42. Promesso

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Tom


Ritornare a casa non è mai stato così bello.

Sono elettrizzato all'idea di riavere Jane nella mia vita e di poter condividere nuovamente i miei spazi con lei.

Sarei ipocrita nel dire che quello che abbiamo affrontato non ha scosso il nostro equilibrio e di conseguenza gli atteggiamenti reciproci nei confronti dell'altro.

Vorrei solo capisse che le cose andranno meglio d'ora in poi, che bisogna avere pazienza e costruire giorno dopo giorno la nostra vita insieme, vorrei che smettesse di sobbalzare ogni volta che la sfioro e che si fidasse talmente tanto di me da lasciarsi guidare in questo nuovo cammino.

Da quando è entrata nella mia vita ho scoperto cosa significasse provare delle emozioni, delle volte negative e lancinanti, altre, appaganti e surreali.

Stare con Jane è come essere perennemente su una montagna russa, ci sono momenti in cui urli per l'euforia, altri in cui senti l'adrenalina scorrere nelle vene ed infine, attimi in cui non vedi l'ora di scendere per riprendere fiato e toccare la terra ferma.

Il problema è che se fosse per me non scenderei mai, neanche se ci fossero dieci giri della morte, neanche se venissi sorpreso da un'irrefrenabile senso di nausea, neanche se dovessi restarci tutta la vita su quella maledetta montagna russa.

Sono patetico lo so, ma la verità, l'assurda verità è che quando provi qualcosa di così forte e diverso, qualcosa di così totalizzante capisci che niente sarà meglio di quello che stai provando, niente potrà mai darti così tanto.

"Hai fame?" Domando lasciando il suo borsone all'ingresso.

"No, vorrei solo fare una doccia" risponde guardandosi in giro come fosse smarrita.

"Ok, vai pure. Nel frattempo preparo qualcosa" dico per poi andare in cucina.

Non capisco cosa cazzo stia succedendo. Sembriamo due estranei, due persone che si ritrovano per la prima volta a parlare e stare insieme. Prima in macchina ci siamo lasciati andare alla passione ed è stato bellissimo. Mi sono sentito così forte e appagato nel vederla venire per me e nel farla stare bene. Eravamo semplicemente noi.

Poi subito dopo è calato il silenzio e Jane sembrava nervosa, non faceva che muoversi sul sedile, cambiare stazione della radio e mangiarsi le unghie.

Mi stava innervosendo perché noi non siamo così. Noi parliamo in continuazione, non siamo abituati a silenzi imbarazzanti. Ci stuzzichiamo, giochiamo e ci scambiamo continuamente pareri e idee.

Ho bisogno di parlarle, ho bisogno di sapere che va tutto bene e che è felice di stare di nuovo qui con me ma, allo stesso tempo, ho paura di farle pressione.

Ha dovuto affrontare tante cose tutte insieme e deve prendersi del tempo per fare chiarezza e ordine nella sua vita.

Il vero e fottuto problema è che ho tremendamente paura di perderla, di svegliarmi domani mattina e non trovarla, di sentirmi dire che ha capito di stare meglio senza me, di perdere tutto quanto, compreso me stesso. 

Ho lottato per lei, mettendo in gioco la mia vita e rischiando ogni cosa, ho scelto di puntare tutto su di lei e di diventare un uomo forte e migliore per darle la vita che non ha mai avuto. Una vita in cui Jane non deve preoccuparsi di fare la spesa o arrivare a fine mese, una vita in cui ricevere amore e fare progetti è normale, una vita in cui costruire una famiglia, una di quelle reali e genuine, una famiglia molto diversa da quella che purtroppo entrambi abbiamo avuto.

"Ehi, ma cosa fai?" Nel sentire la sua voce mi risveglio dai miei pensieri, rendendomi conto di essere impalato davanti al frigo con lo sguardo che vaga nel vuoto.

"Niente, stavo decidendo cosa mangiare" mento per evitare di darle maggiori preoccupazioni.

"Se lo dici tu... quando hai deciso cosa mangiare ti andrebbe di vedere un film insieme?" Chiede raggiante e il mio cuore ritorna a battere con regolarità.

"Certo, arrivo subito, nel frattempo scegli il film" rispondo anche io sorridendole.

Dopo dieci minuti siamo seduti sul divano, io con il mio sandwich in mano e lei rannicchiata in un angolo. Alla fine ha optato per un thriller che si chiama "Split".

Parla di tre adolescenti che vengono rapite e tenute prigioniere da un uomo con gravi disturbi mentali causati dalla sua infanzia turbolenta e difficile.

Nonostante il film sia molto enigmatico ed interessante mi risulta difficile non guardarla di tanto in tanto. Mi piace condividere con lei un momento così semplice, che a molti può sembrare insignificante, mentre per me è terribilmente intimo.

"Posso venire vicino a te? Ho paura" Chiede in un sussurro.

"Non aspettavo altro. Di cosa hai paura piccola?" Domando a bassa voce, invitandola ad avvicinarsi. 

"Di diventare come il protagonista. Anche io ho avuto un passato difficile. Ho paura Tom" rivela con voce roca.

"Sai perché non succederà? Perché hai me e io non permetterò che accada" affermo accarezzandole la testa.

"Me lo prometti?" Chiede girandosi per permettere ai nostri occhi di incontrarsi.

"Te lo prometto amore" affermo con convinzione per poi baciarla dolcemente. Un bacio semplice e casto, colmo di promesse, speranze e amore. 




💫 Spazio autrice 💫 

Ciao girls, 

spero vi piaccia ❤️ 

Fatemi sapere cosa ne pensate 😘

Buona giornata a tutte 💕

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