Andrea era rimasto colpito da quella ragazza e due sere dopo, mentre era in auto con Lino, gliene parlò apertamente.
«Che tipa è? La vedo una che non sta mai zitta, una che ti tiene sempre testa.» Chiese all'amico che rise e annuì. Si conoscevano da qualche anno loro due, avevano in comune la passione per la musica rap e una sera ad un concerto di Luché un loro conoscente li presentò e da allora ogni tanto si sentivano. Così quando Andrea si trasferì a Napoli per lavoro, Lino fu il primo a cui pensò per uscire un po' la sera e conoscere nuove persone.
«Sì ha la lingua lunga ma è una brava guagliona.» Guardò Andrea per qualche istante, poi tornò a focalizzarsi sulla strada. «Ti piace?» Gli domandò ancora, vedendo che Andrea non rispondeva.
«E' un po'... come si dice dalle vostre parti 'tamarra'?»
«Vrenzola, sì, abbastanza.» Annuì e non poté che dare ragione all'amico, Giusy era la perfetta definizione di quel termine e ne andava anche abbastanza fiera.
«Ecco, sì, vrenzola. Comunque non mi dispiace, è una bella ragazza.» Affermò, guardando per un attimo l'amico alla guida e picchiettando le dita sulla maniglia della portiera su cui appoggiava la mano.
«Sì, e poi si dice che sia anche abbastanza abbordabile, capisci a me.» Lo guardò di sottecchi e poi gli fece un occhiolino che lasciò poca interpretazione ad Andrea che afferrò subito il senso di ciò che Lino voleva dire.
«Sì?»
«Così si dice, io non lo so onestamente. In quartiere non l'ho mai vista con nessuno, però dicono che non si faccia problemi al di fuori del rione.» Alzò le spalle mentre Andrea ascoltava attento. Pensò che magari poteva essere una buona compagnia per divertirsi un po', in fondo erano entrambi giovani e single, che ci sarebbe stato di male?Arrivarono al rione e parcheggiarono al solito posto, andando poi verso le panchine dove c'erano già tutti i ragazzi della sera prima.
«Ciao ragazzi.» Andrea li salutò genericamente e loro risposero allo stesso modo tranne Giusy che lo avvicino e lo squadrò come aveva fatto la sera prima. Poi si inumidì le labbra e iniziò a parlare.
«Sei tornato? Pensavo di averti spaventato abbastanza da tenerti lontano per qualche mese.» Disse, con la risata di Mara in sottofondo. Giusy voleva fare la spavalda ma Andrea aveva capito da subito che adorava confrontarsi con lui e anche lui la pensava allo stesso modo.
«Pensavi male. Sono tornato per mantenere la promessa che ti ho fatto l'altro ieri.» Rispose a tono facendole un occhiolino.
«Secondo me non trovi nemmeno il buco.» Lo prese in giro facendo ridere tutti, compreso Andrea che era lieto di aver trovato la situazione esattamente uguale a come l'aveva lasciata due giorni prima.
«Beh, può essere che mi confondo e scopo questi cerchioni che hai alle orecchie, più o meno stiamo là, no?» Ribatté diretto, proprio come aveva fatto la ragazza poco prima.
Lei scoppiò a ridere divertita e scosse la testa, tornando a sedersi con gli altri.
Era sempre più stupita dalle risposte del ragazzo, non gli sembrava quasi vero che un uomo avesse il coraggio di risponderle così, ma lo trovava giusto, voleva essere trattata da pari e non da inferiore perché non lo era affatto. Lo guardava da lontano mentre ne parlava con Mara che le dava ragione. Si alzò quando d'accordo con Kevin e Lello, decisero cosa fare per la serata.«Noi comunque tra poco andiamo al bar a bere qualcosa e giocare a biliardo. Tu vieni?» Gli domandò, quando lui era intento a parlare con Lino e Mimmo che la fissarono non appena si avvicinò e strattonò leggermente il braccio di Andrea.
«Certo, non ti preoccupare non scappo.»
«Sono solo gentile, non ti montare la testa.» Rispose, per poi fargli il dito medio e seguire Mara nella sua auto e avviarsi verso il bar.
Si ritrovarono lì ma per parecchio tempo non si parlarono e Giusy a stento riusciva ad osservarlo mentre giocava a biliardo, seduta sul suo sgabello al bancone del bar. Prese un'acqua naturale e una Coca-Cola e con Mara chiacchierava del più e del meno senza far vedere nemmeno all'amica che la sua attenzione era da un'altra parte. Arrivò anche Sara, un'altra ragazza del quartiere che ogni tanto usciva con loro e Mara andò con lei a fumare una sigaretta. Giusy no, Giusy restò lì, non aveva voglia di fumare. Avrebbe avuto voglia di conoscere meglio quel ragazzo, di prenderlo in giro e di vederlo sorridere alle sue provocazioni.«Ti hanno lasciata sola?» Sobbalzò quando sentì quella voce e si portò una mano al petto dallo spavento.
«Sì ma a quanto pare era meglio se andavo con loro a fumare.» Rispose, falsamente indispettita. Andrea la guardò e sorrise, sapeva che era appena iniziato il loro consueto gioco.
«Sei ancora in tempo eh nessuno ti trattiene. Io nel frattempo chiedo un po' d'acqua al barman.» Alzò un dito per richiamare l'attenzione del barman ma Giusy glielo abbassò.
«Tieni, ce l'ho io. Ti fa schifo che ci ho bevuto vicino?» Giusy gli passò la sua bottiglietta d'acqua e lui la afferrò subito, scuotendo la testa. Bevve un lungo sorso da quella bottiglia restando con gli occhi in quelli di Giusy che fissò la scena immaginando già di pregustare il sapore di quelle labbra al prossimo sorso d'acqua dalla sua bottiglia.
«Grazie mille.» Andrea gliela passò e lei bevve subito, chiudendo gli occhi e facendo a sua volta un lungo sorso, fino a che l'acqua terminò.
«Di nulla.» Disse, assaporando quel sapore che era palesemente presente sulla bottiglietta. «Come mai solo acqua?» Le domandò il ragazzo, ormai seduto comodamente accanto a lei. La scrutò per qualche secondo e la vide inumidirsi le labbra prima di rispondere. Fu un gesto veloce, rapido ma che il ragazzo apprezzò particolarmente.
«Domani mattina lavoro, non posso avere i postumi di una sbornia.» Rispose sbuffando e facendo roteare gli occhi.
«E io mi alleno, sono nella tua stessa situazione.» Disse lui di rimando sotto lo sguardo attento di lei.
«Di dove sei?» Chiese, sempre più curiosa di scoprire qualcosa in più di quel ragazzo.
«Sono nato a Trieste ma da quando avevo undici anni mi sono trasferito a Milano per giocare nel Milan. Prima di Napoli vivevo a Ferrara.» Raccontò, ruotando i pollici sulla pancia.
«Ferrara? E dov'è?» Domandò lei. Non conosceva quella città ma voleva saperne di più. Qualsiasi informazione su quel ragazzo le interessava, anche cose che non aveva mai considerato.
Lui sorrise scuotendo la testa, guardandola di sbieco. Davvero non sapeva dove fosse Ferrara?
«In Emilia Romagna, è una piccola città ma sono stato bene.» Spiegò lui, passandosi una mano tra i capelli.
«Ah capisco. Ora invece dove abiti?» Chiese ancora e si accorse che con tutte queste domande poteva sembrare un quarto grado, cosa che voleva assolutamente evitare. Si promise che quella sarebbe stata l'ultima domanda che gli avrebbe porto.
«A Posillipo, in una villetta.» Rispose lui, sempre molto cordiale.
Ad Andrea non stavano disturbando quelle domande, anzi, gli faceva piacere parlare con lei. Era una ragazza curiosa e allo stesso tempo sveglia. Gli piaceva e gli piacevano i segnali che lei gli mandava in continuazione, stava iniziando a pensare a come potesse essere passare qualche ora con lei da soli.
«Con la piscina?» Domandò la ragazza, mordendosi la lingua per quella domanda di troppo.
«Assolutamente.» Annuì Andrea per poi sorridere con quella dentatura perfetta che ipnotizzava Giusy.
«Qualche volta ci voglio venire, sono curiosa di vederla.» Disse la mora per poi scendere dallo sgabello e sfiorargli il petto con un movimento quasi involontario. Entrambi, però, sapevano che non lo era affatto.
«Certo, poi venite tutti appena posso, facciamo una festa.» Le diede corda e lei felice annuì. Si alzò anche lui e la seguì raggiungendo gli altri, era il loro turno di giocare.Fecero una partita che vinsero spudoratamente Andrea e Lino, poi andarono di nuovo tutti al bancone a bere qualcosa. Giusy se ne stava con Mara e parlavano tra di loro, senza dare molto ascolto ai ragazzi quando dissero che se ne stavano andando. Li salutarono distrattamente per poi tornare alle loro chiacchiere, fino a che, pochi minuti dopo, Andrea non apparve alle sue spalle.
«Posso rubartela un attimo?» Chiese a Mara che alzò le spalle e acconsentì subito, avvisando l'amica che l'avrebbe aspettata in auto per poi tornare a casa. Uscì dal bar e i due rimasero soli.
«Dimmi.»Giusy era un po' agitata, non sapeva a cosa doveva quella richiesta e pendeva praticamente dalla bocca del ragazzo. Sperò che lui la invitasse ad uscire da soli una delle prossime sere, e il suo cuore andò un po' più veloce anche solo ad immaginare una cosa del genere.
«Vuoi venire da me per stanotte? Stiamo un po' insieme ti faccio vedere casa mia.» Disse lui, con fare ammiccante. Le sfiorò una guancia e poi le appoggiò una mano sul fianco, prendendosi forse troppa confidenza.
Alla ragazza il sorriso morì sul viso, non riusciva a credere alla proposta che aveva appena ricevuto. Dovette battere più volte le palpebre per mettere bene a fuoco la situazione, prima di decidere cosa rispondere. Scosse la testa schifata da quella proposta e gli diede una spinta, allontanandolo.
«Ma per chi cazzo mi hai presa? Non mi toccare e vattene a fare in culo, strunz!» Gli rispose, semplice e diretta, per poi lasciarlo nel bel mezzo del bar e correre fuori dalla sua amica che la stava aspettando.

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Mondi opposti ; Andrea Petagna
Fiksyen Peminat«Lo sapevo fin dall'inizio che con te sarebbe andata a finire così, ma sono testarda e ho voluto provare lo stesso. Io ti venivo dietro e tu mi rifiutavi, io ti seguivo e tu seguivi le altre, altre che vivevano nel mio quartiere e io dovevo vederti...