Capitolo 9

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Madison's POV

Con in mano i miei adorati Pan di Stelle mi dirigo verso il divano.

«Sul divano? Poi se lo sporchiamo con le briciole?» Mi chiede dando spazio ad una risata.

«Tanto lo dovrei pulire comunque, poi io non faccio mai cadere briciole quando mangio i biscotti» affermo sicura facendo le spallucce.

«Cosa sei? Una mangiatrice professionista di biscotti?».

«Esattamente"» Rispondo con aria soddisfatta.

Ci sediamo entrambi sul divano e io prendo le distanze, ci conosciamo da troppo poco perché mi stia così vicino.

«Che ne dici di guardare un film? È ancora presto».

Non penso sia un'idea brillante guardare un film con un ragazzo che conosco appena, ma in effetti ha ragione,è presto...poi cosa c'è di male nel guardare un film?

"Va bene dai...che genere?" Alzo il telecomando facendo scrollare diversi film dal catalogo.

«Romantico e strappalacrime, non ci penso neanche!» Esclama mentre fa una smorfia di disgusto.

«Oh, eh va bene, Horror?» propongo alzando gli occhi al cielo.

«Molto meglio!»

Scorro nella sezione horror di Netflix e decidiamo di guardare "Annabelle", il che è ironico dato che mia madre si chiama così.
Non so se questo film faccia o meno paura, quindi premo "start" senza pensarci troppo.

Arriviamo in una scena paurosissima dove mi copro gli occhi e caccio un urlo. Mio Dio, MA PERCHÉ HO SCELTO QUESTO FILM?!

«Dai vieni qui che se no mi svieni di paura» Alex mi guarda con un sorriso sincero aprendo le braccia.
Sto morendo di paura e in fondo ha ragione...anche se lo conosco da troppo poco non penso abbia chissà che intenzioni.

Mi avvolgo tra le braccia calde, che mi fanno sentire protetta e mi distendo su di lui.
Potrà sembrare incoerente perché prima volevo solo stargli lontano, ma lo sguardo con cui me l'ha chiesto...non ho resistito a quegli occhi!
Intreccia delicatamente la sua mano con la mia, vorrei toglierla, ma mi sento come intrappolata nel calore delle sue braccia, tanto da non riuscire a muovermi.

"Che mani fredde" Mi sorride facendo alzare leggermente il mio viso dall'incavo del suo collo.

«Sono sempre così» Gli sorrido a sua volta.

Mi nascondo nel suo petto per non guardare la scena e mi addormento.

Dopo un po' vengo svegliata dalla fine del film e mi rialzo imbarazzata mentre il suo sguardo mi brucia addosso.
Rimaniamo lì, su quel divano bianco, in silenzio.

«Allora....da dove vieni?» Rompe il ghiaccio Alex.

«Sono di New York»

«Perché sei qui? Insomma, New York ha dei college formidabili, perché dovresti venire qui a Los Angeles quando potresti avere scuola sotto casa?»

Deglutisco sonoramente alla domanda cercando velocemente delle parole per formare una frase di senso compiuto con la quale rispondere.
Non gli racconterò il vero motivo per cui mi trovo a Los Angeles...non tutta la verità almeno.

«Sono sempre venuta in vacanza qui, fin da quand'ero piccola, quindi ho deciso di voler venire qui perché ho sempre amato questo posto» Provo a dare un'impressione sicura, ma è molto difficile, ogni tanto la mia voce trema leggermente.

«Ah ok...» mangia un biscotto «e perché da sola?»

«Non sono affari tuoi» rispondo fredda.
Il suo sguardo cambia velocemente in un sorriso malizioso.

«Guarda che se devi far ingelosire qualcuno...io sono disponibile»

Ma che razza di porco, non sa niente di me, come fa a dirmi una frase del genere senza sapere nulla di me? Neanche l'ho mai avuto un ragazzo! Mi fa una domanda così personale e mi fa pure una proposta del genere...sono allibita!
Sto iniziando ad odiarlo, ma che dico, già lo odio! Perché mi sono accoccolata in quel modo a lui prima?!
Ma non sta più piovendo!
Adesso questo ragazzo dagli occhi color mare se ne tornerà a casa, immediatamente!

«Fuori di qui» distolgo lo sguardo e mi alzo per aprirgli la porta «Fuori di qui, non sta più grandinando, non hai più ragioni per stare in casa mia»

«Ma..» Lo interrompo.

«Ho detto fuori di qui!» Adesso sto letteralmente urlando con vicino la porta che ho appena aperto.

Si alza velocemente e si dirige verso l'esterno della mia abitazione.
Prima che io riesca a chiudere la porta prova a dire qualcosa, ma gliela sbatto in faccia.
Chiudo la porta a chiave e corro verso camera mia buttandomi sul letto.

E se quello fosse stato il suo unico obiettivo? Perché mi ha fatto delle domande così personali?
La gente non sa farsi i cavoli propri?
Troppe domande che mi entrano in testa, caccio un urlo e getto la faccia nel cuscino.

Magari non voleva sono fare conversazione per conoscermi,ma la sua ultima frase che ha detto...

Guarda che se devi far ingelosire qualcuno io sono disponibile.

Questa frase continua a risuonare nella mia testa. Ha veramente pensato che fossi qui per un qualche mio ex ragazzo? Cosa intendeva dire se no?
Prima era stato così dolce, lo sguardo di quando mi ha chiesto di stare tra le sue braccia per non guardare il film, completamente diverso da quello con cui mi ha detto quelle parole.
Da così dolce a così malizioso, ma malizioso in senso negativo, non scherzoso come si usa tra amici o tra fidanzati, una cosa molto diversa.
Mi sono sentita quasi impaurita davanti a quegli occhi, ma la rabbia ha preso il sopravvento.

Domani non intendo vedere nessuno, rimarrò in casa, a pensare. Ogni tanto mi piace prendermi delle giornate intere per rimanere in un posto, senza vedere nessuno, a pensare.
Di solito lo faccio quando sono stanca, arrabbiata o dopo degli avvenimenti che stravolgono, stressano o tristi che faccio fatica a metabolizzare immediatamente.
Dopo la morte di mio fratello sono rimasta una settimana intera in camera mia per pensare.
So solo che è morto in un qualche incidente, i miei non me l'hanno mai detto, non mi ricordo nulla di quella notte pur essendo stata presente, sempre che lo fossi effettivamente stata dato che non ho riportato neanche un graffio.

Dopo tutti quei pensieri i miei occhi che hanno fissato il soffitto per tutto il tempo, iniziano a diventare pesanti, mi addormento ancora arrabbiata e pensierosa.

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