La prima volta che ha iniziato ero ancora una bambina, avevo undici anni. Lo sviluppo, l'arrivo delle "cose" poi è stato un trauma. Una mattina mi svegliai urlando come una matta e con i lacrimoni. «Mamma!» mamma corse nella mia camera e mi disse: «Cos'è successo?»
«Mamma ho sporcato il letto di sangue.»
«Non ti preoccupare, sono le mestruazioni e sono anche un gran bel giramento di coglioni!» esclama.
«Vuol dire che sono diventata signorina?»
«Marika, mia cara Marika,» si siede sul letto, il suo alito puzza di alcol e le sue unghie sono gialle per colpa delle sigarette,
«stasera usciamo va bene?»
«Ma è martedì e domani ho scuola.»
«Non mi interessa niente!» alza il tono della voce, si alza impettita si avvia alla porta poi dice: «Rifatti il letto, fatti una doccia, e per finire ti metti un assorbente interno.»
«Ma lo posso fare?» dico «Cioè, metterlo, sai io...»
«Sei vergine, ma non ti preoccupare lo sarai ancora per poco!» ghigna maliziosa
«Che vuol dire?» domando preoccupata.
«Vuol dire che tu ti metterai a fare quello che ti ho detto di fare e poi sistemerai casa!» mi ordina e io non posso che essere d'accordo con lei.
«Mamma?»
«Si?»
«Dove vai?»
«Vado a prendere al supermercato qualcosa da bere e poi in farmacia.» se ne va senza aggiungere altro. Guardo il letto, poi i miei piedi, questo gesto lo faccio per tre volte di fila. Due ore dopo aver sistemato tutta casa la porta cigolante dell'entrata si apre. Mia madre entra barcollando, ha nelle mani due bottiglie di alcol aperte e la sigaretta in bocca. Appoggia le bottiglie sul tavolo e mi guarda strana, dalla borsa tira fuori altre tre bottiglie di Jack Daniel's e un sacchetto della farmacia. All'interno contiene quattro confezioni di clobazam.
«Ho visto che sei stata brava.» dice felice.
Quando è così di buon umore vuol dire che si è divertita.
«Lo hai messo?» mi domanda incuriosita.
«No, io... non so come si fa a metterlo.» mi prende per un braccio e mi tira fino ad arrivare in camera mia.
«Sdraiati e fatti trovare nuda solo in basso, arrivo subito.» da brava ragazzina ubbidiente lo faccio Dieci minuti dopo entra e mi posiziona a gambe aperte con le ginocchia tirata su. «Come sei bella bambina mia, ora mordi questo. Ti aiuto io.» con le mani mi mette un attrezzo che mi lega stretto forte al massimo e io rimango imbambolata.
«Stai ferma, non ti muovere.» faccio un gesto affermativo con la testa. Dopo averlo scartato con poca delicatezza me lo mette dentro. Ho fatto bene a mettere questo "bavaglio" se così si può chiamare.
«Hai sentito male bambina mia?» mi dice con dolcezza materna, cosa che non ha quasi mai. Non so cosa risponderle quindi non lo faccio.
«Fatti bella, stasera si va da Joanna, ci aspetta per il dopo cena.»
Joanna è un'amica di famiglia, mi ha vista nascere, non è meglio di mia madre, ma che cosa si può trovare quando abiti nei bassifondi di Brooklyn? Siamo da Joanna la casa è piena di gente e c'è tanto di quel fumo che non si vede niente. Un signore che potrebbe essere mio padre, pace all'anima sua, si mette in piedi sulla sedia e con le mani vicino alla bocca come se fosse un megafono urla: «Signori la nostra Marika è diventata finalmente signorina!»
Tutti gli uomini ululano come dei lupi. Mamma e Joanna applaudono e ridono, io d'altro canto non sono solo imbarazzata, ma anche schifata.
«Vai da lui bambina, ti divertirai!» esclama felice spingendomi con la mano verso la tana del lupo. «Non sarai sola.» continua. «Ci saremo anche io e Joanna.»
Che madre di merda!
«Cosa dovrei fare?»
«Tesoro mio, farà tutto lui.» dice Joanna con in mano una bottiglia di vodka
«No!» dico. «Non voglio fare sesso con quello lì!»
Mamma mi prende le guance in una mano sola strizzando forte facendo in modo che la mia bocca diventi come quella di un pesciolino rosso «Non ti sto chiedendo il permesso, hai capito?» si sta arrabbiando. «Te lo ordino e poi sarà delicato!» si fa passare la bottiglia da Joanna e beve un grosso sorso di vodka.
Come può farmi questo? Cavolo è mia mamma!
Colei che dovrebbe proteggere la propria figlia da uomini come lui.
Entro con forza nella camera del figlio di Joanna e mia madre mi fa stendere sul letto. Lui all'inizio mi osserva, poi si cala i pantaloni e le mutande. Adesso è sopra di me con il suo coso di fuori, si mette un profilattico mentre mamma e Joanna mi tengono le gambe aperte e in fine mi toglie l'assorbente tirando la cordicella e poi infila dentro il pollice: «Rosi tua figlia è molto stretta!» esclama felice, si vede che ha voglia di me.
«Bella vero?» gli domanda mia madre con tono fiero.
«Certo tesoro!» si danno un bacio appassionato poi ripete lo stesso gesto con Joanna. Mi viene da vomitare Si mette sopra di me posizionandosi per bene, mi infila dentro con forza il suo pene e si muove velocemente. Piango e urlo dal dolore. Chiamo mamma implorandola di farlo smettere, ma la sua risposta è: «È giusto così!» ride ed è così persi la mia verginità, con uno sconosciuto. Dopo quella sera mia madre tutte le volte che era fatta, praticamente sempre, veniva nella mia cameretta con un pene finto, lo indossava e mi penetrava «Ti piace, vero bambina?» mi diceva all'orecchio e il suo alito puzzava di alcol e fumo, invece quando era sobria era la mamma migliore del mondo, cioè mai.
Gli anni passavano e io crescevo. Al compimento dei sedici anni mamma ha deciso che non andavo più bene perché ero cresciuta Ero troppo formosa per lei. Insomma, ero diventata una bella ragazza.
Un mese dopo la trovai stesa sul pavimento sudicio, al suo fianco c'erano due confezioni vuote di clobazam e due di Jack, mi misi in ginocchio e con il dito indice e quello medio le toccai il polso. Il battito c'era, ma molto basso, quindi mi misi seduta con le gambe incrociate e la guardai a lungo finché non cessò di vivere. Nessuna reazione, neanche una lacrima, anzi ero sollevata, se si può dire. Quando chiamai Joanna per darle la cattiva notizia, esplose in un pianto drammatico. Alcuni giorni dopo ci fu il funerale. Mia madre assomigliava molto a Janis Joplin, quindi invece di scrivere sulla lapide nome e cognome con le due date, Joanna fece incidere solo due lettere: J. J. e in sottofondo la loro canzone preferita: "Piece of my heart".
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SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)
AcciónPER RINTRACCIARE IL BOSS DELLA MAFIA MESSICANA: UN NARCOTRAFFICANTE DI COCAINA, SALVADOR SUAREZ DETTO ANCHE "EL CHAVA" E ARRESTALO, MA SOPRATTUTTO PER VENDICARSI DELLA MORTE DEL MARITO, LA DETECTIVE LINDAY EVANS DELL'INTELIGENCE, VA A LAS VEGAS SOTT...