I due giorni seguenti per Giusy furono pesanti. Fece doppio turno al negozio e Carlo fu più pressante del solito.
«Ti muovi? Stai da mezz'ora a fare uno shampoo.» Passò accanto a lei e glielo disse all'orecchio, sfiorandole il sedere con una mano, facendola sembrare una cosa furtiva. Giusy si spostò immediatamente e non capì perché tutti si credevano in diritto di poterla toccare senza il suo consenso. Pensò subito ad Andrea e a quella sua proposta e si rabbuiò all'istante. Non che non le sarebbe piaciuto passare con lui quella notte, anzi, le sarebbe piaciuto eccome. Solo che il modo in cui lui l'aveva detto, il modo in cui l'aveva guardata, l'abeva fatta sentire come un oggetto, come se lui avesse intenzione di fare solo sesso e basta, senza pensare ad altro. E Giusy questo non lo voleva. Conosceva quel ragazzo da meno di una settimana ma le piaceva davvero, voleva conoscerlo e non solo farci sesso. Non sapeva perché le piacesse tanto, eppure lui non aveva mai dato dimostrazione di ricambiare questa sensazione, a parte quella proposta indecente che lei aveva declinato. Solo che quando stava con lui si sentiva diversa, si sentiva viva ed era una sensazione che aveva provato fin dalla prima volta che l'aveva visto da cui non riusciva a liberarsi.
Ci stava provando, erano due sere che non scendeva alle panchine, sempre con una scusa diversa. Anche a Mara raccontava bugie, non le aveva detto della proposta di Andrea di due sere prima, se ne vergognava nonostante Mara fosse l'ultima persona al mondo a poterla giudicare, dato che cambiava ragazzo in continuazione. Ma a Giusy non interessava, non voleva che nessuno sapesse, non voleva che si sapesse che Andrea l'aveva catalogata come una che ci sta subito, una da una botta e via. Sapeva che col suo linguaggio poteva sembrare una tipa del genere, ma quella era solo una parte di lei non certo tutti i suoi modi di fare erano così.
Sbuffò quando una signora sulla cinquantina coi capelli arruffati e lunghi si sedette alla sedia dove doveva lavorare lei e le chiese, fingendo interesse, come voleva che le asciugasse i capelli. La signora rispose e da quel momento in poi non smise di parlare. Parlò per più di mezz'ora dei figli, del marito, dei suoceri e del lavoro riempiendo di chiacchiere la testa già stracolma di pensieri di Giusy, che non appena finì la salutò cordialmente e si allontanò per fumare una sigaretta. Lesse solo in quel momento il messaggio di Mara che le chiedeva se quella sera sarebbe andata alle panchine e dopo aver fatto un paio di tiri alla sua sigaretta rispose di no. Le disse che doveva rimanere a casa con Chiara perché sua madre non ci sarebbe stata e posò il cellulare in tasca, buttando il mozzicone nel portacenere per poi rientrare e ricominciare a lavorare.Anche Andrea si accorse che nemmeno quella sera Giusy c'era al rione e si sentì ancora più in colpa della sera prima. Aveva interpretato male i segnali di Giusy e le aveva chiesto scusa su Instagram, dove alla fine l'aveva seguita lui, dandogliela vinta. Lei però non aveva mai nemmeno visualizzato quei messaggi, lasciandoli lì senza considerarli minimamente. Quella sera però, non appena vide Mara, si decise a parlare con lei.
«Ma Giusy?» Le domandò subito, attirando lo sguardo di tutti.
Ogni ragazzo aveva capito che tra Andrea e Giusy ci fosse qualcosa, forse una semplice attrazione ma comunque qualcosa.
«Non viene, deve stare con la sorella piccola.» Rispose la riccia, scrollando le spalle e appoggiandosi ad un muretto. Allora Andrea fece un passo verso di lei e la tirò leggermente per un braccio, portandola un po' in disparte dal resto del gruppo.
«Le puoi dire che mi dispiace per favore? O almeno di rispondermi su Instagram?» Domandò e solo allora si accorse che lo sguardo arrabbiato di Kevin era su di lui.
«Ma ch'è fatt cu Giusy?» Gli domandò il ragazzo alzandosi dalla panchina e raggiungendolo accanto a Mara.
«Niente, cose nostre.» Rispose Andrea, dando poco peso a Kevin che invece era sempre più nervoso. «Glielo dici?» Tornò a Mara che annuì distratta, abbassando il viso sul suo cellulare e scrivendo velocemente qualcosa.
«Stai al posto tuo, è capit?» Kevin continuò e intervennero Mimmo e Lello per farlo calmare.
Andrea annuì ma non capì il motivo di quella reazione. Si avvicinò a Lino e lo chiese a lui.
«Ma stanno insieme?» Gli chiese e l'amico scosse la testa per poi sospirare.
«No ma Kevin è così, fa il fidanzato geloso anche se non stanno insieme. Le vuole bene, tutto qua.» Spiegò, calpestando la cicca della sigaretta che aveva appena finito di fumare.
«Ah ho capito.» Disse Andrea, mentre da lontano vide una ragazza avvicinarsi a loro. L'aveva già vista ma non ricordava bene dove. Sicuramente qui con loro, forse di sfuggita nel rione tra le altre persone.
«Ma che hai combinato con Giusy? Perché le chiedi scusa?» Gli chiese l'amico ma lui ormai era concentrato su quella ragazza e si scordò quasi della mora che non vedeva da diversi giorni.
«L'ho fatta incazzare.» Rispose solo, puntando gli occhi sulla bionda che era appena arrivata.
«Ciao raga.» Arrivò e salutò tutti, per poi presentarsi anche ad Andrea che le sorrise e si presentò. «Piacere, Sara. Ti ho visto in giro qualche volta ma non ci eravamo mai presentati.» Sorrise a sua volta e aspettò le parole di Andrea.
«Sì, può essere. Non sei fissa coi ragazzi delle panchine tu?» Le domandò e lei scosse la testa.
«No, vengo qui ogni tanto, quando c'è qualcosa di interessante da fare.» Disse guardandolo negli occhi, per poi battere le ciglia velocemente ammiccando. «E stasera c'era eccome.» Continuò, per poi stringergli un attimo il braccio e allontanarsi.
No, stavolta non se lo stava immaginando, Sara stava spudoratamente flirtando con lui. Sapeva di essere un bel ragazzo, di attirare molte ragazze soprattutto per i soldi e il suo lavoro ma da quando, un mese prima, era arrivato a Napoli non era ancora stato con nessuna ragazza e la cosa iniziava a pesargli. Era per questo che aveva chiamato Lino, voleva conoscere gente nuova, nuove ragazze. A Posillipo stava bene, era un bell'ambiente ma i suoi compagni di squadra erano tutti fidanzati o sposati e non aveva voglia di fare il terzo in comodo.
Ripensò a Giusy e poi guardò Sara che si era seduta vicino a lui e con cui stava parlando da qualche minuto e capì che non si era sbagliato, qui avrebbe sicuramente trovato qualcuna con cui divertirsi un po' senza troppe complicazioni.
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Mondi opposti ; Andrea Petagna
Fanfiction«Lo sapevo fin dall'inizio che con te sarebbe andata a finire così, ma sono testarda e ho voluto provare lo stesso. Io ti venivo dietro e tu mi rifiutavi, io ti seguivo e tu seguivi le altre, altre che vivevano nel mio quartiere e io dovevo vederti...