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Lory è stata messa al corrente dal suo uomo la sera stessa perché erano insieme, ma lui le ha proibito espressamente di non presentarsi al Vegas.
A quanto pare a McNamara non piace far sapere le sue cose in giro.
Così mi ha detto lei il giorno dopo quando ci siamo viste.

Quando ieri sera ho visto Rex mentre parlava con l'auricolare ero convinta, anzi straconvinta che stesse parlando con Suarez, e invece stava parlando con McNamara.
Aveva avvisato lui.
Non ne capisco il motivo per cui lo ha chiamato, ma lo ha fatto.
Forse Lory può darmi una spiegazione.

Le ragazze sono nella mia camera l'espressione di compatimento di Lory non mi piace.
Infatti è proprio per questo motivo che non lo avevo mai detto a nessuno.
A parte JoJo.

"Marika." Mi chiama con dolcezza, quasi mieloma Lory.
Justine è ancora scioccata da quello che é successo ieri sera.
Io sto fissando il vuoto. Sono in uno stato catatonico pietoso.
"Marika." Continua Lory.
Non sa cosa dire e soprattutto non sa come comportarsi.
È triste.
Sicuramente vorrebbe consolarmi. Rassicurarmi dicendo che va tutto bene.
Rex è fuori dalla porta.
Non mi ha detto niente.
"Marika." Ormai Lory è diventata come un disco rotto.
Dopo il terzo 'Marika' pronunciato dalla mia amica la guardo e le rispondo: "basta Lory. Basta pronunciare il mio nome. Basta compatirmi. Sto bene. È tutto passato. È tutto a posto. Fuori dalla porta c'è Rex che tiene d'occhio la situazione.
Ti prego basta."
"Io vado. Non ce la faccio più. Ho bisogno di uscire da qui." Sbotta Justine dopo essersi ripresa. Poi guarda la nostra amica e le dice: "quando sarà il momento in cui si sentirà pronta a parlare sarà lei a farlo." Si alza dalla poltroncina e continua. "Non continuare a dire Marika come se le fosse morto qualcuno. Ti ripeto che parlerà lei quando sarà pronta. Detto ciò, vi saluto. E ti consiglio, Lory, di venire via con me."
Lory non ribatte e in silenzio la segue.
Prima di uscire un flebile 'ciao' esce dalle sue labbra, mentre Justine mi ignora del tutto.
Probabilmente ce l'ha con me perché non le ho detto niente quando mi aveva chiesto della mia famiglia.
Il legame tra me e lei è più forte rispetto a quello che ho con Lory. Non di molto, ma tutto sommato lo è.

Ora che le ragazze se ne sono andate, in camera ci sono rimasta solo io con il ricordo della serata precedente.
Rex apre la porta ed entra in silenzio.
Io sono seduta sul letto con le gambe incrociate e le braccia distese in avanti.
Rex è in piedi e mi fissa serio, poi tutto a un tratto apre la bocca per parlare e mi dice: "Non ti preoccupare. Finché ci sarò io con te nessuno ti farà mai del male. Ho fatto una promessa al mio capo e la manterrò."
Io lo guardo allibita. Ha parlato.
Mi ha parlato.
"Rex ti ringrazio per il tuo intervento. Ero convinta che avevi capito la mia richiesta di aiuto fatta con lo sguardo."
Non mi risponde.
Se ne va.
Quindi il mini discorso che mi ha fatto è stato obbligatorio?
Vabbè. Comunque mi ha parlato.
Non voglio piangermi addosso per tutto il giorno.
Stasera andrò al lavoro.


Arrivo al Vegas in anticipo di 20 minuti. Primo perché sono stata io a deciderlo e secondo perché sono stata portata in limousine.
All'inizio ero convinta di trovarci dentro Suarez, e invece eravamo solo in tre.
Io, Rex e l'autista.

All'entrata del Vegas trovo Denise che si guarda in giro, come se stesse aspettando qualcuno.
Quando vede scendere Rex e poi me, fa cenno a Rex di aspettare.
"Non andare via. Di all'autista di lasciare pure il motore acceso." Si volta e mi dice: "tu vieni con me." È incazzata e non so come mai.
Arriviamo in silenzio nell'ufficio di McNamara.
Anche lui è presente.
I suoi occhi non mi piacciono.
Il suo modo di guardarmi mi mette paura.
Non è il McNamara di ieri sera, è il McNamara che ho sempre visto.
"Ho saputo." Dice Denise dopo aver chiuso la porta dell'ufficio.
Sicuramente saranno state le ragazze. "Se pensi che siano state Justine o Lory ti sbagli di grosso."
"Sono stato io Eastwood."
Che situazione assurda.
McNamara che racconta a Denise l'accaduto di ieri sera.
"Ci devi delle spiegazioni," dice McNamara serio, "perché dopo ieri sera rischiamo di perdere la clientela."
"Ha ragione lui Marika."
Bene. E spiegazioni siano.
"Ho un passato che ho dimenticato, relativamente, loro due, quelli di ieri, fanno parte di quel passato. Ed ora ci metterò parecchio tempo a dimenticare. Di nuovo." Prendo un respiro profondo e poi continuo. "Sono qui apposta per non pensare. Per tenere la mente occupata. Impegnata a fare drink, ai clienti che vengono al bancone e a preparare le ordinazioni che mi vengono portate dalle cameriere."
"Ed è qui che ti sbagli." Dice pacata Denise. "Non possiamo permetterci di perdere la clientela. Per cui prendi." Prende una busta e me la porge. Quando la apro trovo un biglietto aereo di sola andata per l'aeroporto JFK e dei soldi per arrivare a Brooklyn in taxi.
Spalanco gli occhi.
"Ma cosa..."
"Fai le valige Marika." Dice Denise.
"Sei licenziata." McNamara lo dice con un tono di voce serio.
"Ma..."
"No. Niente ma. Porta il tuo culo fuori dal mio locale e torna a casa tua. Qui non vogliamo casini." Dice Denise.
"Quindi io ora prendo il primo volo?"
"Sì" dicono in coro i due.
"E io che faccio?" Domando.
"Non sono affari che mi riguardano. Addio Eastwood." È sempre lei a parlare.
In sintesi sono stata licenziata e cacciata.
"Prima di sparire definitivamente vorrei sapere, signor McNamara, se Justine e Lory ne sono al corrente della decisione che ha preso?" Gli domando. Voglio sapere.
"No. E adesso vattene."
"Ah, Marika." Mi richiama Denise mentre sto aprendo la porta.
Mi volto e la guardo.
"Non salutare nessuno. Vai direttamente via. Intesi?"
La guardo come per dire: 'ma...'
"Vai!" Mi manda via esclamando con cattiveria.

La limousine è fuori ad aspettare. A questo punto ad aspettarmi.
Osservo attraverso i vetri oscurati che il percorso che ha intrapreso l'autista non è quello per tornare all'hotel.
"Dove stiamo andando?" Mi azzardo a chiedere anche se la risposta la so. Ma non so come mai non sono tornata la per prendere la mia roba. Tutto quello che ho lasciato nella camera.
Nessuno risponde.
"Perché non andiamo in hotel?"
"Non ti servono i bagagli." Risponde Rex.
Cosa?
Questa volta sono io che non rispondo perché sono troppo scioccata per farlo.
Lo sapeva.
Rex lo sapeva che sarei stata cacciata. Licenziata.

Arriviamo all'aeroporto, la limousine accosta vicino al marciapiede.
Rex, che era seduto davanti, scende e mi apre la portiera.
Mi accompagna dentro e mi scorta fino alla fine.
Fino a che non sono salita sull'aereo.

Guardo Las Vegas che piano piano si allontana.
Gli occhi mi pizzicano.
Chissà cosa penseranno Justine e Lory della mia partenza e del fatto che non le ho salutate.
Che non le ho detto addio.

Ripenso al momento in cui ero nell'ufficio di McNamara insieme a Denise.
C'era un certo feeling...
Strano. Molto strano.
Lei non ha pensato a prendere le mie difese. No.
É lei, che mi stava aspettando fuori.
È stata lei, che mi ha trascinata da lui nel suo ufficio.
E tutto questo è davvero assurdo.
Ha fatto tanto per farmi rientrare al Vegas e adesso invece...
Mi chiedo se quei due non abbiano una tresca. E se anche fosse mi dispiacerebbe molto per Lory perché non se lo merita.



Eccomi fuori dal JFK.
La gente schizza velocemente senza nemmeno guardare dove va.
Cerco di schivarle ma è difficile.
Trovo un taxi libero, ma una donna ci monta senza nemmeno considerarmi.
Un altro taxi viene occupato da un signore in giacca e cravatta che mi sposta tanto da farmi quasi cadere.
Al terzo taxi che vedo, scatto come se fossi un maratoneta e riesco, per mia fortuna, a prenderlo.
Do il mio indirizzo con lo schifo e partiamo.


Casa dolce casa.
Fa sempre più schifo di prima.
Adesso ci sono anche le crepe.
Apro la porta cercando di far attenzione a non farmi rimanere in mano il pomello.
Il pavimento cigola, le mura sono piene di crepe.
E c'è una puzza che farebbe scappare anche un morto in stato di decomposizione.
Qualche ragno.
Qualche scarafaggio qua e là e per finire in bellezza, ci sono sul divano logoro degli escrementi di topo.
Neanche una disinfestazione basterebbe a togliere tutto questo.
Sono dentro da pochissimo tempo e mi vibra il telefono.
Un messaggio.

DOVE SEI.
NON TI HO DATO IL PERMESSO DI SPARIRE.
FAI PARTE DEI MIEI IMPEGNI.
DOPO QUESTA TUA BRAVATA LA PAGHERAI CARA.

È lui. Il messaggio che mi è arrivato è di Suarez.
Quindi lui non sa niente. Non è stato messo al corrente.
Nessuno gli ha dato la notizia.
Quindi vuol dire che sono ancora in gioco.
Vuol dire che se mi prende torno a Brooklyn.
Oh, no. Lui non sa che sono già a Brooklyn.
Perché nessuno gli ha dato la notizia?
E le ragazze... chissà a cosa staranno pensando.
Lory sarà arrabbiatissima con il suo uomo e Justine?
Ci sarà rimasta molto male.
E Rex, perché ha obbedito, se così si può dire, agli ordini di McNamara nonostante tutto sia la guardia del corpo personale di Suarez?

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora