46. Solo tu

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Tom


Non capisco cosa le sia preso.

In macchina era radiosa con quel sorriso dipinto sul volto, canticchiava ogni canzone passasse alla radio non riuscendo a contenere l'eccitazione e adesso, invece, sembra nervosa ed infastidita dalla mia presenza.

Se ne sta lì, a guardare il cielo dal suo finestrino, completamente assorta nei suoi pensieri, con una felpa più grande di lei che stringe come intimorita all'idea di perderla.

I suoi sbalzi d'umore mi fanno girare la testa e se devo dirla tutta anche un po' le palle.

Non so più che devo fare, ci sto mettendo tutto me stesso in questa relazione ma continuo a sentirmi incompleto, come se lottassi inutilmente, come se non avessi abbastanza forza per entrambi, come se la stessi perdendo, ancora una volta.

Siamo decollati ormai da una ventina di minuti e, a parte qualche informazione data dalle hostess di bordo e dal comandante, il silenzio che ci circonda mi sta mandando fuori di testa.

Non è un silenzio qualunque ad infastidirmi ma il suo perché ormai conosco Jane più di me stesso e so che qualcosa la tormenta, lo capisco dal suo atteggiamento di chiusura e da quella maledetta rughetta che le si forma sulla fronte ogni volta che è pensierosa.

Mi avvicino al suo corpo, occupando più del dovuto il suo spazio vitale.

"Adesso mi dici cosa ti prende?" Le dico vicino all'orecchio cercando di non disturbare gli altri passeggeri.

"Non so di cosa tu stia parlando" risponde senza neanche voltarsi a guardarmi.

"Jane o mi dici che cazzo succede oppure giuro che non appena atterreremo me ne ritornerò a casa" dichiaro ormai incazzato.

Esita qualche secondo prima di girarsi.

Quegli occhi che mi fottono ogni volta, anche quando sono arrabbiato, anche quando vorrei gridarle in faccia tutte le mie frustrazioni, anche quando vorrei rimproverarle il suo atteggiamento immaturo.

"Melody..." dice debolmente.

"Non capisco...Chi è? La signora di prima?" Domando confuso.

"Sì" risponde con lo stesse tono con il quale ha pronunciato il suo nome.

"Non capisco, puoi spiegarti meglio? Ha detto o fatto qualcosa di sbagliato?" Chiedo cercando di rimanere calmo.

"Non lo so...ho avuto una sensazione strana. Si chiama come mia madre..." dichiara con gli occhi colmi di lacrime.

"Amore sarà stata una coincidenza, può capitare." Cerco di ponderare le parole anche se sono completamente sotto shock all'idea che quella donna possa essere realmente sua madre. 

"Sì, lo so. Non appena mi sono presentata sembrava sconcertata nel sentire il mio nome, poi aveva i miei stessi occhi, sono rimasta colpita appena l'ho vista. Prima che andassi via mi ha detto di chiamarsi Melody, proprio come mia madre e continuava a fissarmi come se volesse confessare qualcosa, come se fosse triste" confessa in un pianto pacato.

"Piccola, ehi, non fare così. Non pensiamoci adesso, godiamoci la nostra vacanza e poi quando torneremo se vorrai ti aiuterò a capirci qualcosa" le dico stringendola forte al mio petto.

" Credevo fosse morta. In tutti questi anni non ho fatto altro che pensare a lei, a cosa fosse realmente accaduto, a cosa l'abbia portata a scegliere di abbandonarmi. Mi ripetevo ingenuamente che fosse stata obbligata oppure una brutale malattia l'avesse portata via da me. Oggi scopro invece, che mentre io affogavo nel dolore lei diventata una donna di successo, che mentre mi facevo in quattro per arrivare a fine mese lei passava il suo tempo in hotel di lusso in giro per il mondo. Capisci Tom? Capisci quanto può essere destabilizzante scoprire la verità? Comprendere dopo tanti anni che nulla aveva una giustificazione e che l'unica certezza è quella che fin da bambina hai sempre temuto. Lei non mi voleva." Singhiozza distrutta sulla mia spalla e l'unica cosa che riesco a pensare è a quanto debba essere stata ingiusta la vita, a quanto il dolore l'abbia consumata, a tutto quello che ha dovuto affrontare da sola, a quanto può essere straziante sentirsi sola.

La mia piccola Jane che giace tra le mie braccia, bandita di lacrime e ricoperta di delusione con il cuore spezzato da due genitori che non hanno saputo prendersi le proprie responsabilità, due esseri incapaci di donare amore, due persone che hanno scelto di farla soffrire senza mai pensare alle conseguenze.

"Ehi, certo che capisco. Io sarò sempre con te Jane, qualunque cosa accada, chiaro?" Dico accarezzandole lentamente i capelli setosi.

"Lo so, ci sei sempre stato solo tu" sussurra per poi addormentarsi, come sempre, tra le mie braccia. 




💫 Spazio autrice 💫 

Ehi Girlssss, 

spero vi piaccia anche questo capitolo. 

Che cosa pensate dell'incontro con Melody????

Fatemi sapere ❤️ 

Kiss 😘 💕 

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