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Con il mio bel blocchetto per prendere le ordinazioni e la penna dietro l'orecchio, esco dal bancone lasciando i miei clienti incazzati che mi sbraitano dietro.

Fermo Lory e mi faccio indicare chi è il tipo che voleva me a tutti i costi.
Spero che mi chiederà solo da bere.
Un tavolino tondo intralcia il mio passaggio, così faccio fatica ad arrivare da lui.
Un uomo che fai prima a saltarlo che a girarci in torno occupa molto spazio.
Dopo aver zigzagato per un po', raggiungo finalmente il tavolo che mi ha indicato Lory.
«Buonasera. La mia collega mi ha detto che ha chiesto di me esplicitamente, quindi si dia una mossa ad ordinare, perché ho dei clienti che mi aspettano!" gli dico alterata.
Poi ripenso al mio primo giorno e fra Justine che mi ha, praticamente detto di stare zitta, e fra il signor McNamara che mi ha fatto capire che il cliente ha sempre ragione, anche se ha torto marcio, io ho appena fatto tutto l'opposto.
«Mi scusi, non volevo essere così maleducata. Sono davvero mortificata."
«Non preoccuparti. Sei nuova. Un mio amico che viene qui tutte le sere mi ha detto che c'era una ragazza nuova che faceva la barista. Così sono venuto a controllare. Cioè non pensare male, non mi sono spiegato bene. Volevo dire che sono venuto a vedere chi era la nuova ragazza."
«Bene. Adesso che mi hai vista, vuoi ordinare da bere?"
«Comunque piacere, mi chiamo Brendan."
«Okay Brendan. Io invece vorrei che tu mi dicessi cosa vuoi bere."
«Champagne."
«Al tuo ritorno mi dirai come ti chiami?"
«Non lo so. Forse."

A passo svelto vado al bancone.
Lory e Justine mi guardano curiose.
«Allora?" domanda Justine.
«Cosa ti ha detto." chiede Lory.
«Niente di che. Vuole dello champagne."
«Tutto questo tempo per un misero champagne? Dai Marika, dicci cosa ti ha detto."
«Lory in poche parole mi ha detto che si chiama Brendan e che un suo amico gli ha detto che c'era una ragazza nuova al bancone."
«E tu come ti sei comportata?" mi domanda Justine con un tono di rimprovero.
«Io ho fatto tutto l'opposto di quello che dovevo fare..."
«Allora sarai licenziata."
«Perché dici così?" domanda Lory.
«Lory per farla breve, Marika è una tipa che non ha peli sulla lingua, e se questo ragazzo va a lamentarsi da mio zio per lei è finita."
«A proposito di McNamara." dico. «Ci sta guardando, cioè diciamo che i suoi occhi sono puntati su di me."
«Ragazze, torniamo al lavoro prima che scenda a farci il culo." dice Justine.
«Vado. A dopo." ci saluta Lory.
«Fammi sto benedetto champagne. Così prima lo porto e prima posso tornare alla mia postazione."
«Prego. Ecco a lei il suo champagne!" lo tolgo dal vassoio e lo appoggio sul tavolo.
Il tipo mi guarda, aspetta.
Sta aspettando qualcosa ma non so cosa.
«Vuole altro?"
«Vorrei sapere come ti chiami. Perché prima non me lo hai detto."
«Diciamo che ha dato per scontato che lo avrei fatto, non è vero? Mi corregga se sbaglio."
«Sì, hai ragione. Almeno potresti darmi del tu?"
«Non credo che sia possibile."
Mi volto e vedo McNamara che mi osserva e questo lo trovo alquanto inquietante.
«Posso andare adesso?"
Odio essere osservata.
«Sei strana. C'è qualcosa che ti turba? O è qualcuno."
«No no, è che devo tornare al mio lavoro. Se non le dispiace..."
«Oh... Scusa se ti sto facendo perdere tempo. Sì, sì, vai pure."
Senza considerarlo me ne torno al mio posto.

Mentre sono impegnata a servire i miei clienti, mi sento più tranquilla.
Non so come mai.
«Marika."
«Che c'è Justine."
«McNamara è andato via. Ma cos'hai fatto?"
«Io niente, perché?"
«Non ti ha staccato gli occhi di dosso per un attimo. È andato via appena sei tornata."
«Non saprei. Bisognerebbe chiederlo a lui."
«Probabilmente voleva vedere come avresti reagito se dovesse spostarti. Da barista a cameriera."
«Vorresti farmi capire che sono stata messa alla prova?"
«Tutto è possibile."
«Oh santo cielo! E se Brendan si va a lamentare?"
«Spero proprio di no. Lo hai chiamato per nome?"
«Ha detto che si chiama così."

In mezz'ora ho fatto poco e niente, le mani mi tremavano e non facevo altro che a pensare a McNamara.
Ogni tanto Justine mi diceva di muovermi, ma il mio pensiero era fisso su delle immagini fra McNamara e Brendan. Di lui che si andava a lamentare dallo zio per come mi sono rivolta a lui.
Che figura di merda.

Ora che il mio turno è finito, sono indecisa se aspettarla oppure no, ma dopo la discussione avuta con Suarez non voglio rischiare, in più Rex mi fa cenno con il dito sul polso, picchiettando sull'orologio, come per dire: «sbrigati.".
Prendo la decisione più importante.
Me ne vado dopo aver salutato Justine, ho anche allungato il collo per vedere se Brendan era ancora seduto al suo tavolo, ma non c'era.

«Ehi Rex, posso farti una domanda?"
«No."
«Te la faccio ugualmente. Ho saputo che il signor Suarez era presente stasera. Sai dirmi dov'era?"
«Siamo arrivati."
«Ti avevo fatto una domanda."
«E la mia risposta è stata 'no'."
«Ok, se la metti su questo piano, ti posso dire di andare a quel paese."
Aumento il passo, arrivo in camera prima di lui.
Chissenefrega, se qualcosa è andato storto sarà lui a chiamarmi.
Credo che abbia il mio numero di telefono, se ha controllato il mio curriculum.
A proposito, io non ho un telefono, forse è per questo che ha chiamato lei e non me.
Mi dovrò informare con Justine per sapere se suo zio gli ha detto qualcosa, riguardante la presenza di Suarez.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora