18.

363 28 30
                                    

«Amo i lunedì.» Mormorò Giusy da sotto le coperte lasciando un bacio sulla base del collo ad Andrea che annuì trovandosi d'accordo con lei.
«Anche io.» Le sorrise e la strinse un po' più forte a lui lasciandole poi un bacio leggero sulla fronte. «Tua madre poi l'altra sera ha detto qualcosa sul fatto che sono rimasto a dormire da te?» Domandò Andrea alla ragazza. Non voleva crearle problemi con la sua famiglia e voleva essere sicuro di non averlo già fatto senza nemmeno accorgersene.
«No, tranquillo.» Giusy scosse la testa e poi la alzò arrivando alle labbra carnose del ragazzo che baciò con trasporto.
«È una cosa abituale?»
«Cosa?»
«Che i ragazzi dormano da te.»
«No, te l'ho già detto che non ho mai avuto prima d'ora una storia...così.» Andrea notò subito un lieve imbarazzo nelle parole di lei e per poco non rise. Sapeva che era un argomento tabù ma gli piaceva stuzzicarla così continuò.
«Così?»
«Sì, così.» Annuì la ragazza.
«Così come?»
«Dai Andre.» Sbuffò e gli tirò uno schiaffo sulla pancia. «Basta.» Disse poi, guardandolo negli occhi. Andrea sorrise e annuì, sempre più convinto di aver trovato in Giusy una ragazza che senza fare proclami e casini riusciva a dargli la tranquillità che voleva. Non continuò con le domande e poco dopo si alzarono e iniziarono a sistemare casa per l'arrivo dei ragazzi che ci sarebbe stato dopo più o meno un'ora. Chiamarono la pizzeria e la friggitoria, si fecero portare le birre e il vino per chi l'aveva chiesto e poi pensarono anche al menù light per Andrea che di sicuro non mangiava pizze fritte e birre. Gli prepararono del pollo all'insalata accompagnato da verdure grigliate. Fu tutto pronto quando arrivarono i ragazzi delle panchine.

«Uè uagliù! Tutto apposto?» Mimmo fu il primo ad entrare e abbracciò sia Andrea che Giusy prima di farsi da parte e aspettare che i due salutassero anche gli altri. Le pizze arrivarono dopo nemmeno un quarto d'ora e furono talmente apprezzate che finirono in men che non si dica. Iniziarono a parlare e a sfottersi uno con l'altro, prendendo di mira soprattutto Lino che era gelosissimo delle sue due sorelle che quella sera si era portato dietro.
«Cecilia è a mij, già abbiamo deciso. Vero Ceci?» Lello guardò con aria provocante la sorella minore di Lino che scoppiò a ridere e annuì, prendendosi uno schiaffo dietro la testa dal fratello.
«Non ci provare nemmeno o'Lè! T lev e cosce!» Urlò Lino, alzandosi anche dalla sua sedia e puntando il dito contro l'amico. Scoppiarono tutti a ridere e continuarono a prendere di mira Lino sulla sua gelosia.
«Ora facciamo una bella cosa.» Andrea richiamò l'attenzione su di lui non appena ebbero finito di sparecchiare. «Noi maschietti giochiamo un poco a poker mentre voi femminucce vi trovate qualcosa da fare.» Propose, prendendosi subito le lamentele delle ragazze e l'appoggio dei ragazzi.
«Bella fra, ci sto.» Mimmo gli diede il cinque e a ruota che gli altri.
«Eddai però che palle Andre.» Giusy sbuffò incrociando le braccia sotto al seno e guardandolo male.
«Dai è solo qualche ora.» Andrea le fece l'occhiolino e lei alzò le spalle rassegnata.
«Dai che poi torna da te, non ti preoccupare non te lo rubiamo.» Lello la prese in giro e lei scosse la testa divertita.
«Non è quello il problema, ve lo potete tenere.» Rispose la ragazza, prendendosi gli sguardi di tutti, compreso quello di Andrea che la raggiunse e la baciò.
«Non mi trattare male.» Le sussurrò per poi ridere di gusto.
«Mai fatto. Ah e senti... possiamo fare il bagno nella jacuzzi?» Gli domandò, sicura che non avrebbe detto di no.
«Certo basta che non fate danni.»
«Tranquillo, grazie e buon poker.» Giusy gli diede un bacio a stampo e poi si voltò rivolgendosi alle altre ragazze. «Avete portato i costumi?» Urlò, ricevendo in cambio un coro di sì.

Le ragazze lasciarono la stanza ormai adibita a poker e si spostarono nella veranda coperta che ospitava la jacuzzi per otto persone che già le attendeva. Si spogliarono velocemente e indossarono i costumi per poi immergersi velocemente nell'acqua calda e schiumosa.
«Ua amo nessuno di noi ha pensato a prendere un cellulare per fare le foto?» Chiese Mara sbuffando, quando ormai erano già tutte dentro prese a rilassarsi.
«Mammami veramente. Una foto ci vuole proprio...» Mormorò Cecilia e Giusy annuì. Le ragazze avevano ragione e Giusy decise di andare lei a prendere il suo cellulare.
«Vado a prendere il mio che sono più pratica della casa. Un attimo e ci abbuffiamo di foto ammò.» Fece la linguaccia alle ragazze ed uscì mettendosi un accappatoio addosso e camminando sulle punte fino alla stanza dove i ragazzi giocavano a poker.
«Ma quindi con Giusy state insieme?» Sentì la voce di Mimmo e si fermò, troppo curiosa per non origliare quel discorso.
«Stiamo insieme in che senso?»
«Come in che senso? State insieme? Siete fidanzati?» Ripeté Mimmo e Andrea ribatté subito.
«Oh non esageriamo, fidanzati no, ma nemmeno stiamo insieme.»
«No? A noi sembra di sì.» Stavolta fu Lino a parlare e Andrea sospirò rumorosamente.
«Con Giusy sto bene, benissimo. Non me lo sarei mai aspettato ma con lei sto bene come non stavo forse da anni e forse con nessuna prima di lei. Ma dire che è la mia fidanzata è troppo, anche perché è fuori dai miei standard.» Concluse il suo discorso e Giusy passò dalla felicità della prima frase alla perplessità della seconda.

Fuori dai suoi standard? Che voleva dire?

«In che senso?» Domandò Lello.
«L'avete vista la mia ex? Una modella internazionale alta un metro e ottanta che sfila per D&G, Valentino e Balenciaga... cioè, non so se mi sono spiegato. Con Giusy ci sto bene, lo ripeto, ma non può essere la mia fidanzata. Veniamo da due mondi troppo diversi, due mondi opposti.»

Giusy si portò subito una mano sul cuore che sentì battere all'impazzata, le gambe le divennero molli all'istante e dovette trattenere le lacrime. Quelle parole l'avevano ferita nel profondo, soprattutto perché non se lo aspettava.

«Sì ma ci stai insieme no? Se non ti piace perché ci stai?»
«Mica non mi piace, Giusy è una bellissima ragazza e ripeto che ci sto benissimo con lei. Solo che è comunque una parrucchiera di periferia e io ho altri standard da rispettare. Ma ve la immaginate ad una sfilata con me? Con la big bubble in bocca e gli orecchini a cerchio?» Fece una risatina e scosse la testa. «Impossibile.» Terminò e per qualche secondo ci fu silenzio, squarciato poi da Mimmo che continuò la conversazione.
«Sì ma allora lasciala stare, no? La stai solo illudendo e non se lo merita Andrè. È una brava ragazza e secondo me ci tiene davvero a te.»
«Ma anche io ci tengo a lei, le voglio davvero bene. Non le ho mai detto che è la mia fidanzata o cose così, non la sto illudendo. Stiamo bene insieme e stop.»
«Vabbè fra, fai come vuoi ma secondo me stai sbagliann. Poi vedi tu...» Lello appoggiò Mimmo e anche Lino si accodò a loro. Cambiarono discorso ma Giusy rimase ancora qualche attimo attaccata con le spalle al muro per riprendersi, per poi tornare dalle ragazze dopo aver recuperato uno dei loro cellulari.

Tornò nella jacuzzi con loro e finse spensieratezza ma il peggio arrivò a fine serata quando tutti se ne andarono e lei rimase da sola con Andrea che insisté per farla rimanere da lui a dormire.

«Non posso perché domani devo accompagnare Chiara a fare una visita che mamma ha il turno di mattina e non c'è.»
«E allora? Metti la sveglia e domani mattina andiamo a prendere Chiara e la portiamo a fare la visita, vi accompagno io.»
«Non posso.» Non sapeva che altro inventarsi per andarsene da lì ma ci pensò un attimo e aggiunse dettagli a quella storia. «Mia mamma va via presto domani mattina e non posso lasciare Chiara da sola a casa. Ci vediamo alle panchine domani sera, ok?»
«Se la metti così... va bene. A domani allora e scrivimi quando arrivi a casa.»
«A domani, ciao.» Giusy si diresse verso la porta trattenendo il respiro ma non riuscì ad impedire ad Andrea di raggiungerla e baciarla, cosa che lei voleva assolutamente evitare.
«Non correre.»
«Buonanotte.» Lo salutò e finalmente uscì da quella casa, sfrecciando verso casa sua.

Nessun turno di mattina, nessuna visita, niente di niente. Tutto inventato pur di non stare con lui, pur di non guardare quei suoi occhi che fino ad allora avevano solo saputo fingere. Era arrivato il momento di chiuderla e Giusy, dopo gli ultimi avvenimenti, ne fu finalmente consapevole e sicura.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora