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Dopo più di un'ora guardò fuori alla porta dallo spioncino e lo vide ancora lì fuori, seduto sull'uscio con la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Non stava dormendo perché ogni tanto li apriva ma si vedeva chiaramente che non stava bene, che era stanco.
Cosa cazzo c'era da spiegare? Era tutto così chiaro che Giusy non voleva saperne i dettagli, voleva solo dimenticare quella storia così complicata e andare avanti con la sua vita. Si andò a chiudere nella sua camera quando la mamma la avvertì che stava per uscire per accompagnare Chiara a scuola per evitare che lui entrasse e si incontrassero. Sentì la sua voce e immaginò che Chiara l'avesse abbracciato, così come sua madre. Le due donne non avevano mai superato del tutto la loro rottura e volevano ancora un gran bene ad Andrea. Chiuse gli occhi e sperò che lui se ne andasse il prima possibile. Si accorse che le sue preghiere non erano state ascoltate quando sentì bussare alla porta della sua camera: la signora Patrizia l'aveva fatto entrare e ora era a pochi metri da lei. Le sembrava di riuscire a percepire il suo profumo fin da lì, nonostante la porta li dividesse.

«Che vuoi?»
«Per piacere, mi fai spiegare?»
«Non voglio il racconto di come ti scopi le altre, non mi interessa.»
«Non ci ho fatto nulla con quella, te lo giuro.»
«Sì e io sono vergine.»
«Dai fai la seria, ti posso spiegare come stanno le cose?»
«No, lo so già.» Sbraitò la parrucchiera trincerata nella sua stanza.
«Non sai niente. Apri questa porta.» Andrea si appoggiò con la testa alla porta e pregò in qualsiasi entità superiore che potesse aiutarlo in quella circostanza. Contro ogni sua speranza la porta si aprì e Giusy gli si parò di fronte.
«Dai, sentiamo questa stronzata.» Disse per poi incrociare le braccia sotto al seno in segno di ostilità.
«Vuoi la verità? Me la volevo scopare quella, me la volevo scopare perché ero stanco di stare male per te che nemmeno mi credevi, che nemmeno ti sei mai fidata di me. Ero stanco e volevo tornare ad essere quello che sono sempre stato: un giovane felice e spensierato. Quindi sono andato a ballare e ho rimorchiato questa, un drink, qualche bacio e l'ho portata a casa.» Si fermò perché intravide che Giusy stava iniziando a respirare rumorosamente e che si stava agitando, fece passare qualche secondo e continuò. «Ma quando si è spogliata io mi sono bloccato. Non sono riuscito nemmeno a toccarla con un dito, te lo giuro su mia mamma. Siamo stati tutta la notte a chiacchierare e mi ha dato consigli su come riconquistarti perché anche lei si è accorta che sono pazzamente innamorato di te.» Concluse il suo discorso col cuore che gli correva ancora di più che dopo aver fatto sei piani di scale a piedi.

Giusy restò immobile dopo quelle parole, le lacrime le velarono gli occhi ma le cacciò via. Non voleva fare lo stesso sbaglio due volte, voleva davvero fidarsi di Andrea ma come sempre non ci riusciva, almeno non subito.

«Avevi ragione su Kevin, non voleva farmi stare con te e ha detto una marea di cazzate sul mio conto. Ero venuta da te per dirti questo.» Rispose cercando di sembrare più calma.
«Dio mio, grazie. Ora l'hai capito che non ti ho mai mentito e che non ti ho mai tradito? Ora mi credi?» Il ragazzo le prese le mani e come al solito se le portò al petto, avvicinando finalmente i loro corpi.
«Sì e mi scuso per come mi sono comportata con te, avrei dovuto crederti.»
«Va bene, accetto le scuse, nemmeno me ne frega più niente di quello che è successo. Voglio solo riaverti nella mia vita, da adesso.» Ora anche il calciatore aveva gli occhi lucidi, era così innamorato di quella ragazza che non gli importava di nient'altro che tornare con lei.
Voleva riavere quei loro momenti di vita quotidiana, quei loro momenti tanto semplici quanto unici.
«Io ora non sono pronta, non riesco ancora a fidarmi. Non di te ma delle persone in generale.» Giusy lo disse con il cuore in pezzi, con il petto che le si alzava e abbassava in continuazione sconquassato dal pianto.
«Giusy...»
«Ti credo, ti credo davvero Andre, ma ora non ce la faccio. Ho bisogno di riprendermi da tutte le stronzate che ho fatto nella mia vita, ho bisogno di tempo per fare pace con me stessa prima di tornare con te.»
«Insieme siamo più forti e io potrei aiutarti, so bene di che parli...»
«No, ho bisogno di stare un po' da sola. Ovviamente tu sei libero di fare ciò che vuoi, non ti voglio tenere legato a me.»
«Non mi frega di nient'altro se non di te. Ti aspetto.»
«Mi dispiace per tutto, mi perdonerai mai?» Il pianto ormai si era del tutto impossessato di lei e Andrea azzerò le distanze stringendola tra le sue braccia. Non voleva vederla così, non voleva che lei soffrisse. Avrebbe voluto soffrire il triplo lui per prendersi anche le sofferenze della ragazza che aveva tra le braccia ma purtroppo sapeva che non era possibile.
«Non hai nulla da farti perdonare. Lascia solo che io ti ami come meriti, permettimelo.»
«Perché? Mi spieghi perché ami me e non un'altra qualsiasi? Io sono piena di guai, ti ho da sempre giudicato male, ti ho trattato come un traditore seriale quando tu sei sempre stato sincero con me, anche all'inizio non mi hai mai illusa. Perché io?»

Andrea la guardò negli occhi e nonostante non fosse bravo con le parole, si sforzò di cercare nel suo cuore la risposta a quella domanda.

«Perché sei coraggiosa e non hai paura di niente, se hai un'idea la porti avanti e non ti frega del giudizio della gente. Perché mi hai insegnato che essere diversi non è sinonimo di essere incompatibili e che due mondi opposti a volte camminano mano nella mano uno al fianco dell'altro. Mi hai insegnato ad amare e mi hai fatto crescere. Tu e nessun'altra, dal primo giorno.»

Giusy a quelle parole sentì l'amore che provava per quel ragazzo vivo dentro di lei, come se fosse un'entità da cui non potersi liberare. Lo abbracciò tra le lacrime e gli promise di rincontrarsi dopo qualche giorno per darle modo di capire bene cosa voleva. Si salutarono e Andrea andò via.
La ragazza in realtà sapeva bene cosa voleva, voleva Andrea ma voleva anche essere in pace con se stessa per poter cominciare con dei buoni presupposti la storia con lui.
Si prese qualche giorno di tempo e quando decise che gli avrebbe scritto per vedersi, successe una cosa che la sbalordì. Non riusciva a credere ai suoi occhi e ancora una volta, Andrea, le aveva dimostrato che l'amava davvero e che la sua unica priorità era stare con lei.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora