16.

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Due sere dopo alle panchine Giusy era in trepidante attesa dell'arrivo di Andrea. Non si erano più visti a causa di impegni lavorativi di lui ma nel frattempo si erano scritti molto. Giusy però era pronta alla solita scena che si era ripetuta ogni volta che erano stati insieme e poi si erano rivisti alle panchine: era sicura che lui l'avrebbe a stento salutata e non l'avrebbe più calcolata per il resto della serata, corteggiando magari anche qualche altra ragazza. Era prontissima a quell'evenienza ma questo non significava che non ci sarebbe stata male. Ne parlò con Mara che la incoraggiò ad essere più tranquilla possibile, soprattutto ora che Andrea stava arrivando insieme a Lino. Le due ragazze continuarono a parlare tra di loro anche quando i due arrivarono alle panchine e salutarono tutti. Andrea le salutò da lontano con un semplice 'ciao' e un movimento della mano per poi venir assorbito dalle chiacchiere di Mimmo.
Giusy pensò di aver ancora una volta avuto ragione, ormai conosceva bene quel gioco e anche se non le piaceva non si tirava indietro perché Andrea le piaceva troppo.

«Ciao Mara.» La sua voce così vicina la fece sobbalzare e per poco non le cadde la sigaretta dalle dita. Spalancò gli occhi quando lo vide passare a lei e quando la baciò sulle labbra appassionatamente per poco non le venne un infarto. Ma stava sognando?
«Ciao Giusy, quei cretini mi hanno deconcentrato un attimo ma non mi ero dimenticato di voi.» Spiegò per poi fare uno di quei suoi sorrisi luccicanti che ipnotizzavano Giusy.
«Tranquillo. Tutto bene?»
«Sì, benissimo. A te a lavoro?»
«Tutto bene.» Erano un po' in imbarazzo, o almeno la mora lo era. Andrea invece sembrava sempre sapere bene cosa dire o fare, a lei quasi dava fastidio la sua sicurezza in ogni campo.
«Andiamo al bar?» Andrea appoggiò una mano su di un fianco della ragazza e la aiutò a scendere dalla panchina per poi baciarla ancora davanti a tutti. Giusy restò scioccata ancora una volta, aveva paura di potersi abituare a tutte quelle attenzioni che le piacevano da morire e di rimanerci male se avesse di colpo smesso di dargliele. Ci pensò giusto un secondo, poi decise di approfittarne e di prendersi il buono quando arriva perché era sempre più raro.

Andarono al bar e giocarono a carambola come al solito, riempiendosi di sguardi e baciandosi ogni tanto. Gli altri non dicevano nulla, come se fosse una cosa talmente normale da non fare rumore. Forse i due erano gli unici a non essersi accorti di essere una coppia già da molto tempo per gli altri.

«Usciamo un po'?» Alla fine della seconda partita Andrea prese la mano della mora e si avvicinò al suo orecchio per parlarle con più intimità.
«Sì, prendo una sigaretta aspè...»
«No, la tua bocca serve a me.» Rispose lui facendole l'occhiolino e facendola ridere.
«Okay allora, andiamo.»

Uscirono dal locale e si rifugiarono dietro un vicoletto lì vicino. Si attaccarono subito ad un muro e iniziarono a baciarsi con trasporto. Le mani del ragazzo vagavano sulle curve dolci di lei mentre la ragazza non riusciva a staccare le sue labbra da quelle del calciatore. Erano talmente presi che non si accorsero dell'auto che li passò accanto né della signora affacciata al palazzo di fronte che li guardò per qualche attimo per poi rientrare. Niente li avrebbe distratti da quel desiderio di aversi, di assaporarsi, di appagarsi.
Andrea scivolò con una mano sul retro della coscia di Giusy fino ad arrivare al suo sedere. La ragazza ebbe un brivido quando quella mano possente la strinse forte. Ormai erano entrambi eccitati e volevano di più.

«Domani ti alleni?» Chiese Giusy al ragazzo, staccandosi un attimo dalla sua bocca.
«Sì, alle dieci e mezza.» Rispose lui per poi rifiondarsi sulle labbra di lei.
«Resti da me stanotte? Ho casa libera.» Giusy fu presa da un impeto di coraggio e quando Andrea si staccò da lei e la guardò titubante quasi se ne pentì.
«Perché non andiamo già ora? Non voglio sprecare altro tempo.» Rispose lui sorprendendo la ragazza che era già pronta ad un due di picche.
«Stiamo coi ragazzi, non fa brutto?»
«Capiranno.» Le diede un bacio a stampo e la prese di nuovo per mano riportandola nel locale dagli altri.
Giusy era curiosa di vedere cose avrebbe detto ai ragazzi, curiosa di vedere la reazione degli altri. «Raga io e Giusy andiamo, abbiamo da fare.» Disse semplicemente con un sorriso sornione stampato in faccia e la mano sempre in quella della ragazza.
«Beati a voi, divertitevi.» Rispose Mimmo per avere poi anche l'appoggio degli altri subito dopo.
«Ciao amo, a domani.» Giusy salutò Mara con un bacio a stampo sulla bocca e poi tutti gli altri con un saluto generale.
Uscirono dal locale e andarono all'auto di Andrea.
«Tua mamma e tua sorella?»
«Sono da una mia zia, ogni tanto vanno.»
«Buono no? Dovrebbero farlo più spesso.» La baciò ancora e poi mise in moto guidando per qualche minuto fino ad arrivare a destinazione.

Arrivarono a casa di Giusy e finirono subito a letto. Si volevano come se non si fossero mai avuti, ogni volta di più. Poi si addormentarono come due bambini esausti della giornata appena passata a correre e a giocare.

«Andre, svegliati che è tardi.» Erano quasi le nove e Andrea doveva passare prima da casa sua per prendere l'occorrente agli allenamenti per poi andare a Castelvolturno ma non voleva proprio svegliarsi. «Ti ho preparato qualcosa da mangiare.» Giusy era seduta sul letto con le gambe incrociate e un vassoio accanto.
«Mh... buongiorno. Ma che ora è?» Il ragazzo si passò una mano sul viso per poi mettere a fuoco ciò che lo circondava. Sorrise non appena vide Giusy con la sua maglia addosso e la colazione pronta.
«Quasi le nove.»
«Cazzo allora devo muovermi.» Sbuffò tirandosi su e lasciò un bacio veloce sulla bocca di Giusy che ne fu grata. «Wow che bella colazione, grazie.» Prese un cornetto della Mulino Bianco e lo attinse nel latte caldo prima di portarselo alla bocca. Anche Giusy mangiò qualcosa e poi non poté fare altro che guardare Andrea mentre si rivestiva per andarsene a lavoro.
«Ti scrivo appena finisco.» Le disse sull'uscio della porta per poi baciarla. Giusy annuì e si salutarono.
«A dopo.»
«A dopo.» Lo guardò scomparire dietro le porte dell'ascensore e se ne tornò dentro. Si chiuse la porta alle spalle e sospirò.

Cosa era quella sensazione che provava ogni volta che stava con lui? Ogni volta che lo guardava negli occhi, ogni volta che sfiorava qualsiasi parte del suo corpo? Che significava?
Non voleva rispondere a quelle domande che però non riusciva a non porsi. E poi ultimamente lui era cambiato, era molto più presente e più dolce come se in qualche modo ricambiasse ciò che Giusy stava provando. Non voleva illudersi, ovviamente, e quindi come al solito decise di tenersi per sé quelle sensazioni e aspettare ancora un po' per essere sicura di ciò che le stava succedendo prima di esporsi con Andrea.
Andrea che le scrisse davvero su whatsapp dopo qualche ora dicendole che era distrutto e che avrebbe pranzato velocemente per poi riposare qualche ora prima di vedersi con un suo compagno di squadra per andare a fare degli acquisti e poi cenare fuori con lui. Le assicurò che sarebbe comunque passato alle panchine anche solo per dieci minuti e poi la salutò. La ragazza fu al settimo cielo per quella conversazione, per quelle attenzioni e quelle parole. Fu talmente felice che anche il pomeriggio al salone le sembrò volare tanto che si fecero le otto così presto che nemmeno se ne accorse. Corse a casa, cenò e poi si preparò meglio che poté perché anche se solo per dieci minuti tra poco si sarebbe vista con Andrea e non stava più nella pelle.

Sì, ormai era chiaro: Giusy si stava innamorando e non poteva farci proprio un bel niente.

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora