Capitolo 26

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Alex's POV

Sono in paradiso.

Le sue labbra sulle mie per sua volontà.
Tutto in torno a noi è sparito, tranne le onde che ci sfiorano la pelle.
Il mio cuore pulsa più velocemente e le mie mani rimangono salde sui suoi fianchi.
Le delicate falangi di Madison affondano nei miei capelli mori e morbidi, provocandomi una sensazione paradisiaca, da quando solo baciare una ragazza ragazza mi fa sentire così...bene?

Mi sembra di volare, in un cielo candido, privo di nuvole, senza paura di cadere.

Il contatto delle nostra labbra termina, ma non quello dei nostri occhi. Osservo le sue iridi verdi smeraldo che sembrano voler farmi capire qualcosa, tra noi si crea sempre questa situazione...quando si dice "gli occhi parlano".

Il sorriso è raggiante, gli angoli della sua bocca sono piegati formando una piccola fossetta sul lato destro del viso.
È proprio nella anche quando sorride...

«Credo sia ora che io torni a casa» pronuncia guardando il sole in balia del tramonto la ragazza di fronte a me.

«Si, hai ragione» ci stacchiamo per avviarci verso l'auto. Madison ha un asciugamano intorno al corpo, mentre io mi sono asciugato velocemente mettendomi una maglietta.

Durante il viaggio non circola una parola, ma non è un silenzio imbarazzante , è un silenzio come per dire "ci siamo già settimana molto prima".

Davanti al suo vialetto le ultime luci della giornata fanno capolino, il rumore della cintura appena slacciata risuona solitaria insieme alle onde dell'oceano.

Giro il capo per soffermarmi sulle sue labbra, quelle che mi hanno baciato poco fa, non riesco a togliermi dalla testa quella sensazione di leggerezza e felicità.
Il suo sorriso sulle mie labbra, le sue mani nei miei capelli...

«Grazie per oggi» queste parole interrompono i miei pensieri che ho mantenuto con uno di quei sorrisi da ebete, spero non se ne sia accorta...

«Grazie a te» il rossore si espande sul suo volto, cercando di nasconderlo mentre esce dalla macchina.

Rimetto in moto Janeth sospirando. La mia auto è diventata una bolla di felicità per tutti i ricordi che mi stanno circondando. Magari la mia piccola ha le ali, per quanto mi sento leggero non mi sorprenderei.

«Cos'è quel sorrisetto da coglione che hai stampato in faccia?» mi schernisce Summer, seduta sul divano mentre gioca con la Play.

UN MOMENTO. LA MIA PLAY.

«Nulla che ti interessi, piuttosto tu, perché stai giocando con la mia Play?» marco leggermente le parole, mettendomi dietro di lei per guardarla dall'alto.

«Gioco, vuoi aggiungerti?» mi fa un sorriso sghembo.

«Eh va bene, prima vado a cambiarmi» alzo gli occhi al soffitto e mi incammino su per le scale.

Apro la porticina della piccola stanzetta che uso come armadio è quella sensazione di leggerezza sparisce.

Tutte quelle scritte mi riportano alla realtà.

Madison, quel bacio non sarebbe dovuto significare nulla per me...

Ed è così.

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