Capitolo 35

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Summer's  POV

Lascio che la musica faccia muovere fluidamente il mio corpo in mezzo alla folla. La musica si impossessa i me, le luci colorate mi illuminano, sono un tutt'uno con il ritmo.

Quand'ero piccola ho sempre insistito con mia madre per portarmi a dei corsi di danza, ma lei ha sempre sostenuto che sarebbe stato inutile, avrei dovuto concentrarmi sugli studi e e cazzate varie...allora io mi rinchiudevo in camera e le cercavo su internet invece di studiare. Ho sempre amato muovermi, non avrò una preparazione adeguata da ballerina dell'Operá di Parigi e neanche il ballo nel sangue, perciò ho deciso di metterlo io. Ho delle ambizioni e non ho intenzione di abbandonarle perché un adulto pensa che sia meglio che io faccia altro.
Voglio bene a mia madre, ha sempre voluto il meglio per me, ma ha delle idee diverse, pensa che tutto ciò che non sia studio non ne valga la pena se non aiuta a dare crediti per il college, per questo non ho mai voluto unirmi alle cheerleader, è stata una mia piccola ribellione, perché sono fatta così, se mi viene detto di fare qualcosa mi da fastidio, perché qualcuno dovrebbe impormi di fare qualcosa o di non farlo? Decido io, corpo mio, vita mia, decisione mia.

È tutta la serata che rimugino sulle parole di Davon.

"Non so se mi piaci"

Non starò qui ad espettare che prenda una decisione, vaffanculo Davon e il suo non capire nulla.

Sento i suoi occhi sul mio corpo in movimento, io ballo, lui rimane immobile con il suo sguardo incollato su ogni mio anche impercettibile movimento. Me ne fotto, se vuole guardarmi che mi guardi, io mi sto divertendo.

«Summer vieni con me, mi sono stufato di guardarti ballare» la sua enorme mano circonda il mio esile polso.

«Lasciami Davon» cerco di liberarmi dalla stretta dimenando il braccio, con scarsi risultati «l'hai detto tu, non sai se ti piaccio, ma io non sono disposta a stare qui ad aspettarti»

«Summer andiamo a parlarne in un posto più tranquillo per favore, voglio parlarti seriamente»

«Io no, quindi vattene» sto facendo l'orgogliosa, ma ora non ci vedo più dalla rabbia, pretende di volermi parlare senza sapere nulla delle scelte che deve fare? Vaffanculo, non voglio ascoltarlo.

«Sum...tu mi....» riesco a liberare il polso, ma il ragazzo rosso si appoggia beatamente sulla spalla di Davon.

«Amico, ecco dov'eri finito» ride dando delle pacche sul braccio del ragazzo che mi sta "importunando".

«Sei ancora ubriaco? Anzi, sai che ti dico? Ora non mi interessa, Summer andiamo» prova a prendermi il braccio nuovamente, ma io lo schivo prendendo quello di Hayden.

«Lo capisci o no che non voglio venire?» sbotto guardandolo negli occhi.

«Non capisco proprio» Fa l'indifferente? Allora gli faccio vedere io come deve capire.
Gli lancio uno sguardo di sfida, ma lui non dà segni di cedimento, così prendo le mie mani e le sposto sul viso di Hayden, mi avvicino a lui e lo bacio.

Non sto provando assolutamente nulla in questo bacio, ma è l'unica scappatoia che ho per evitare di parlare con Davon. Non questa sera, non farò in modo che abbia questo controllo su di me, non può cambiare idea da un momento all'altro,  io non sono una marionetta comandata da lui.

Forse sei una marionetta, ma con i sentimenti come burattinaio....

In questo momento avrei detto l'orgoglio, perché per baciare Hayden che immagino si sia fatto metà discoteca...

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