Capitolo 29

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Madison' s POV

Salto svelta dal divano, Summer rimane a casa mia e mi lascia prendere la sua macchina.
Potrei aspettare fino alla mattina seguente per bussare alla sua porta, ma no, ho bisogno di farlo ora.
Il viaggio si fa più veloce e in un men che non si dica mi ritrovo davanti alla porta di casa Lay.

Faccio un respiro profondo, annassaspando più aria possibile per mantenermi in forze e abbastanza stabile da poter reggere tutta la tensione che ho in corpo.

Il mio pugno a mezz'aria esita.

E se fosse ancora incazzato per prima? Magari mi sbatte fuori di casa e non vuole più vedermi.

Nel mio basso stomaco iniziano ad ingarbugliarsi nodi impauriti e il cuore perde un battito qui e la.

Chiamate un'ambulanza che qui rischio l'infarto.

Altro che ospedale, qui c'è da chiamare un istituto psichiatrico, la pazzia qui si fa sentire.

Sto per tirare giù la mano per tornare a casa, ma no, sono qui, o ora o mai più.

Busso insistente alla porta di legno massiccio.

Non sento rispondere.

Aspetto qualche minuto alternando qualche battito del pugno speranzoso rimasto sulla mia mano.

Nulla. Non è in casa, è inutile che rimanga qui.

Prendo il telefono in mano per controllare l'orario, mancano dieci minuti a mezzanotte, che sia andato a dormire?

Hai bussato come un elefante in crisi d'astinenza da noccioline, penso ti avrebbe sentito anche da bambino nel mondo dei sogni.

Un'idea mi appare come un lampo nella tempesta. Salto in macchina diretta verso la mia meta.


La luna piena è alta nel cielo, il rumore delle onde che sciabolano insistenti nella notte mi circonda e il profumo della salsedine inebria il mio olfatto.
La figura chinata sulla sabbia osserva l'orizzonte, compiendo le mie stesse azioni, osservando l'oceano, come fosse uno specchio.

«Ciao Alex» rimango in piedi di fianco a lui. Il mio tono è dolce, non sottomesso, per quanto sia dispiaciuta, ho bisogno del mio tono autoritario per farmi tenere testa.

«Fammi indovinare, hai dimenticato di aggiungere al tuo bel discorsetto che mi odi e che sono uno stronzo» utilizza un tono sarcastico rimanendo con lo sguardo incollato sul riflesso della luna sull'oscurità dell'oceano.

«No, sono qui per tutt'altro in realtà» mi siedo accanto a lui sulla sabbia «per raccontarti di me. Ho riflettuto sulle tue parole, hai ragione, tu non sai nulla di me, come tutte le altre persone in questa città» gira il capo per guardarmi negli occhi. L'incantesimo, o meglio, la maledizione, del suo sguardo comincia a darmi l'incanto.

«E perché dovrei venire a capo di tutto quello che vuoi dirmi su di te solo ora?» mi squadra curioso.

«Ora voglio che tu sappia» si limita ad annuire e a non fiatare.

Prendo un altro respiro profondo. Non so se sono pronta a parlarne di nuovo, un conto è dirlo a Summer, ad Alex non lo so, ma devo dirglielo.

«Io mi chiamo Madison Miller» mi limito a questo, dovrebbe bastare.

Di solito quando dico il mio nome completo cominciano i "quella Madison Miller? Quella del fratello morto?". Per quanto sia famosa e ricca l'azienda di mio padre, non è stato facile nascondere la notizia di mio fratello deceduto ai media e  ai giornali, quando abbiamo provato è stato troppo tardi. Essere riconosciuta per la città per quello, con quegli sguardi compassionevoli, le domande curiose per ficcare il naso in affari che non li riguardano, del tipo "com'è senza Jacob in casa?", "L'azienda chi la porterà avanti ora?", davvero seccante.

Ammetto, non sono "scappata" da NYC per quello, per quanto sia doloroso girare lo sguardo e pensare a lui, farmi fare domanda nde in continuazione su di lui, essere conosciuta per uno stupido articolo di giornale in una città così grande, sono venuta qui a Los Angeles per portare avanti il sogno di Jacob, per portare avanti anche il mio, ma sopratutto per realizzare ciò che avrei voluto fare con lui al mio fianco.

Ora non so come voglio che reagisca, non so neanche se la notizia tramite i media sia arrivata pure qui. Se fosse così, quando comincerò la scuola sarò fottuta.

«E io sono Alex Lay» mi porge la mano sorridendo. Mi sta prendendo in giro?

«Dato che ora ci stiamo raccontando di noi, tanto vale cominciare da zero» scrolla le spalle facendomi scappare una leggera risata «anche se stavolta ci siamo invertiti gli ruoli» ride anche lui.
In effetti ha ragione, quello seduto davanti alla riva del mare, mentre sono arrivata io, è stato lui stavolta.
«Sai Madison? Forse avrei dovuto dirti anche io la verità fin dall'inizio, sarebbe tutto meno...turbolento» d'istinto mi viene da poggiare la testa sulla sua spalla.

«Già, forse hai ragione» al mio tocco si irrigidisce leggermente, mentre il suo respiro si fa più frenetico «ma io so già la verità» la sua espressione si fa corrucciata «tua sorella ti ha preceduto di circa un'ora per raccontarla» sorrido mentre lui si fa scappare un «Ah».

Rimaniamo in quella posizione, nessuno dei due intende spostarsi. Ascoltiamo il rumore dell'oceano, osserviamo le stelle e la luna piena brillanti come mai sembra che mai abbiamo fatto.

«E io che ero convinto che stessi male per un tuo ex» ridacchia «mi sento un po' stupido».

«Come non sapevo io di tua madre tu non sapevi di mio fratello...siamo entrambi stupidi, ma come avremmo potuto immaginarcelo» . Rispondo fissando il vuoto con il cuore che batte forte e i brividi lungo le braccia. Sarà il suo contatto, sarà la brezza fredda del mare...

Scrolla leggermente le spalle aprendo il braccio a cui dopo poggiata con il capo, mi circonda con il suo imponente arto scaldandomi.

«Avevi freddo no?» sorride. Ha sentito la mia pelle d'oca.

I nostri sguardi si incrociano, rimanendo incollati come colla su carta. Una sensazione di calore mi pervade, impossessandosi della mia pelle.
La sua mano con un tocco delicato mi prende il viso avvicinandolo al suo, spostando anche l'altro braccio, che prima circondava le mie spalle,  sul mio fianco.
Le sue labbra sulle mie, i nodi nella mia pancia si fanno più fitti, la sensazione della prima volta ritorna, i brividi corrono vivi su di me.
Accede con la lingua e si intreccia con la mia, ora anche la luna, la spiaggia e le stelle sono scomparsi.

siamo solo noi.


SPAZIO AUTRICE

Ci siamo finalmente, dopo troppi giorni senza pubblicare sono tornata belle persone.

Fosse per me pubblicherei anche due volte al giorno, ma oltre al tempo che occupo con i miei amici, spesso non ho la vena di scrivere per diversi motivi.

Per scrivere voglio metterci il cuore, non perché devo farlo o perché voglio fare hype. Questa storia per me è molto importante e fa parte di me, della mia vita, è un pezzo del mio cuore e in ogni capitolo c'è tanto di me, quanto c'è ciò che mi serve per dimenticare ciò che mi circonda, quello che mi succede e per lasciare i ricordi per strada una volta tanto.

See you to the next chapter♥︎

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