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Spalancando la porta, entra con passo da una persona incazzata e con tono brusco mi dice: «Chiudila!»
Chiudo la porta come mi ha ordinato, la testa è leggermente inclinata di lato e i suoi occhi assottigliati mi scrutano, mentre io mi faccio piccola piccola appiccicata alla porta di schiena.
Spero che non mi abbia scoperta anche lui.

Con le mani incrociate dietro la schiena inizia a camminare avanti e indietro per il suo ufficio.
«Ho sentito che il mio socio ti ha assunta senza aver chiesto la mia opinione.»
Scena muta.
«Non capisco come abbia potuto farlo. Per caso hai aperto le cosce?»
Scena muta.
«Non è da lui comportarsi così. Oggi è la tua seconda sera di prova e hai fatto schifo!»
Si blocca e me lo ritrovo davanti.
«Cosa cazzo hai fatto?» domanda furioso. «Ti ha assegnato Rex come guardia del corpo. Il migliore in assoluto!»
Abbasso lo sguardo.
«Lo sapevi che ti ha assegnato una stanza?»
«No, signor McNamara.»
«La migliore in assoluto.» mi lancia la chiave recuperata da sopra la scrivania e sul porta chiavi c'è scritto che è la numero 2.
«Ti ha lasciato anche questa.» dalla tasca interna della sua giacca, estrae una busta piccola che contiene una carta.
L'American Exspress.
«Ci deve essere qualcosa che non quadra.» borbotta mentre va a sedersi di fronte al pc.
«Ma certo! Il tuo curriculum! Ha letto il tuo curriculum ecco perché ha fatto tutto ciò. Gli fai pena! Una ragazza che si presenta qui per cercare lavoro e che proviene dai bassi fondi di Brooklyn. Ora capisco...»
«Ehm... scusi signor McNamara, potrei tornare al mio lavoro?»
«No! Te ne vai. Ti farai accompagnare da Rex fino all'hotel e alla tua camera.»
«Ma... veramente il mio turno non è ancora finito. Sono qui dalle 22 ed è solo mezzanotte, in più Justine rimarrà da sola al bar.»
«Ubbidisci!»
«Va bene.»

Esco dall'ufficio e davanti a me c'è Rex pronto a scortarmi all'hotel di lusso dove alloggerò per non so quanto tempo.
Credo che McNamara non sia molto d'accordo per la decisione che ha preso il suo socio in affari, senza di lui.
Non devo farmi strane idee.
«A cosa pensi?»
«Come?»
«Ti ho chiesto a cosa stai pensando.»
«A Justine e al dispiacere che provo nell'averla lasciata da sola al bar, e non ho nemmeno avuto modo di salutarla.»
«Non ti preoccupare e non stare in pensiero per lei. Justine è una ragazza in gamba e se la caverà da sola. E comunque McNamara le avrà affiancato subito Backy.»
«Sai, non ti facevo così chiacchierone.»
«Infatti non lo sono.»

Siamo davanti alla porta della mia camera e Rex è ancora con me.
«Non vai?»
«No.»
«Ah. Quindi devi entrare?»
«No.»
«Ok... allora cosa ci fai lì impalato?»
«Starò fuori dalla porta.»
COSA???
«Come di guardia?»
«Sì.»
«Ora che ci penso, ho lasciato la mia roba in camera di Justine.»
«La prenderai domani.»
«E il mio cambio?»
«Non sono cose che mi riguardano.»
«Va bene, allora buonanotte.»
Non mi risponde e mi spinge in camera, poi chiude la porta.
Perfetto! E adesso?
Sento squillare il suo telefono, così con passo svelto mi avvicino alla porta, ci appoggio l'orecchio sopra e ascolto la sua comunicazione, e da come parla potrebbe essere che stia parlando con "lui".
«Sì capo.»
Silenzio.
«Certo non si preoccupi, baderò io a lei.»
Silenzio.
Non ci credo. Sono intrappolata in una camera d'albergo con un gigante fuori dalla porta.
Sono sicura che se apro la porta per uscire dalla stanza sarà in piedi vigile con le gambe divaricate e le braccia incrociate al petto.
Faccio una prova. Apro la porta di poco, quanto basta per controllare cosa fa.
Infatti avevo ragione. Chiudo la porta lentamente.
Mezz'ora dopo controllo di nuovo e lo vedo sempre in quella posizione.
Sembra una statua.
Non ho la possibilità di recuperare il mia roba, nemmeno se lo imploro in ginocchio, quindi dovrò aspettare domani e passare nella stana di Justine.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora