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Sei anni dopo...

Meckenzie stava crescendo, di Brent sapevo sempre meno e per questo avevo una brutta sensazione...
Una mattina Leroy mi chiamò nel suo ufficio.
«Evans, vieni!»
«Cosa è successo Leroy, parla! Non girarci troppo intorno!»
«Ieri sera Brent è rimasto coinvolto in una sparatoria tra gang. Aveva un appuntamento con un tizio per mettersi d'accordo su un affare. El Chava, vuole espandere il suo traffico di droga in più paesi. Brent stava venendo qui per spiegarci meglio l'affare che c'era in ballo.
Un altro agente della DEA, è venuto a sapere da fonti sconosciute, che avevano scoperto chi era Brent.
Suarez lo ha fatto uccidere facendo pensare che fosse stata una banda rivale.»
Ghiaccio. Sono una statua di ghiaccio.
«Lindsay, parlami!»
«Cosa vuoi che ti dica? Mio marito è morto perché Suarez ha scoperto che era uno sbirro sotto copertura.
Mia figlia non conoscerà mai suo padre e io sono diventata vedova prima del previsto. Voglio la sua testa!»
«Non puoi andare! Hai una figlia Lindsay.»
«Lei starà con i miei genitori.»
«Vuoi farla diventare orfana da entrambe le parti? Vuoi che perda anche sua madre?»
«No! Voglio vendetta!» sono irremovibile.
«È una follia!»
«Ho detto che voglio vendetta!»
«Va bene. Allora hai deciso di rischiare!»
«Sì Leroy, voglio rischiare. Dove si trova adesso?»
«È a Vegas.»
«Bene! Las Vegas sia!»
«Lindsay, non sarà facile, sappilo. Non sarai più tu. Non sarai più Lindsay Evans, ma un'altra ragazza. Bisogna crearti una nuova vita, una nuova identità e non sarà così semplice. Dobbiamo lavorarci bene.»
«Facciamolo!»
«Lindsay, sappi che non ci andrai da sola!»
«Non voglio nessuno.»
«Come vuoi. Adesso vai a casa dai tuoi e da tua figlia, Meckenzie ha bisogno di sua madre in questo momento più che mai.»
«Lo so.»
«Nel frattempo studieremo una storia, tragica, travagliata, che racconterai se qualcuno ti farà domande.»
«Qualcuno ha mai visto Suarez? Che aspetto ha?»
«No. È molto scaltro, furbo e soprattutto molto pericoloso.»
«Bene. Ci sarà da divertirsi!»
«Vai a casa.»
«Vado.»

Dopo aver avvisato mia madre che stavo rincasando e di aver avvisato i miei suoceri, o per meglio dire ex suoceri, mi sono assicurata che Meckenzie fosse a casa della sua amichetta del cuore.
Distrutta, apro la porta trovandomi tutti quanti seduti sul divano, nell'immenso salone, dalla mobilia in noce grezzo.
Tutti si erano accorti che la mia espressione non preannuncia niente di buono.
Tutt'altro.
«Cosa è successo ad Brent? Perché io sono sua madre e sento che gli è accaduto qualcosa!»
«Lindsay...» dice pacato suo padre.
Loro quattro sapevano che lavorava sotto copertura per la DEA.
Sapevano tutto, tranne la nostra bambina.
Lei sapeva che io ero un'impiegata nell'azienda Import/Export di famiglia, e suo papà, il suo adorato papà, era un rappresentante e viaggiava spesso per lavoro, per questo abitavamo dai miei genitori nell' Upper East Side di Manhattan.
«Mamma, papà, signori Miller...»
«Non essere formale Lindsay.»
«Andrò subito al sodo. Brent è morto.»
Vedere la madre in lacrime in ginocchio con il marito che la stringe, è una scena orribile, straziante.
I miei genitori, invece mi hanno stretta tra le braccia.
«Com'è stato possibile?» chiede il signor Miller.
«È rimasto coinvolto in una sparatoria.» non dico altro, non voglio entrare nei particolari.
«Che dirai a Meckenzie?»
«Non lo so. La cosa importante è che lei sia a giocare a casa di Lara.»
«Sì tesoro, è ancora da Lara.» dice mamma.
Fisso con insistenza l'orologio a pendolo che io e Brent avevamo regalato qualche hanno prima a mia madre per il suo compleanno e a Natale.
Già, fa il compleanno a Natale.
«Voglio vendetta!»
Tutti mi guardano scioccati.
«No!» dice mio padre.
«Non m'interessa niente. Ho già deciso. Voglio la testa di quel bastardo sulla mia scrivania!»
«Lindsay, non farlo per l'amor di Dio!»
«Signora Miller, non posso e non voglio che la passi liscia quello che ha fatto uccidere Brent. Chiunque esso sia.»
«E non pensi alla bambina?»
«Certo. Meglio che sia io a vendicarmi che lei quando sarà più grande dopo aver scoperto la verità.»
Il telefono di casa suona e mia madre va a rispondere.
Questa casa sembra un museo di antiquariato.
«Meckenzie sta per tornare a casa.»
Ci annuncia mia madre preoccupata.
«Ci penso io. Potete andare signori Miller. Non voglio che la bambina vi veda in queste condizioni.»
I genitori di Brent tornano a casa e poco dopo entra la mia bambina mulatta dagli occhi verdi, con i capelli lunghi fino alla schiena e piena di treccine.

«Mammina!» urla venendomi incontro.
La stringo forte forte tra le braccia e il pezzo di ghiaccio che ero diventata, si è sciolto al sole.
La stacco prendendola per le spalle e la guardo negli occhi.
Gli stessi occhi di suo padre.
«Amore mio, mamma deve dirti una cosa molto importante. Vieni con me.»
La prendo per la sua piccola manina e la porto nella sala dei giochi.
Un parco in miniatura.
Ci sediamo sul prato finto e cerco le parole adatte da dire a una bambina di sei anni che ha perso il padre.
«Mammina, perché hai quella faccia triste?» dice accarezzandomi una guancia.
«Lo sai che papino è sempre in viaggio per lavoro, vero?»
«Sì» fa su e giù con la testa velocemente.
«Questa volta papino non tornerà a casa.»
«Mammina, è colpa mia? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Non mi vuole più bene?»
E con quegli occhioni colmi di lacrime, finalmente sono esplosa.
La stringo a me più forte che posso.
«No, Meckenzie. Papino ha avuto un incidente in macchina mentre tornava a casa da noi. Adesso è in cielo insieme agli angeli.»
«Ma starà bene?»
«Certo Meckenzie, ci proteggerà.»
«Va bene.» sorride ingenua.
La guardo e le scompiglio i capelli.
«Dai mammina!»
Per essere una bambina di sei anni è molto vanitosa.
«Resta qui a giocare se vuoi.»
«Davvero? Posso?»
«Certo, io devo parlare con la nonna.»

Lascio Meckenzie, nel suo parco giochi e vado da mia madre.
«Leroy è contrario riguardo alla mia decisione.»
«Ha ragione.»
«Mamma, ho deciso. Parto.»
«Sei matta! E Meckenzie?»
«Lei sarà in buone mani qui con voi.»
«E cosa le dirai?»
«Non lo so ancora, ci penserò quando sarà il momento.»
«Come l'ha presa?»
«Come una bambina di sei anni che non sa dell'operazione di suo padre. Le ho detto che ha avuto un incidente in macchina e che ci protegge. All'inizio aveva pensato che non sarebbe più tornato a casa per colpa sua.»
Mamma non ha parole, è troppo scossa, come tutti del resto.
«Dove andresti?»
«Las Vegas.»
«Cosa???»
«Sì mamma ho deciso.»
«Quando partirai?»
«Non lo so. So solo che non posso dirti altro.»
«Come faremo a rintracciarti.»
«Mamma, ci penserò io a farlo. Dovete solo prendervi cura di Meckenzie.»
«Ti farai ammazzare vero?»
«Non dirlo!»
«Ma è la verità!»
«Non mi accadrà niente. So come comportarmi. Punto. Fine della discussione.»
Così lascio mia madre e torno nel parco giochi dove si trova mia figlia.
Non so quando partirò.
Non so quando tornerò.
So che ho bisogno di stare più tempo con il mio sole.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora