Capitolo 25

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Prima di cominciare con questo capitolo volevo dedicarlo a una delle persone a cui tengo di più in assoluto ora. Grazie di sclerare sempre con me, grazie di esistere e di aver creato quel bonone di mio marito, ti amo tanto inparadiso ♥︎

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«Andiamo»

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Lo scorrere a tutta velocità del paesaggio esterno a quest'auto non mi fa distogliere gli occhi da esso. Ho sempre avuto modo di osservare le strade di L.A., durante le mie vacanze e le ho sempre trovate incantevoli, quelle lunghe vie distese di palme chilometriche...se solo non stessi pensando tutto questo solo per
auto-convincermi del fatto che non distolgo lo sguardo dalle strisce bianche della strada per non cadere nelle iridi blu della persona accanto a me...

Non ho la minima idea di dove voglia portarmi, di cosa voglia dirmi e del perché ci tenga tanto a darmi queste spiegazioni, non possiamo essere due semplici persone che non vanno d'accordo?

«Dove mi stai portando?» domando mentre continuo a fissare un punto indefinito.

«Lo scoprirai» non so che espressione abbia in questo momento, ma potrei giurare che stia facendo uno di quei sorrisi furbi.

«Non puoi dirmelo e basta?» roteo gli occhi al cielo spazientita. Faccio troppo spesso questo gesto, devo dire.

«Rovinerebbe la magia Mad» mi giro di scatto «Madison» ritorno a fissare di fronte a me come per dire "bravo che ti sei corretto da solo".

«Non mi vorrai portarmi a Disneyland? Ho sempre sognato andare lì, ma non con te» chiedo sconvolta mentre lo vedo trattenere una leggera risata.

«La magia non sta solo nelle fiabe, ma nei luoghi che più ci stanno a cuore» rimango spiazzata da quelle parole, dove vuole portarmi? Gli sta così tanto a cuore quel luogo?

Rimango in un religioso silenzio, tutto d'un tratto il cofano della macchina sembra esser diventato particolarmente interessante.

Il rumore dell'auto si spegne, la macchina accosta vicino a una lunga fila di palme che fanno da muro, che a giudicare dal rilassante rumore delle onde, coprono il mare.
Scende dal veicolo e faccio la stessa cosa.

«Vieni?» mi chiede sorridendo.

Un sorriso che farebbe svenire qualsiasi adolescente con una crisi ormonale, diciamo che è miracolo divino se sei ancora in piedi.

«Ho altra scelta?» lo affianco.

«No, effettivamente no» ridacchia «Dai andiamo» mi prende la mano e sussulto, senza protestare.

Il suo tocco è caldo, un brivido corre dalla mano a tutta la schiena. Sono sicura che le mie guance siano diventate un fuoco che potrebbe alimentare il calore Terra, magari è solo colpa del sole...

Va più avanti di me, trascinandomi leggermente per fare strada tra gli alberi.
Sbuchiamo in una spiaggia enorme, candida, completamente vuota.
L'acqua è cristallina, è da mozzare il fiato.
Mi guardò attorno esterrefatta, non sembra di stare a Los Angeles, bensì in un paradiso terreno.
La leggera brezza mi accarezza le spalle e il viso, i miei capelli lisci vengono leggermente scompigliati da essa. Il profumo più puro della salsedine inebria le mie narici dandomi un senso di pace.

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