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"Alvarez. Portarmi subito da JoJo!" Gli ordino agitata. Schizzata. Paranoica. Ansiosa. Il panico mi è entrato dentro e mi sta mangiando tutti gli organi e sta bevendo il sangue che mi scorre nelle vene.
"Marika. Stai tranquilla. Vedrai che JoJo ti aiuterà e che sarai bravissima. Gli piacerai. Ne sono certo. Anzi, più che certo!"
"Ma sei fuori di testa? Lo sai per chi devo ballare stasera? Ne hai una minima e dico minima idea?"
Ride. Lui ride.
Io no.
"Non andremo in limousine."
"Perché no?"
"Troveremo troppo traffico. Non hai una moto? Ma certo! Prendiamo l'Harley di Bren!"
"Così mi uccide."
"No. Così facciamo prima. E poi chiediglielo."
"Non so neanche come si guida una moto."
"Alvarez. Non preoccuparti. Ci penso io."
"Perché tu sai guidare un'Harley?" Mi domanda accigliato. Poi inclina di poco la testa e mi fissa incuriosito.
"No." Rispondo.
Al che lui mi guarda serio e mi domanda: "Marika, ma vuoi farci ammazzare tutti e due?"
"Non ti preoccupare Al ..." Non mi fa finire la frase.
"Al?"
"Sì. Perché? Non ti piace? Alvarez è troppo lungo."
"Non è quello. Nessuno mi ha mai chiamato così."
"Allora io sarò la prima. Bene. Adesso bando alle ciance. Vai a prendere le chiavi."
"Sei impazzita? Non è nemmeno sveglio. Questo è furto."
"Non è un vero e proprio furto. Diciamo che è un prestito a sua insaputa. Adesso vai."
"No. Vai tu se proprio insisti. E poi avevi detto che la guidavi tu, no? Correggimi se sbaglio. Quindi a te l'onore di mettere la mano nella tasca dei suoi jeans."
"Quale tasca?"
"Non lo so. Ne ha quattro. Cerca."
Sorride. Sicuramente sa in quale tasca si trovano il mazzo di chiavi con dentro quella della sua benedettissima Harley.
Codardo!
"Bene." Gli dico arrabbiata.
"Bene." Mi fa da pappagallo quasi ridendo. Divertito.
Mi avvicino furtivamente ai jeans di Bren, che tra l'altro li ha ancora indosso e piano piano metto la mano nella prima tasca anteriore, ma non ci sono.
Faccio la stessa cosa con la tasca anteriore sinistra ma non ci arrivo bene.
Cavolo!
Quando sto per estrarre la mano, me la blocca e ridendo dice: "se mi volevi, potevi solo dirmelo e non palparmi mettendo la mano nella tasca dei jeans. Per di più mentre sto dormendo."
Tolgo di scatto la mano dalla tasca e involontariamente mi scappa una gomitata.
"Oddio scusami non volevo! Mi dispiace. Ti ho fatto tanto male?" Gli domando preoccupata alzandomi subito, velocemente dal divano, mentre lui si mette la mano all'occhio sinistro esclando con poca finezza e con tanto dolore: "cazzo Marika! E poi che domanda stupida mi fai. É ovvio che mi hai fatto male!"
"Adesso sì che la potrai prendere." Ride Alvarez dopo aver assistito alla scena.
"Cosa voleva prendere?" Gli domanda dopo essersi alzato dal divano per andare in cucina a mettersi subito una busta di ghiaccio sull'occhio malato. Forse è meglio dire pesto.
Intimorita gli spiego la situazione.
Il gigante di Al ride con le lacrime agli occhi e Bren con l'occhio sano mi guarda e mi domanda: "se mi avessi svegliato e chiesto di accompagnarti, ti ci avrei portato io da JoJo. Bastava solo che me lo chiedessi."
Al ha smesso di ridere a crepapelle e mi dice: "volevo proporti di farlo, ma non l'ho fatto, perché eri talmente schizzata che hai voluto fare di testa tua, e non mi hai dato il tempo di dirtelo."
"E me lo dici solamente ora?"
"Sei tu quella che vuole fare tutto di corsa, non io." Mi risponde Al.
"Per colpa tua, cara Marika, adesso non ci vedo più da un occhio e non posso portarti da JoJo. Quindi. Tieni." Prende il mazzo di chiavi dalla tasca posteriore destra e lo lancia ad Alvarez che lo prende al volo. "Mi raccomando. Non fare danni. Ah, e prima di restituirmela fai il pieno."
"Va bene. Non ti preoccupare. L'ultima volta non è stata colpa mia."
Io li guardo parlare scioccata con la bocca semi aperta.
"Ma... ma... ma tu avevi detto che..."
"Lo so. Volevo sapere cosa avresti combinato pur di avere le chiavi." Mi dice Alvarez.
"Sei stata brava. Hai avuto il coraggio di mettere le mani nei miei jeans. È stata in gamba, vero Al?"
"Già. Molto direi."
"Scusa, ma da quanto tempo sei sveglio?" Domando a Brendan.
"Abbastanza." Mi risponde tranquillo facendo spallucce.
"Abbastanza quanto?" Dico tra i denti.
"Oh oh. Qui si sta mettendo male per te amico." Dice Alvarez.
"Lo so. Da subito. Eri talmente in paranoia che ti sei dimenticata della mia presenza sul divano." Alza mezzo sorriso.
"Perché non ti sei alzato invece di far finta di dormire?"
"Volevo sapere fin dove saresti arrivata. Comunque, ve le avrei date lo stesso. Chiedi che ti sarà dato!" Un attimo di silenzio e poi riprende a parlare. "Andate o farete tardi."
"Noi non abbiamo un appuntamento." Gli dico.
Ci è rimasto di sasso quando gli ho detto così, anche Al ci è rimasto male.
"Come? Forse ho capito male."
"Non ho un appuntamento e per di più non sa nemmeno che ci devo andare." Gli rispondo con la coda fra le gambe. Mi sento in colpa.
"E io ci ho rimesso un occhio per il tuo non appuntamento?" Mi domanda serio, quasi incazzato. "Adesso non potrò più uscire di casa finché non mi passa per colpa tua!" È parecchio arrabbiato e non ha tutti i torti. "Alvarez. Portala via da qui prima che la uccido!" Esclama con un mezzo sorriso.
"Ok. Vieni. Andiamo Marika prima che diventi cibo per gatti."
Poi ridono.
"Mi state prendendo in giro tutti e due vero?"
Nessuno risponde.
"Dai adesso vai." Mi dice con dolcezza Bren. "Fai la brava da JoJo e non farlo impazzire."
Sono troppo offesa. Arrabbiata.
Non dovevano farmi questo brutto scherzo. Non è stato per niente divertente. In più mi sento anche in colpa per avergli dato quella gomitata, seppur fosse stato un gesto involontario.

Usciamo dell'appartamento, ci mettiamo i caschi e siamo pronti per andare da JoJo.
Al guida davvero bene. Nonostante le infrazioni stradali commesse. Abbiamo superato il limite di velocità, fatto slalom e per finire siamo anche passati con il rosso. Tutto ciò per farmi arrivare il prima possibile.
Scendo dall'Harley restituisco il casco ad Al e poi gli dico: "Quando ho finito ti chiamo."
"Va bene. Ciao Marika. Allora a dopo."
"Ciao Al."

"Ma Cherie! Qual buon vento ti porta da me?"
"Senza preamboli iniziamo. Devo essere una vera e propria foxy lady stasera."
"Tranquilla. Ma perché sei così nervosa? Agitata?"
"Te la faccio breve. McNamara ha detto a Suarez che una certa foxy lady ha fatto standing ovation. Suarez vuole vedermi in privato."
"E non sei contenta?"
"Ho detto IN PRIVATO. Hai capito?" Dopodiché mi viene una crisi isterica e inizio a piangere.
"Su, ma Cherie. Non fare così. Ti farò diventare una foxy lady strabiliante. Sensuale. Provocante. Ok?" Mi domanda e gli rispondo di sì con la testa e una tirata di naso che farebbe invidia anche al più grande scaricatore di porto che c'è sulla terra.
"Questa volta userai le scarpe con il tacco e non ballerai scalza."
"Va bene. Sono pronta. Aspetta un attimo. Ma dove le prendi le scarpe?"
"In una stanzetta. Che numero porti? Mmm io direi un 38." Dice dopo avermi controllato il piede.
Praticamente ha fatto tutto lui.
"Sì. Proprio così. Ma come diamine hai fatto?"
"Esperienza. Molta esperienza ma Cherie. Adesso vado a prenderti le scarpe."
Torna con in mano una sedia e nell'altra le scarpe.
Posa la sedia vicino palo.
In poco tempo mi mette le scarpe poi va vicino agli attrezzi. Sì. Perché per me sono degli attrezzi mortali.
"Ma Cherie. Ti metto questa canzone. Così sai già con cosa ballare. Guardami bene. Memorizza tutto. Intesi?"
"Sì." Deglutisco. Non so cosa farà, cosa mi mostrerà, ma sono sicura che per me sarà un trauma.

La musica parte e io lo guardo a bocca aperta come un pesce lesso.
Giuro che non sarò mai in grado di fare quei passi.
Santo cielo!
Lo trovo addirittura imbarazzante. Anche una sedia? Ok. L'ho notata anche prima ma...
Quasi quasi chiamo Al e mi faccio venire a prendere subito.
"Allora ma Cherie? Sei pronta?"
"Cosa?"
"Sali sul palco Marika e muoviti immediatamente con quel corpo. Intesi?"
"Ma la sedia? Questa non è la pole dance. Questa è lap dance, e sono due cose diverse. Non è così?"
"Ma tu inizierai prima con la lap dance per lui e poi farai la pole dance. Pochi attimi. Solo per farlo impazzire. Ah, ma Cherie, voglio sapere com'è andata."
"Ok ti farò sapere. Adesso mi metto all'opera. O per lo meno ci provo."
Sì. Sono carica.
No. Me la sto facendo sotto dalla vergogna.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora