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Salì le scale che l'avrebbero portata a casa a due a due, felice che anche quella giornata di lavoro era stata messa alle spalle. Aprì la porta con la sua copia delle chiavi, salutò sua madre e sua sorella e andò spedita verso la camera dove voleva rilassarsi qualche minuto prima di cenare.

«Ma che cazzo!» Urlò portandosi una mano sul petto quando vide qualcuno nel suo letto, spaventandosi a morte. «André tu si pazz.» Gli tirò un cuscino addosso e lui scoppiò a ridere.
«Non ti è piaciuta la sorpresa?» Le domandò il calciatore, tiratosi su e messosi a sedere nel bel mezzo del letto di Giusy.
«Sì ma all'improvviso mi vedo qualcuno in camera permetti che mi spavento? Che ci fai qui?» Gli domandò, per poi sedersi con lui sul letto e baciarlo.
«Avevo voglia di vederti, anche perché dopo domani parti e non ci vedremo per tre giorni quindi voglio approfittarne ora che posso.» Spiegò lui, accarezzandole il viso per poi lasciarle un bacio sulla punta del naso. La ragazza annuì beandosi di quelle attenzioni che, solo qualche mese prima, mai si sarebbe aspettata di ricevere da Andrea. E invece il ragazzo era sempre più presente e attento, sempre più dolce, sempre più amorevole. Adorava il modo in cui la trattava e cercava sempre il modo di passare più tempo possibile con lui. Erano andati a cena fuori, a cena da compagni di squadra di lui, al cinema, a correre insieme, a passeggiare sul lungomare; praticamente facevano tutto insieme. Ora Giusy doveva andare a Bologna per tre giorni per seguire un corso di formazione che l'avrebbe aiutata a trovare un lavoro migliore. Ovviamente i due erano abituati a stare lontani per qualche giorno, dato che Andrea era spesso via per le trasferte, ma non era mai successo che fosse Giusy a stare fuori ed era tutto un po' strano.

«Non è che ti innamori di qualche parrucchiere al corso con te e mi appendi qua?» Andrea ruppe il silenzio che si era venuto a creare e passò lo sguardo dal soffitto alla mora sdraiata accanto a lui.
«Ma sei scemo? Io voglio solo te, lo sai.» Si girò e gli lasciò un bacio sulla base del collo che il ragazzo interpretò subito come un lascia passare e prese il viso di Giusy con una mano e fece avvicinare le loro labbra per poi baciarla.
Restarono così, abbracciati nel buio di quella camera finché la signora Patrizia non li chiamò per la cena. Cenarono tutti e quattro insieme come una famigliola felice, risero e scherzarono come sempre e mangiarono tutto ciò che la padrona di casa aveva preparato con tanto impegno. Dopo aver aiutato a sparecchiare e a fare i piatti, si misero tutti e quattro sul divano.

«Giusy allora per l'una devi stare qua che io me ne vado. Ce la fai?» La signora Patrizia lavorava per una cooperativa che si occupava di anziani in case di riposo e un paio di volte al mese le capitava qualche turno di notte.
«Sì mà, all'una meno dieci sto qua.» Acconsentì la ragazza che non avrebbe mai lasciato la sorellina da sola in casa.
«André perché non rimani anche tu? Mi fai stare più cuieta, ja...» La mamma di Giusy lo guardò con un'espressione preoccupata e lui subito annuì.
«Come no, resto volentieri.» Disse per poi baciare sulla guancia Giusy che era appoggiata alla sua spalla.
Restarono sul divano ancora una decina di minuti, poi si diedero una sistemata e alle dieci scesero alle panchine. Incontrarono il resto del gruppo e Giusy raggiunse subito Mara con cui iniziò a parlare di cose successe nel quartiere mentre Andrea se ne stava con Lino e gli altri.
«Ue Giusina, tutto appost? Comm sì bell.» Kevin arrivò con qualche minuto di ritardo rispetto agli altri e dopo aver salutato il resto del gruppo si avvicinò a Giusy e la salutò a suo modo, come sempre.
«Tutto bene tesò, a te?» Lo abbracciò e si sentì subito gli occhi di Andrea puntati addosso. Il calciatore non aveva mai dimostrato di essere un tipo molto geloso ma lei capiva bene che poteva essere infastidito da quella vicinanza con Kevin. Non voleva nemmeno, però, essere fredda con quello che era sempre stato un buon amico per lei, quindi decise di comportarsi con equilibrio, senza esagerare in nessuno dei due comportamenti. Ben presto i due gruppi si unirono e Giusy si mise vicino ad Andrea che la teneva stratta a sé appoggiandole un braccio sulle spalle e lasciandole un bacio sulla bocca ogni tanto. Si divisero di nuovo quando andarono al bar a bere qualcosa e lì arrivò anche Nancy con altre ragazze del quartiere. Salutarono tutti e subito si misero a ronzare intorno agli uomini, Nancy soprattutto ad Andrea. Giusy era al bancone con Mara e li guardava da lontano mentre ridevano e lei lo toccava occasionalmente nonostante lui ogni tanto si scansasse, conscio della gelosia della sua ragazza. Poi ad un certo punto, finita la sua partita a carambola, Andrea lasciò gli altri al tavolo da biliardo e raggiunse Giusy e Mara al bancone del bar, capendo subito che la sua ragazza si era innervosita.

«Non ho fatto niente, hai visto?»
«Ti sei fatto toccare.»
«Ma se mi sono scansato!» Alzò la voce ma non troppo, per evitare che sentisse qualcun'altro oltre loro tre.
«La prima volta no e le hai anche sfiorato i capelli.»
«Ma mi ha preso alla sprovvista e non le ho sfiorato i capelli, mi davano fastidio sul braccio che mi facevano il solletico e li ho spostati.» Allungò una mano e accarezzò il viso di Giusy che aveva gli occhi verso l'alto e le braccia incrociate. «Lo sai che non me ne fotte un cazzo di quella.» Concluse e Mara accanto a loro li guardò con gli occhi dell'amore.
«Mh...»
«Mh che? Dai...»
«Andiamo a casa? E' tardi.» La ragazza guardò l'orologio e Andrea annuì, era l'una meno un quarto e dovevano andare. Salutarono tutti e si avviarono con l'auto di Andrea verso casa di Giusy.
Entrarono in casa e la prima cosa che fece la ragazza fu andare a controllare che la sorella stesse dormendo, poi salutò la mamma che se ne andò a lavoro e si diresse con Andrea in camera sua.
«Ehi, dai ora ce l'hai con me?» Il calciatore la prese per le mani e la guardò negli occhi.
«No, alla fine conta che sei qui con me. Giusto?»
«Giustissimo, brava.» Sorrise e la baciò. Si misero a letto e poco dopo ad Andrea arrivò un messaggio su Instagram al quale non diede molto peso. Fu Giusy a vedere il mittente con la coda dell'occhio e ad andare su tutte le furie: era Nancy.
«Ma perché 'sta stronza ti scrive su Instagram? Che cazz vo?» Si agitò e Andrea sospirò, innocente come mai prima.
«Non lo so, non ho nemmeno letto. Dai, vieni qui e dormiamo.»
«No, voglio sapere che vuole, fammi leggere.» Guardò il suo fidanzato negli occhi che subito prese il cellulare e glielo passò. Non aveva davvero niente da nascondere e anzi, era già stanco di dover litigare con lei per queste stronzate.
«Ti scrive spesso.»
«E io rispondo?»
«No.»
«Ecco, allora posa il cellulare e vieni a dormire.»
«Oppure cancelli i messaggi, sì, potrebbe essere...» Lo guardò male, come se davvero avesse fatto una cosa del genere.
«Giusy mo basta veramente, non cancello niente e con quella a stento ci parlo. E' lei che ogni tanto mi scrive qualcosa, a me non me ne fotte un cazzo, te lo ripeto.» Iniziò a spazientirsi e Giusy si convinse che non le stava mentendo. «Voglio solo te, come te lo devo dire?» Continuò il ragazzo, spingendosi su di lei e facendola sdraiare sotto al suo corpo pesante. Iniziò a baciarla e a Giusy quasi sembrò di essersi dimenticata il motivo per cui si era innervosita poi se ne ricordò e volle stuzzicare ancora un po' Andrea.
«Nessun'altra?» Gli chiese, quando lui stava per entrarle dentro.
«Solo tu e nessun'altra.» Ripeté il ragazzo per poi affondare dentro di lei.

Fecero l'amore e poi si strinsero l'uno all'altro, come se stringendosi così forte potessero fondersi in una sola persona. Furono svegliati, poco dopo, dalle nocche di Chiara che sbatterono sulla porta della camera da letto di Giusy. La parrucchiera saltò subito fuori dal letto ed andò ad aprire la porta, trovandosi la piccola quasi in lacrime di fronte.

«Che succede Chià?» La strinse subito a sé e la sorellina dopo qualche secondo iniziò a parlare.
«Ho fatto un brutto sogno, posso dormire con voi?» Chiese, con gli occhi lucidi e il cuore che le correva ancora forte in petto per lo spavento. Giusy guardò subito Andrea che nel frattempo si era svegliato e che si spostò sul lato del lettino facendo spazio anche a Chiara.
«Voglio stare vicino ad Andrea, così non avrò paura se faccio di nuovo un brutto sogno.» Spiegò ancora la ragazzina, infilandosi sotto le coperte e appoggiandosi subito al petto del calciatore che la assecondò senza problemi. Chiara si addormentò quasi immediatamente e poco dopo anche Andrea crollò in un sonno profondo. Giusy invece, non riusciva a smettere di guardare quella scena così dolce e speciale per lei. Due delle persone più importanti della sua vita che si stringevano forte uniti da un forte legame.
Andrea era davvero diventato così importante anche per sua sorella? Sorrise alla risposta che si diede nella sua testa, felice e soddisfatta di aver finalmente trovato la pace e l'amore.
Sì, proprio così, l'amore.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora