21. Dolce risveglio

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Tom


Sento qualcosa muoversi al mio fianco e non appena spalanco gli occhi i ricordi di ieri notte riaffiorano automaticamente poco alla volta, immagini nitide e sensazioni intense vagano da una parte all'altra della mia mente.

Jane, bella come mai prima d'ora, dorme avvinghiata al mio braccio, con i capelli arruffati, le labbra schiuse e le guance rosee.

Mi prendo alcuni minuti per osservarla, per imprimere saldamente l'immagine di lei al mio fianco mentre le accarezzo il braccio e mi inebrio del suo dolce profumo.

I miei pensieri si focalizzano, inevitabilmente, su quello che ci siamo detti in questi giorni, sulla sua storia, sul dolore ancora vivo che la perseguita notte e giorno.

Vorrei poter cancellare tutto ciò che di brutto ha passato, ma so che non servirebbe a nulla.

Bisogna estirpare il male dalla radice per permettere a un fiore bellissimo come Jane di sbocciare e iniziare a vivere.

La prima volta che l'ho vista sono rimasto colpito dalla sua bellezza, dai suoi capelli lunghi e setosi, dal suo corpo slanciato e tonico, ma solo dopo averla guardata negli occhi, ho compreso che lei era molto più di una bella ragazza.

Mi ha annientato, trascinandomi nella sua burrascosa anima, pregandomi in silenzio di non fare domande ed allo stesso tempo di aiutarla.

Occhi che riflettono ogni suo pensiero e stato d'animo, occhi che hanno visto cose che mai nessuno dovrebbe vedere.

Gli occhi di Jane sono stati il mio faro. Mi hanno permesso di tornare a credere che le cose belle esistono, che per quanta tristezza e delusione possiamo provare, prima o poi, un segnale luminoso ci indicherà la nostra strada.

Anche se è Sabato non ho voglia di buttare tutta la giornata a letto. Mi avvicino al suo viso e deposito tanti baci per svegliarla.

"Ehi piccola" sussurro dolcemente.

"Mhm" Jane risponde con un lamento gutturale, girandosi dall'altra parte e mostrandomi le sue spalle.

"Ti devi svegliare" dico con un tono più convincete.

"Che ore sono?" Domanda ancora assonnata. 

"Le dieci" rispondo baciandole la spalla.

"Ok ok, ho capito" si gira finalmente nella mia direzione regalandomi un piccolo sorriso.

"Ciao" le dico sistemando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Ciao rompiscatole" afferma divertita.

"Andiamo a fare colazione" dichiaro per poi prenderla in braccio come una principessa.

"Che programmi hai per oggi?" Chiede mentre divora avidamente le sue uova ed io non posso fare a meno di ridere sotto i baffi. Mi piace da morire quando mangia.

"Pensavo di stare con te" rispondo sincero.

"Mike mi ha chiesto di sostituirlo in caffetteria per un paio di ore. Potresti farmi compagnia e poi andare da qualche parte, ti va?" Chiede prendendomi la mano.

"Dai non ci credo. Cosa dovrà mai fare Mike oggi?" Dichiaro sbuffando e mettendo il broncio.

"Il trasloco. Da quello che so torna a casa sua oggi" specifica.

Me ne ero completamente dimenticato. Mike mi aveva avvisato che sarebbe tornato nel suo appartamento perché i lavori erano terminati.

"E' vero, me ne ero completamente dimenticato" affermo prendendo i nostri piatti per poi depositarli nel lavandino.

"Quindi...ti va di venire?" Jane si posiziona dietro di me abbracciandomi.

"Se mi prometti che dopo il lavoro sarai solamente mia va bene" mi giro per guardarla negli occhi.

"Promesso" risponde prontamente.

Le prendo il viso tra le mani e la bacio con tutto l'affetto che nutro per lei.

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