qualcosa.» Si alzò dal bordo del letto dove era seduto per allacciarsi le scarpe e si mise di fronte a Giusy con tutta la sua imponenza. Le sorrise e a lei sembrò come se le porte del paradiso le fossero appena state aperte. Si abbassò su di lei e le diede un altro bacio sulla bocca.
«Sei stata bravissima, veramente, complimenti.» Le fece l'occhiolino e Giusy non seppe che dire. Come sarebbe "Sei stata bravissima, complimenti"? Che doveva rispondere?
«Grazie.» Disse solo, in totale imbarazzo.
«Di nulla. Ci vediamo alle panchine allora, buona giornata.» La baciò di nuovo e senza aggiungere altro andò via.Giusy restò nel letto a fissare il soffitto e a ripensare a quella frase per ore e ore senza però darsi una spiegazione. Anzi, una se la diede ma volle sperare che non fosse la verità. Non poteva essere, non di nuovo.
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Mondi opposti ; Andrea Petagna
Fanfiction«Lo sapevo fin dall'inizio che con te sarebbe andata a finire così, ma sono testarda e ho voluto provare lo stesso. Io ti venivo dietro e tu mi rifiutavi, io ti seguivo e tu seguivi le altre, altre che vivevano nel mio quartiere e io dovevo vederti...