La sera che Giusy era tornata a Napoli, non erano nemmeno passati alle panchine tanto che erano stati presi dalla passione. Erano rimasti a letto per tutta la serata e anche la notte ma la sera dopo, come da abitudine, tornarono alle panchine.
«Ueué guarda cà chi si rivede eh!» Mimmo fu il primo a vederli da lontano e ad avvicinarsi alla coppia. Giusy e Andrea scoppiarono a ridere prima di stringerlo in un abbraccio e raggiungere gli altri insieme a lui. Salutarono tutti affettuosamente, soprattutto la ragazza, che mancava da lì da quattro sere, cosa successa raramente nella sua vita. Si sentì a casa non appena vide quelle panchine scomode in cemento e quel gruppetto di ragazzi che per lei era una famiglia.
«Ieri sera non vi siete proprio fatti vedere, porcellini!» Stavolta fu Lello a parlare e Andrea annuì alzando le spalle come ad indicare che ciò che aveva detto l'amico era un'ovvietà.
«E secondo te venivamo qua? Con tutto il rispetto...» Fu Giusy a parlare e a far ridere tutta la comitiva. Sempre schietta e diretta, come al solito.
«No guarda in realtà nessuno si aspettava che veniste, sapevamo che vi sareste chiusi in una camera e sareste rimasti lì per chissà quante ore.» Sghignazzò ancora Lello.
«Bravo, bravissimo, è andata così. Ci biasimi?» Andrea gli diede una spinta e l'amico scosse la testa.
«Nono, avete fatto benissimo, dovevate recuperare.» Gli fece un occhiolino e poi continuò. «Ma tu stasera non hai il ritiro?» Chiese al calciatore che sospirò leggermente e annuì.
«Sì, sono passato solo per salutarvi, tra una mezz'oretta vado via che per mezzanotte al massimo devo stare a Castelvolturno.»
«E come fai senza la tua cucciola?» Fu Mimmo a prenderlo in giro, beccandosi un dito medio da Andrea.
«Fa come fai tu da una vita, si fa le seghe.» Giusy rispose a tono per poi sorridergli spavaldamente, facendo ridere lui e tutti gli altri.
«Colpito e affondato Giusina, colpito e affondato.» Si abbracciarono in segno di pace e poi tornarono a chiacchierare tranquillamente come sempre.
Arrivò anche Kevin che salutò calorosamente Giusy, mentre Nancy e la sua gang non si fecero vive per tutta la serata. Andrea ne fu grato, stanco di quella ragazza così appiccicosa mentre Giusy avrebbe voluto vederla per vedere come si sarebbe comportata in sua presenza. Ma nulla, non arrivò e la parrucchiera si concentrò su altro. Poco dopo Andrea salutò tutti e poi la prese in disparte.«Ci vediamo domenica mattina? Domani sera penso che si fa tardi, poi se vuoi vengo da te.»
«No, meglio domenica mattina. Domani sera devo andare da mia zia che è il compleanno di mia cugina.»
«Perfetto allora, ti scrivo non appena arrivo a casa.» Andrea appoggiò la sua fronte a quella di Giusy, le prese il viso tra le mani e la baciò dolcemente, senza curarsi di nulla di ciò che li circondava se non della ragazza che aveva di fronte.
«Non correre.»
«Non corro. Mandami un messaggio quando sei a letto. A dopo.» Ultimo bacio a stampo, abbraccio e poi saluto generale a tutti prima di entrare nella sua auto e sfrecciare via.Giusy tornò dal gruppo di amici con cui era praticamente cresciuta e con Mara parlò di tutto quello che era successo nei giorni precedenti. Scherzò e rise con tutti, prendendoli in giro come sempre e prendendosi gli sfottò come d'abitudine. Dopo un po' andarono tutti al bar e giocarono a carambola. Giusy si accorse che Kevin la guardava in un modo strano, a volte la fissava per poi distogliere lo sguardo quando lei lo beccava in flagrante.
«Tutt appost Ké?» Lo avvicinò al bancone del bar e lui annuì per poi sorriderle.
«Sisi, tutto bene. A te?» Domandò lui.
«A me bene. Ti vedo pensieroso, mi fai certi sguardi...» Gli diede una gomitata leggera e poi continuò. «Mi devi dire qualcosa?»
«No, niente. Che ti dovrei dire?»
«E che ne so, tu mi guardi strano.»
«No, niente. Ti guardo perché sei bella.»
«Ah vabbè, e grazie allora.» Gli fece un sorriso gentile e lui continuò la conversazione.
«Sei bella anche se non capisco come fai a stare ancora con quello, soprattutto dopo quello che è successo...» Sibillò, scuotendo poi la testa e facendo un sorso dalla sua bottiglia di birra.Giusy non capì a cosa si riferisse. Lo guardò con un'espressione interrogativa mentre cercava nei suoi ricordi ciò di cui stava parlando il suo amico.
«Ma cosa? Il fatto che disse che non ero alla sua altezza? Ne abbiamo parlato e l'abbiamo superata, tutto apposto.» Spiegò lei guardando il ragazzo che però fece di no con la testa.
«Non dico quello. Dico il fatto dell'altro ieri con Nancy...» Mormorò con un filo di voce, facendo spalancare gli occhi alla ragazza.
«Quale fatto?»
«Come quale fatto? Non te l'ha detto? Io pensavo che l'avessi perdonato...»
«Ma perdonato di che? E che c'entra Nancy?» Giusy iniziò ad agitarsi e Kevin si bloccò, conscio di aver appena sganciato una bomba.
«No vabbè, lascia stare. Pensavo che lo sapessi... parliamo d'altro, ok?»
«No Kevin, tu ora mi dici quello che sai. Muoviti.»
«Ma non tocca a me dirtelo, chiedilo a lui.» Sbuffò e si alzò dallo sgabello ma la ragazza lo fermò stringendogli le dita attorno all'avambraccio.
«Kè e ja! Dimmi quello che sai.» Lo pregò e il ragazzo si convinse. Annuì e tornò a sedersi.
«Dei ragazzi del quartiere mi hanno detto che li hanno visti in auto insieme a fare cose...» Si fermò un attimo per dare enfasi a quell'ultima parola e quando capì che Giusy aveva colto il significato, continuò. «Io non ho visto nulla, ma queste sono le voci che girano. Hanno scopato mentre tu non c'eri, pensavo che te l'avesse detto.» Alzò le spalle e appoggiò una mano sul viso attonito di Giusy che era rimasta pietrificata nel sentire quelle parole.
«Se l'è scopata?»
«Già, mentre tu eri via. Non ha saputo resistere.» Infierì Kevin, per poi stringerla in un abbraccio. «Quello non fa per te, ma lo vedi quanto fa schifo? Chissà quante volte ti ha tradita e tu manco lo sai, lascialo e starai meglio.»
«Che stronzo, non ci credo...» Continuava a ripetere lei con gli occhi ormai umidi.
«Lo so, non è facile. Fallo una chiavica e vai avanti, ti meriti di più di quel coglione.»
«Lo odio. Come ha potuto farlo? Che cazz tutt a me e strunz!» Alzò la voce per poi rifugiarsi di nuovo tra le braccia dell'amico.Si sentiva senza aria nei polmoni, con la testa troppo pesante e gli occhi che le facevano male per quanto aveva pianto.
Alla fine faceva bene ad avere dubbi su Andrea, sapeva che prima o poi l'avrebbe tradita, ci avrebbe scommesso. Il lupo perde il pelo ma non il vizio e Giusy lo stava sperimentando sulla sua pelle.Per tutto il giorno dopo cercò le parole giuste da dire ad Andrea quando la mattina dopo si sarebbero visti. Si era preparata e quando quella mattina arrivò, era pronta ad affrontarlo.
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Mondi opposti ; Andrea Petagna
Fanfiction«Lo sapevo fin dall'inizio che con te sarebbe andata a finire così, ma sono testarda e ho voluto provare lo stesso. Io ti venivo dietro e tu mi rifiutavi, io ti seguivo e tu seguivi le altre, altre che vivevano nel mio quartiere e io dovevo vederti...