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«Allora ci vieni sì o no con me a Milano?» Andrea si stravaccò sul suo divano mentre Giusy faceva il caffè in cucina, poco lontano da lui. Erano giorni che glielo chiedeva e lei glissava sempre cambiando argomento ma stavolta il ragazzo era deciso a strapparle una risposta affermativa.
«André ti ho già detto che quello non è il mio posto e che non mi sentirei a mio agio, quante volte ancora me lo vuoi ripetere?» Sbuffò alzando gli occhi al cielo portando una tazzina di caffè al suo ragazzo.
«Neanche Pianura è il mio posto ma ci ho provato e mi sono trovato bene. Vieni con me e proverai qualcosa di diverso, magari ti piace. C'è anche mio fratello così te lo presento.» Sorrise cercando di convincerla ma la mora non era per niente d'accordo.
«Tuo fratello lo conosco quando viene qui a trovarti, non c'è bisogno che salga io. Lo sai che tra sfilate, eventi e lustrini non sarei me stessa, tutta quella superficialità mi infastidisce.» Scosse la testa e arricciò il naso quasi schifata. Andrea se ne accorse e si tirò su dal divano, mettendosi seduto accanto a lei. Era il momento di chiarire e non avrebbe perso l'occasione.
«Su questa cosa della diversità ne abbiamo già parlato e pensavo di aver chiarito ma a quanto pare non è così e mi dispiace. Mi stai dando del superficiale solo perché mi piace la moda e compro vestiti costosi? E' una passione e visto che me lo posso permettere lo faccio. Non penso di dover essere giudicato per questo...»

Giusy rimase senza parole, guardata dal punto di vista di Andrea era davvero una cosa brutta quella che aveva detto. Si schiarì la voce e provò a scusarsi.

«Ma no non sei superficiale tu. Ma quello è il tuo mondo, tu ti trovi bene lì, io no. Tutto qui.» Spiegò senza però avere nessuna reazione da Andrea che impiegò qualche attimo in più per risponderle. Abbassò la testa e quando la rialzò aveva gli occhi più tristi, forse anche un po' delusi.
«E io non sono il tuo mondo?» Chiese, diretto, guardandola negli occhi. La ragazza deglutì un flotto di saliva e non poté che annuire. Andrea era tutto il suo mondo e si stava dimostrando ancora una volta una persona con dei buoni valori e Giusy quasi si rattristò nello stupirsi di questo. Aveva ancora dei pregiudizi sulla sua persona, le piaceva da morire ma non riusciva a staccarsi su alcuni preconcetti che aveva da sempre su di lui.
«Lo sei, certo.»
«Penso che questo sia sufficiente, non voglio aggiungere altro. Se vuoi venire mi fa piacere, se no, va bene lo stesso. Non voglio costringerti.»
«Okay, grazie.» La ragazza gli diede un bacio a stampo e poi proseguirono la mattinata insieme come se niente fosse, o almeno ci provarono. Giusy però notò da subito che Andrea ci era rimasto abbastanza male e nella sua testa stava già convincendosi di accompagnarlo a Milano. Sarebbe stato un grosso sforzo per lei ma per Andrea avrebbe attraversato anche una fornace ardente, cosa potevano mai essere qualche sfilata e due paparazzi? 
Ordinarono il pranzo il una rosticceria lì vicino e se lo fecero consegnare a casa. Proprio mentre erano a tavola ed Andrea era impegnato a guardare il tg sportivo delle tredici, Giusy iniziò a parlare.
«E se volessi venire cosa dovrei mettermi?» Disse attirando subito gli occhi di Andrea su di lei. Il ragazzo sorrise, fece uno dei sorrisi più sinceri e spontanei che Giusy avesse mai visto e posò il panino nel piatto per risponderle.
«L'evento è di Amiri, quindi qualcosa di questo brand.»
«Io non ho nulla di Amiri, una loro felpa costa quanto due miei stipendi.» Giusy rimase a bocca aperta e si sporse verso Andrea che subito allungò un braccio e le strinse una mano.
«Tranquilla a quello ci penso io. Tu dimmi solo che vuoi venire e poi ti porto io a prendere il necessario.»
«Sì così oltre a spendere per te devi farlo anche per me? Non mi piace questa cosa.» La ragazza incrociò le braccia sotto al seno e lo guardò male. 
L'indipendenza economica era una delle cose più importanti per lei e nonostante sapesse che Andrea fosse abbastanza benestante non le piaceva lo stesso che spendesse tutti quei soldi per lei.
«Ci conosciamo da più di sei mesi e non ti ho mai fatto un regalo, è arrivato il momento, no? E poi, se vuoi un consiglio, dovresti andartene da quel salone. Quello mi sembra un viscido e ti paga malissimo quando meriteresti molto di più. Puoi trovare di meglio.» Si accigliò al solo pensiero di Carlo che potesse provarci in qualche modo con la sua Giusy, scacciò il pensiero o sarebbe andato lì a cantargliele di persona anche se al momento l'uomo non aveva fatto ancora nulla.
«Sì lo so. Quindi come rimaniamo?» 
«Vuoi venire con me a Milano?» Chiese, per l'ennesima volta.
«Se prometti di stare sempre con me e non farmi fare figure di niente, sì.» Disse la ragazza per poi annuire decisa. Andrea scoppiò a ridere e si sporse verso di lei per baciarla a stampo.
«Tranquilla, sei perfetta. Con i vestiti giusti sarai la più bella dell'evento, non ho dubbi.»
«Sì, come no. Non mi interessa di essere la più bella ma almeno voglio essere all'altezza delle altre. Ci sarà qualche tua ex? Così mi preparo psicologicamente...»
«Ex no ma... sono stato un po' con tutte lì, non ricordo nemmeno bene con chi sì e con chi no.» Fece un'espressione a metà tra il compiaciuto e il rassegnato che fece ribollire il sangue nelle vene di Giusy.
«Ottimo, quindi ti vorranno tutte?»
«Ma sto con te però, che mi frega delle altre?» Si alzò da tavola e raggiunse Giusy lasciandole un bacio sulla testa, per poi portare i piatti sporchi nella lavastoviglie. La ragazza non disse niente ma dentro di sé fu felice di quelle sue parole.

Andrea si stava comportando davvero bene con lei, sia in pubblico che in privato e sapeva che era brutto da dire ma non se lo sarebbe mai aspettato. Pensava che le sue fossero solo chiacchiere, o che le sue buone intenzioni durassero per qualche ora o al massimo qualche giorno ma si stava dimostrando molto superiore di ciò che Giusy aveva pensato sul suo conto. Molto molto migliore. Giusy si stava ricredendo ogni giorno di più sul suo conto, lo stava conoscendo sempre meglio e ogni giorno conosceva qualità di lui che prima non aveva mai visto. Era felice con lui e sperava solo che quella felicità durasse il più a lungo possibile. Lo sperava con tutto il suo cuore.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora