39. Epilogo

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«Questo Batman dove lo mettiamo?»
«Giù le mani dal mio bambino eh, lascialo stare che ti mozzo le mani.»
«Azzò e tu saresti l'uomo che dice di amarmi? Andiamo alla grande...» Giusy scosse la testa e risero insieme. Stavano facendo il trasloco nella loro nuova casa, dopo quel video si erano visti ed erano finalmente tornati insieme. Ora era quasi Natale e stavano sistemando le ultime cose prima di potersi definitivamente trasferire nella nuova casa del Vomero. Avevano scelto quel quartiere collinare residenziale perché a Giusy piaceva di più e poi tutti quei palazzoni, con le dovute proporzioni, le ricordavano Pianura. Ci avevano messo un po' per trovare quella villetta quasi a San Martino, uno dei punti più alti della città. Ora che l'avevano trovata e che erano anche quasi pronti per trasferirsi, erano felicissimi.
«Appena ci sistemiamo facciamo un figlio?» Andrea dal nulla tirò fuori quella richiesta che lasciò Giusy di sasso. Stava scherzando?
«Un figlio?»
«Non ti piacerebbe?»
«Di solito mi chiedi di ingoiarli i tuoi figli.» Scherzò per capire se era serio o no ma dopo la sua risata lo vide tornare alla serietà iniziale.
«Non sto scherzando... non ti piacerebbe avere un figlio?»
«Sì, certo ma... ora?»
«No, proprio ora no stiamo facendo lo sfratto, come facciamo a fare un figlio ora?» Andrea scosse la testa prendendola in giro e lei sorrise ma non si era ancora del tutto ripresa da quello shock.
«Non ne abbiamo mai parlato, lo so, ma a me piacerebbe moltissimo avere un figlio con te.»
«Anche a me piacerebbe ma ho da poco cambiato salone e devo prima ben capire come organizzarmi prima di mettere una cosa del genere in mezzo.» Si fece prendere dal panico e iniziò ad agitarsi.
«Ehi, ehi... calma, ok? Non dobbiamo farlo ora, volevo solo capire come la pensassi ma a quanto pare non la pensi come me, come sul 90% delle altre cose d'altronde.» Sorrise, voleva solo tranquillizzarla e farle capire che non voleva un figlio domani.
«No ma io lo voglio un figlio, solo che mi hai presa alla sprovvista, tutto qui. Magari non proprio ora, ma possiamo parlarne tra qualche mese.»
«Quando saremo pronti lo capiremo, ne sono sicuro.» Le baciò la fronte e continuarono a sistemare le cose in casa.

Il momento di essere pronti arrivò prima che pensassero e senza avvisare. Non era ancora iniziato agosto quando Giusy iniziò ad avere le prime nausee e il ritardo prolungato. Fece un test e risultò positivo. Lo disse ad Andrea che ne fu talmente felice da scoppiare in lacrime e stringerla talmente forte a sé da rischiare di inglobarla nel suo corpo. Iniziarono a fantasticare su quella nuova vita che presto li avrebbe raggiunti e litigavano su ogni minima cosa.

«Se è femmina niente cerchi alle orecchie e treccine in tutta la testa, tassativamente proibite queste cose.»
«Ma ti stai zitto? Se è femmina farà quello che cazzo le pare, come la madre. Se è maschio spero non diventi un morto di fessa come te.»
«Wowo queste sono accuse pesanti eh, non le accetto. Ora devi pagare una penitenza.»
«Ah sì? E che penitenza?»
«Lascia fare a me.» Le fece un'occhiolino e le impose la penitenza meno penitenza che fosse mai esistita.

La gravidanza scorse tranquilla e nella primavera dell'anno dopo nacque Beatrice, il loro piccolo fagottino che aveva completamente rubato loro il cuore, fin dal primo istante.
Continuarono la loro vita sempre nell'amore, nel rispetto e nel supporto reciproco. Cambiarono diverse città ma nulla cambiò mai nel loro rapporto.
I loro mondi si erano mischiati, si erano amalgamati talmente bene che nessuno più distingueva le differenze. Avevano creato un loro mondo, un mondo dove Bea era la regina e l'amore l'unica regola da seguire.
Erano felici e non smisero mai di esserlo. Nemmeno per un istante.


FINE.

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E anche questa è finita! Spero vi sia piaciuta e per ora mi fermerò un po', ci risentiamo forse a settembre che sto già scrivendo una nuova storia🥰 buone vacanze a tutti💙

Mondi opposti ; Andrea PetagnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora