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Finalmente il telefono di Justine trilla. Le è arrivato un messaggio.
"Allora?" Chiedo curiosa di sapere chi le ha mandato quel messaggio.
"Era Lory e ha scritto che non si può fare niente. Ormai hai combinato quel guaio ed è irreparabile."
"È adesso? Che facciamo? Che cosa faccio?" La riempio di domande, che poi sono rivolte più a me stessa che a lei.
"Te lo dico io cosa si fa. Tu signorina rimani qui e non ti muovere, io invece faccio una telefonata."
"Denise vero?" Domando.
"Sì. Spero che lei possa aiutarti."
"Lo spero..." dico speranzosa.
Mentre Justine è al telefono con Denise, io sono in preda al nervosismo.
Mi assale.

"Certo Denise. Okay, allora ti aspetto." Riaggancia e mi guarda con un sorriso indecifrabile.
"Allora? Cosa ti ha detto?"
"Ha detto che sta per arrivare."
Ancora non ci credo.
La mia salvezza sta arrivando.

Bussano alla porta e Justine va ad aprire dopo avermi detto di nascondermi in bagno.
Non si sa mai chi sarebbe potuto essere.
"Ciao Justine."
"Ciao Denise."
"Dove si trova?"
"L'ho fatta nascondere in bagno. Sai... per precauzione."
"Brava. Hai fatto la cosa giusta. Ma adesso vai a chiamarla. Dobbiamo fare un bel discorsetto."

Justine è venuta a chiamarmi dicendo che era arrivata, e che mi stava aspettando di là.
Esco dal bagno, e una bellissima ragazza è seduta sul divanetto a due posti con le gambe accavallate. La gamba destra sopra a quella sinistra.
Il suo nome d'arte le si addice.
Sembra proprio una regina.
"Ciao." La saluto timidamente.
"Ciao. Marika giusto?"
"Sì."
La guardo sperando che lei possa aiutarmi, dato che è l'ultima risorsa, e se nemmeno lei ci riesce sono nella merda e in quel caso devo levare le tende e tornare a Brooklyn.
"So già cosa hai fatto. Marika non puoi permetterti di disobbedire a Salvador. Lui è molto pacato. È disposto a tutto pur di aiutare gli altri, si fa in quattro. E tu, non so cosa hai combinato per fargli compiere un gesto del genere. Cazzo Marika! Eri al confine con l'Arizona! E quando ti ho trovata eri in uno stato pietoso."
"Lo so. Grazie per avermelo ricordato."
"Verrò subito al dunque. Io per prima cosa cercherò di convincere McNamara. Se non ci riesco al primo colpo andrò dritta da Salvador. Nel frattempo, come ti ha già detto Justine, non ti muovere."
"Non so che dire."
"Non dire niente."
Scavalla le gambe e si alza con eleganza.
"Ciao Justine." Le sorride.
"Ciao Denise."
Poi i suoi occhi mi puntano e mi fa capire con uno sguardo di stare attenta.

"Forse lei sarà in grado di convincere o uno, o l'altro."
"È più probabile che riesca a convincere Suarez che tuo zio."
"Su questo punto posso dire che hai ragione." Guarda l'ora e mi dice che si deve preparare per andare al lavoro, e mi raccomanda per l'ennesima volta di non muovermi.
"Sì, però che cosa faccio nel frattempo, mentre sei al lavoro."
"Inventati qualcosa."
"Bella risposta Justine. Mi sei stata davvero utile."
"Marika, non fare battutine. Non sei nella posizione adatta per farle!" Mi rimprovera.
"Scusa." Dico abbassando la testa. Mi ha fatta sentire come un cagnolino appena sgridato dalla sua padrona perché le ho rovinato il tappeto persiano appena comprato, dopo averci fatto la pipì sopra.
Mi saluta ed esce lasciandomi sola.
E adesso?
Come passerò il mio tempo?

A furia di fissare l'orologio appeso al muro mi sto rincoglionendo.
Tic tac. È l'unico e il solo suono che sentono le orecchie.
Cavolo sono passate due ore e ancora non ho notizie da parte di Denise.

"Marika. Apri sono io. Denise." Dice lei dopo aver bussato tre volte.
Apro la porta e la faccio entrare.
"Siediti." Mi ordina con gentilezza.
"Okay."
"Dunque. Joel non ti sopporta a prescindere. Quindi lui è irremovibile."
"...E?"
"E Salvador l'ho trovato per un pelo. Stava per partire, e non chiedermi dove stava andando perché non mi interessa. Comunque: prima di tutto non hai rispettato quello che ti ha detto McNamara ciò che riguarda 'il cliente'."
"Cioè? Cosa vorresti dire?" Strano. Io non mi sono mai comportata male con nessun cliente.
Oh no. Brendan!
"So che hai trattato male il signor Rogers jr."
La guardo strana. Non capisco.
"E chi sarebbe?"
"Brendan. Il ragazzo che ti è stato assegnato, o per meglio dire che lui ti ha voluta come sua cameriera personale."
Allora ci avevo visto giusto.
"E poi?"
"Salvador ha detto anche che sei andata da JoJo e ti sei rifiutata di fare lezione." Un attimo di silenzio e poi riprende a parlare. "Ci conosciamo da un bel po' di tempo e ti posso dire che non l'ho mai visto così deluso da una sua dipendente, come lo è con te.
A proposito, mi ha raccontato che sei andata a ficcanasare nella stanza dove si intrattengono i clienti. Se proprio desideri sapere ciò che succede lì dentro te lo posso dire io. Niente. Non succede niente al di fuori di balli personali. I primi tempi che lavoravo lì come ballerina di pole dance, un signore piuttosto grande mi ha richiesta e McNamara mi ha mandata con quello.
Lui ha tentato di mettermi le mani addosso, ma Rex lo ha mandato via a pedate nel culo, nel vero senso della parola."
Sono scioccata.
"Già. Anch'io ho avuto Rex come guardia del corpo, proprio come te. Me sai una cosa?"
Nego in silenzio.
"Non capisco come mai lo abbia fatto. Voglio dire: tu non sei una ballerina di pole dance. Di solito a loro vanno le guardie del corpo più importanti. Specialmente Rex, che è la sua."
Faccio spallucce.
"Devi avere un non so ché, che lo intriga e non ho dovuto nemmeno implorarlo, perché la faccenda delle valige, era solamente una messa in scena. Non sei mai stata licenziata. Per di più, Salvador sa che alloggi in camera di Justine."
Ora sì che non capisco più niente.
"Dunque: vediamo se ho capito bene. Io non sono mai stata licenziata, la scena delle valige era tutta una palla e in più sa che sono in camera di Justine."
"Già."
"E come fa a sapere che sono ancora qui."
"Su questo non ti posso aiutare perché non lo so. Probabilmente si è informato e quella della reception gli avrà detto che non sei mai uscita. L'unico posto in cui potevi stare era qui.
Credo che McNamara sapeva tutto fin dall'inizio. Cioè, voglio dire che sapeva che stavi da sua nipote. Tutta la sua ostilità che ha avuto e che ha tuttora nei tuoi confronti è vera, ma comunque puoi rimettere le tue cose a posto nel tuo armadio.
Un ultima cosa. Non trattare mai più male Brendan. Ricordati la regola delle tre 'P'. E vai da JoJo domani."
Le tre 'P'...
"Devo essere pronta a tutto, vero?"
"Sì mia cara." Guarda l'ora sull'orologio appeso al muro e mi dice: "bene. Il mio lavoro è stato fatto." Prima di andarsene mi dice di fare la brava e di non fare più cazzate e con un cenno della testa positivo, le faccio capire che da questo momento in poi mi comporterò bene.
Mi saluta e se ne va lasciando la porta della camera aperta.
Prendo la mia roba e raggiungo la mia camera.
Davanti alla porta il gigante di Rex è proprio lì, posizionato davanti. Come se stesse tenendo occupato il posto a qualcuno.
Quando mi vede arrivare mi fa un sorrisetto e poi mi apre la porta per farmi passare con le valige.
"Grazie."
Come al solito non ottengo nessuna risposta da parte sua, ma vabbè, non importa. D'altronde ci avevo fatto l'abitudine.
Appena entro chiude la porta con forza da farmi sussultare.

Finalmente sono tornata.

Mentre rimetto in ordine i miei vestiti nell'armadio mi arriva subito un messaggio.

DOMANI AVRAI UNA GIORNATA MOLTO IMPEGNATIVA MARIKA.
DA JOJO TUTTO IL GIORNO E POI AL LAVORO.
PS: JOJO TI ASPETTA E QUESTA VOLTA NON FARE STRONZATE CAPITO?
QUESTA È L'ULTIMA VOLTA CHE SECCEDE, OPPURE SARÀ REX IN PERSONA A PORTARTI A BROOKLYN. INTESI?

Bene. Molto bene. Non ho ancora finito di sistemare la mia roba che mi ha mandato un messaggio con la giornata programmata per domani.
A questo punto mi tocca abbassare la cresta e fare come dice lui volente o nolente.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora