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Era tutto così curato e luccicante che Giusy rimase imbambolata a guardarsi intorno per un tempo enorme. La musica era al volume giusto per accompagnare le conversazioni, c'erano vip e vestiti d'alta moda ovunque e la ragazza non era abituata a tutto quello sfarzo. Fu Andrea a scuoterla e a riportarla alla realtà con un sorriso divertito. Ma la ragazza continuava a sentirsi in un modo strano, come se stesse partecipando ad un film e non alla sua vera vita. C'erano ragazze bellissime e super perfette ovunque che sorseggiavano il loro champagne delicatamente, sorso dopo sorso. Giusy guardò loro e poi guardò sé stessa per cercare di rivedere in lei un minimo di quella leggiadria che però non trovò mai. Era diversa da quelle ragazze patinate, altissime e magrissime ma non si sentiva inferiore.
Era soddisfatta del suo look, aveva una magliettona felpata a mezze maniche che le copriva a stento il sedere, dei calzettoni lunghi fin sopra al ginocchio e dei tacchi vertiginosi. Capelli tirati in una coda di cavallo alta, labbra rosse e mascara super dark. Era stata con Andrea nella boutique di Amiri a Napoli, la settimana prima, e lì con l'aiuto di un fashion stylist avevano scelto il suo outfit. Non si era mai vestita così e soprattutto non aveva mai speso quasi quattromila euro in vestiti ma Andrea aveva insistito e non aveva voluto sentire ragioni quindi la ragazza non aveva potuto che accettare. Ora lì, però, si sentiva grata a quei vestiti che la facevano sembrare parte integrante di quella serata in modo da non farla stare troppo in ansia del giudizio degli altri. Certo, forse non era una modella ma faceva la sua bellissima figura.

«Andrea, carissimo! Come stai? E' un piacere averti qui.» Alla coppia si avvicinò un ragazzo sulla trentina, con la barba curata e i capelli gelatinati tutti tirati dietro. Abbracciò Andrea che doveva conoscerlo bene dato il grado di confidenza e poi insieme guardarono Giusy che iniziò ad imbarazzarsi.
«Uh tesoro, che stile! Favolosa.» Guardò la ragazza e poi le fece un occhiolino complice e insieme risero.
«Grazie mille.»
«Claudio lei è Giusy, la mia ragazza. Giusy lui è Claudio, uno dei miei amici più stretti qui a Milano.»
«Ciao tesoro, sei uno schianto. Trattami bene questo giovanotto che altrimenti poi devo sopportarlo io e non è il caso.» Sbuffò divertito e poco dopo Giusy gli rispose.
«Piacere Claudio, tranquillo con me è in buone mani.» Disse, meritandosi un bacio leggero sulla testa da Andrea. 
«Lo vedo.» Il milanese le fece un occhiolino e poi continuò. «E che fai di bello nella vita?» Le domandò.
«Giù a Napoli lavoro in un salone di...» Non riuscì a terminare la frase che Andrea si intromise e la terminò lui.
«E' una hair stylist, è bravissima con le acconciature e i tagli. Qualche volta ti fa provare se vuoi.» Propose al suo amico che annuì dandogli man forte.
«Assolutamente sì. Appena vi vengo a trovare, perché verrò presto, mi taglia i capelli e poi ce ne andiamo in barca a Capri, deciso?»
«Perfetto, ci sto! Fammi sapere quando che ci organizziamo...» 
«Aspettati a breve una mia telefonata. Ora vado che mi reclamano, ci vediamo in giro. Ciao bellissimi.» Li baciò entrambi e corse ad abbracciare un altro amico poco distante da loro.

Giusy era ancora una volta attonita da tutto quello sfarzo e quei modi di fare, anche il suo umile lavoro era diventata una cosa di cui vantarsi anche se un po' l'aveva infastidita il modo in cui Andrea l'aveva detto, come se parrucchiera fosse denigrante. Ci stava ancora pensando quando incontrarono Gionata, al secolo Sfera Ebbasta, che salutò per poi ascoltare i due parlare dei loro affari. Sfera era accompagnato da una ragazza bellissima, Angela, dal fisico mozzafiato e un viso spettacolare. Si dimostrò anche molto simpatica e si promisero che non appena avessero potuto avrebbero organizzato un'uscita tutti e quattro per una cena.

«Ti ha dato fastidio che ti ho chiamata hair stylist?» Andrea si accorse che la ragazza aveva storto un po' il naso quando per la seconda volta l'aveva chiamata così.
«Parrucchiera fa così schifo?» Lo guardò un attimo negli occhi e poi scosse le spalle.
«Ma no, solo che in questi ambienti si riempiono la bocca con questi termini stranieri quando poi alla fine quasi tutti fanno dei lavori normalissimi. Qui bisogna saper utilizzare il giusto linguaggio e sei a metà dell'opera.» Le sorrise e lei annuì, alla fine aveva ragione, lui conosceva quest'ambiente e di sicuro sapeva meglio di lei come comportarsi.
«Okay allora, sono una hair stylist.» Ripeté la ragazza scambiandosi un cenno d'intesa col calciatore che era sempre più convinto della scelta che aveva fatto chiedendo a Giusy di accompagnarlo a Milano. 

Più passavano i giorni più con lei ci stava bene e meno riusciva a starle lontano. All'inizio aveva pensato che sarebbe stato un sacrificio grande non stare con altre donne ma ora nemmeno le guardava più le altre e a tratti si meravigliava di questo suo comportamento. Non che non fosse capace di essere fedele ma pensava di dover penare di più invece non gli stava pesando per nulla. Con Giusy aveva tutto: serenità, comprensione, rispetto, passione, appoggio. Stava benissimo con lei, bene come non era mai stato e meglio di quanto si aspettasse. Era felice e sapeva che anche lei lo era quindi la felicità era doppia.

Vide suo fratello minore, Simone, entrare nel loft e subito prese Giusy per una mano e andò verso di lui. Si abbracciarono per un tempo lunghissimo mentre Giusy restò leggermente in disparte a guardarli, così belli e uniti in quell'abbraccio. Appena si staccarono, gli occhi di Simone furono sulla ragazza e Andrea fece le presentazioni. Simone si fiondò su di lei e la strinse tra le sue braccia possenti. Giusy rimase un attimo sorpresa da quel saluto ma poi si lasciò andare, alla fine anche lei era così calorosa e quando poteva lo dimostrava. Lo strinse anche lei e poi si lasciò ammirare da quel ragazzo così simile al suo uomo ma anche così diverso.

«Minchia fra, che bomba! Stavolta ti sei superato.» Guardò il fratello che sorrise compiaciuto per poi stringere di più la mano di Giusy.
«Invece a casa vostra solo fighi ne nascono?» Stavolta fu Giusy a parlare, prendendosi in risposta i sorrisi dei due fratelli Petagna.
«Puoi dirlo forte veramente.» Rispose il più piccolo dei due, per poi inumidirsi le labbra e continuare. «La voglio anche io una ragazza napoletana, il vostro accento è qualcosa di talmente eccitante che non riesco a trattenermi.» Concluse, beccandosi uno scappellotto dietro la nuca dal fratello.
«E' la mia ragazza, anche meno eh...» Lo redarguì Andrea tra le risate di Giusy.
«Hai ragione fra, scusa. Però mi potresti presentare una tua amica, no?» Si rivolse di nuovo alla napoletana che annuì cordialmente.
«Dai poi quando scendi a Napoli vediamo, ora pensiamo a divertirci. Champagne?» Andrea indicò il lounge bar e insieme lo raggiunsero prendendo una calice di bollicine.

Il resto della serata filò via liscia e Giusy si sorprese di essere stata tutto sommato a suo agio, soprattutto perché Andrea aveva mantenuto la promessa di non lasciarla mai da sola. Trascorsero anche la notte a Milano e poi la mattina dopo tornarono alla loro vita partenopea, più carichi e uniti di prima.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora