48. Piano B

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Tom


Per quanto sia estremamente affascinato da questo posto il viaggio in aereo è stato talmente estenuante che ieri sera, dopo aver mangiato un club sandwich in camera, siamo crollati come due bambini.

Devo dire però che anche questa volta l'aiuto di mio padre nel consigliarmi questo resort è stato prezioso. Nonostante io sia abituato a vedere posti del genere e viaggiare al massimo dell'esclusività questa volta sarà per l'atmosfera, la vista sul mare o, più semplicemente, per la presenza di Jane sembra tutto mille volte più bello ed entusiasmante.

Ho programmato ogni cosa, ogni giornata, cene, escursioni e momenti di relax e spero che fili tutto per il verso giusto.

E' la nostra prima vacanza insieme e voglio sia memorabile.

"Ehi, piccola...devi svegliarti" le sussurro all'orecchio, accarezzandole la pelle morbida della spalla.

"Mmm...che ore sono?" Mugugna assonnata senza aprire gli occhi.

"Le 9.30" rivelo continuando a toccarla.

"Ho sonno e sono molto affamata" afferma con una vocina da bambina che mi fa impazzire.

"Lo so, ed è per questo che in soggiorno ci sono i pancake pronti per essere divorati" dico ridendo.

"Veramente?" Si solleva dal letto all'improvviso.

"Noto che non hai più sonno" sussurro vicino alle sue labbra per poi stamparle un bacio innocente.

"Lo sai che quando si tratta di cibo ogni cosa può aspettare" afferma ricambiando il mio bacio.

Mentre la osservo mangiare, anche se sarebbe più corretto dire sbranare come un leone quei poveri pancake, non riesco a non pensare a quanto mi piacerebbe vivere ogni giorno così. Penso veramente di potermici abituare, a lei in giro per casa, a lei che sperimenta nuove ricette per stupirmi, al suo odore, alla sua risata.

"Che programmi abbiamo per oggi?" Chiede tra un boccone e l'altro, risvegliandomi dai miei pensieri.

"Questa mattina pensavo di rilassarci nella spiaggia del resort e nel pomeriggio abbiamo un'escursione prenotata al Gran Cenote...sempre che a te vada bene" dichiaro sorridente.

"Il Gran Cenote? Che bello, non vedo l'ora" Grida euforica.

"Perfetto, allora mentre finisci di mangiare anche il tavolo da pranzo io vado a prepararmi" scherzo facendole l'occhiolino.

"Spiritoso" risponde tirandomi una pantofola che fortunatamente riesco a  schivare. 

Dopo circa quaranta minuti siamo sdraiati sulla spiaggia dell'albergo.

Il solo è alto e splendente, la sabbia bianca e calda e il mare cristallino e calmo.

E' tutto perfetto...se non fosse per qual cavolo di costume che Jane ha deciso di mettersi. 

"Scusa, ma non c'era della tua taglia?" Domando infastidito.

"Ma di cosa parli?" Chiede ingenuamente. 

"Di quel fazzoletto che chiami costume, non c'era della tua misura?" Sono molto arrabbiato perché forse Jane non si è resa conto che in questi mesi le sue forme sono leggermente cambiate. Non che non sia bella anzi, la trovo ancora più sexy e donna di prima però, mentre prima era troppo magra, sicuramente per tutta la situazione del padre, adesso ha due tette enormi ed un culo sempre più tondo e sodo.

"Sinceramente non capisco a cosa ti riferisca, smettila di fare il paranoico. Se non l'avessi notato la maggior parte delle persone su questa spiaggia sono fidanzate, proprio come noi" Controbatte con tranquillità.

"Ah sì? E allora perché quello dietro di noi non fa che fissarti come un manico sessuale? E vogliamo parlare del cameriere che nel giro di dieci minuti è venuto non so quante volte a chiederti se volessi bere qualcosa?" Sbraito furioso senza curarmi delle persone intorno.

"Tom ti prego, finiscila. Non dovrebbe importarti di cosa indosso, sai perfettamente che non mi interessano gli altri uomini" dichiara scocciata.

"Scusa se mi dà fastidio che quel coglione guarda la mia ragazza come se volesse scoparsela all'istante" Concludo infilandomi gli occhiali e incrociando le braccia al petto.

"Sai che ti dico? Sono in vacanza in un posto incantevole e voglio sfruttare al massimo ogni secondo. Io vado a fare un bagno, tu continua pure a sbraitare" dichiara alzandosi per poi incamminarsi verso la riva.

Cammina ancheggiando come una modella, con i capelli che le svolazzando nel vento e di istinto mi guardo intorno per vedere quanti come me la stanno osservando. 

Sono paranoico, lo so, ma non riesco a sopportare l'idea che qualcuno la voglia quanto me, che la desideri come faccio io.

Lei è mia e deve essere chiaro a tutti. Mi alzo di scatto dal lettino, raggiungendola subito dopo in acqua.

"Hai cambiato idea?" Domanda ironica.

"No, ho cambiato strategia" rispondo per poi prenderla in braccio facendo avvinghiare le sue gambe al mio bacino. La bacio con passione, marchiando il territorio come un cane, venerandola come fosse una dea.


"Sei mia" Affermo riprendendo fiato.

"Ora lo sanno tutti" risponde con tono carico di desiderio. 

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