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«Oh, allora gliel'hai detto?» Era appena tornato a Napoli dopo aver passato anche le settimane di ritiro in Trentino ed era a telefono con il fratello.
«Ma che gli dico che nemmeno mi rivolge la parola?» Sbuffò, aveva già abbastanza ansia poi si metteva anche Simone a peggiorare la situazione.
«Devi parlare tu mica lei? La prendi in disparte e glielo dici chiaro e tondo.»
«Ma non mi prenderà mai seriamente, non si fida di me. Devo trovare un modo per farle credere alla mia fedeltà.»
«Poi hai scoperto chi gli ha detto che l'avevi tradita? Si fida più di questa persona che di te che eri il suo ragazzo, quindi deve essere una persona importante per lei...»

Simone per una volta aveva detto una cosa intelligente. Doveva scoprire chi le aveva raccontato quella bugia per capire il motivo e soprattutto da dove l'aveva inventata. Ma chi poteva essere? Dei ragazzi delle panchine si fidava ciecamente, così come pure di Mara. Non riusciva a trovare nessun altro e non credeva che si sarebbe fidata delle voci di Sara o delle altre ragazze del quartiere. Ne parlò anche con Nancy che era anche lei stanca di tutta quella storia, era passata per una sfascia relazioni senza aver fatto nulla e non ne poteva più. Neanche lei, però, seppe dare ad Andrea una risposta giusta.
Quella sera tornò alle panchine e abbracciò tutti i ragazzi che lo accolsero calorosamente dopo più di un mese di assenza.
«Mammami quanto stai nero, te lo sei mangiato proprio il sole eh!»
«Eppure non mi sono quasi mai messo ad abbronzarmi, al massimo lo prendevo a mare mentre facevo il bagno o sulla barca.»
«E' stata una bella vacanza? Ti sei divertito?» Chiese Mimmo, vedendolo un po' titubante.
«Sì dai, diciamo di sì. Ho cercato di rilassarmi, ne avevo bisogno.» Annuì ma tutti capirono che non era sincero al cento per cento.
«Rilassarti eh? Chissà quante ne avrai castigate, bulldozer!» Lello con una mossa veloce si avventò tra le sue gambe stringendogli il pacco e facendo ridere tutti.
«Macché, lasciamo stare va... a proposito...» Si guardò intorno e vide finalmente Giusy arrivare con Mara e la fissò fino a che non lo notò anche lei. «Scusate, torno subito.» Si congedò dai ragazzi e raggiunse le due amiche alla panchina accanto.

Aveva le mani sudate e tremolanti, ora vedeva Giusy sotto un'altra luce e non appena la ebbe di fronte, a pochi metri da lui, ne fu ancora più sicuro: era innamorato di lei.

Ripose le mani in tasca ed esordì con un sorriso per poi salutare prima Mara e poi anche Giusy.
«Tutto bene?» Chiese poi alle due ragazze.
«Bene, sì. A te?» Fu Mara a parlare mentre Andrea si accorse che Giusy aveva quasi sempre lo sguardo basso e che non riusciva a guardarlo per più di qualche secondo. 
«Bene. Giusy...» Richiamò l'attenzione della ragazza che alzò lo sguardo poggiandolo su di lui e che dopo qualche secondo di silenzio lo stroncò.
«Mi fa piacere che stai bene e che in vacanza tu ti sia divertito e rilassato, non ho altro da dirti.» Terminò, facendo scoppiare un palloncino con la sua solita big bubble.
«Possibile che dopo tutto questo tempo ancora credi alle voci di quartiere, di chissà chi, e non a me?»
«Possibilissimo perché so che è la verità. Ora se mi vuoi scusare devo andare a comprare le sigarette con Kevin che mi sta aspettando. Ammò tu vieni?» Si rivolse a Mara mentre Andrea, sempre più sconsolato, annuì per poi andarsene.

Giusy non sapeva come era possibile che lui ancora insistesse su quella storia, lo sapevano tutti in quartiere che l'aveva tradita e nonostante sia lui che Nancy lo negassero era chiaro che invece quella era la verità. Se ne andò dal tabaccaio con Kevin sul suo SH nero e poi andarono al bar dove tutti gli altri si erano spostati. Restò con lui al bancone a bere una cocacola e a sentirgli raccontare delle strane storie che gli erano capitate nella fabbrica di materassi dove lavorava ormai da anni. In questi mesi si erano avvicinati sempre di più, tanto che una delle sere precedenti Kevin aveva provato a baciarla dopo averla accompagnata a casa. Giusy si era subito scostata perché lo reputava solo un amico, un grandissimo amico, ma niente di più. Lui si era subito scusato e giustificato dicendo che era stata una reazione quasi automatica alla bella serata che avevano passato insieme e non ci aveva più provato. 
I giorni seguenti furono abbastanza imbarazzanti ma poi Giusy aveva ripreso a comportarsi come sempre, sperando che davvero quella era stata una reazione sbagliata e non che Kevin provasse ancora qualcosa per lei. Non voleva friendzonarlo ancora anche perché lui sapeva bene che lei in testa aveva ancora Andrea. Non ci avrebbe fatto pace e voleva dimenticarlo ma per il momento non riusciva a pensare ad altri. 

E non la aiutava il fatto che Andrea non faceva che fissarla, si accigliava quando vedeva Kevin che la abbracciava o che la baciava. Una volta addirittura fece cadere un bicchiere di vetro sul pavimento, casualmente secondo lui ma di proposito secondo lei, per far capire a Giusy che li stava osservando. 
Non la avvicinò più, non le chiese più di crederlo o di perdonarlo. Le faceva sentire, però, sempre la sua presenza, come a dimostrarle che lui non si era dimenticato di lei e che non l'avrebbe fatto a breve. Con quel comportamento per Giusy fu sempre più difficile dimenticarsi di lui e andare avanti. Ma era davvero ciò che voleva?


Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora