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BENVENUTI IN ARIZONA.

Dice il cartello che ho di fronte.
Arizona? Arizona? Spalanco gli occhi incredula.
E ora come torno a Las Vegas?
Dio, in che situazione mi sono andata a cacciare.
Devo trovare il modo di tornare indietro e sicuramente, dovrò fare i bagagli e tornare a Brooklyn.
In quello schifo di posto, di casa, di stile di vita.
Farò la barbona e andrò a finire a vivere per strada vicino alla signora Stuart, che ha perso tutto quando le è morto il marito, suicidato, per colpa dei debiti che aveva accumulato, lasciandola indebitata fino al collo.
Le hanno portato via tutto lasciandola in mezzo alla strada. Era una brava signora. Povera donna.
Cammino nella direzione opposta al cartello.
Un rumore in lontananza di una moto si fa sentire sempre di più man mano che si avvicina.
Non è Brendan con la sua Harley, ma è una ragazza che guida un Ciopper.
Ma le moto da strada come una Honda o una Suzuki non esistono?
Faccio cenno di fermarsi con le braccia e per fortuna lo fa.
Si ferma e mi carica senza saper niente di me.
Senza farmi domande.
Dopo un po' di tempo arriviamo a Vegas e la ragazza mi lascia davanti al mio hotel. Cioè all'hotel dove alloggio.
Ma come faceva a sapere dove alloggiavo?
Prima di andarsene mi dice: "la prossima volta evita di far incazzare Salvador." mi fa l'occhiolino e se ne va.
Le urlo chi è Salvador e lei mi risponde: "Suarez!"
Non riesco a capire.
Ma chi era quella ragazza?
Il viso mi era familiare, ma non mi ricordo dove l'ho vista.
Anche perché i miei spostamenti sono: hotel, nightclub e nightclub, hotel.
Da JoJo non l'ho vista, perché eravamo sempre e solo noi due, in quanto erano delle lezioni private.
Forse una cliente, ma non credo perché la maggioranza sono tutti uomini.
Cameriera no, perché sennò l'averi riconosciuta.
Oh no.
E se fosse stata Queen a portarmi qui?
A questo punto molto probabilmente sì.
Entro dentro l'hotel e davanti alla porta della camera in cui sto, semmai a questo punto, direi meglio: 'stavo', ci sono i miei bagagli con un biglietto con su scritto:

'Hai fatto incazzare la persona sbagliata.
Rex.'

Beh, almeno mi ha lasciato un bigliettino.
Stronzo.
Stronzi.
Devo passare da Justine.
"Hey! Finalmente! Ma che ti è successo?" mi domanda guardandomi preoccupata. Non ho il coraggio di guardarmi, ma lei mi fa entrare spingendomi in bagno.
"Guardati." mi dice con tranquillità mista alla preoccupazione.
"Oh cazzo!" mai dette parolacce, o almeno credo. "Sono piena di graffi."
"Mi spieghi cosa ti è successo?"
"Credo di aver fatto incazzare Suarez e Rex mi ha presa e sbattuta dentro nella sua limousine lasciandomi poi in un posto buio. Credo di essermi appisolata, perché quando ho aperto gli occhi ho visto il cartello stradale che indicava che ero al confine con l'Arizona." dico spiegandomi.
"Oh Santo cielo!" esclama e poi mi chiede come sono riuscita a tornare a Vegas e le rispondo che una ragazza con il suo Ciopper mi ha portata indietro senza fare domande.
"Deve essere stata Denise. Solo lei guida il Ciopper."
"E chi sarebbe questa Denise?" Domando.
"Denise è Queen."
"Ecco dove l'avevo vista!" esclamo dandomi una pacca sulla fronte leggera.
"È difficile far incazzare Suarez. Cosa hai combinato?" mi domanda mentre mi aiuta a togliere il pigiama, o per lo meno ciò che ne resta di esso, e prepara il tutto per farmi la doccia e tirando fuori anche un kit del pronto soccorso per medicarmi le ferite al finale. È una ragazza davvero molto organizzata.
"Non sono andata da JoJo." dico senza un minimo di emozione.
"E perché non ci sei andata?"
"Perché avevo deciso di non andarci in primis, e se ben ricordo dovevamo andare a fare compere e dato che tu non sei voluta uscire ci sarei andata ugualmente anche da sola dato che era quello che volevo fare. JoJo lo ha chiamato subito e, lo ha avvisato che non ci sono andata."
Poi le racconto che ho visto Brendan, di quello che è successo.
Del messaggio che ho ricevuto e che non ho letto perché il telefono non prendeva in quanto in quel posto non c'era campo.
"Il Grand Canyon?" mi domanda sbalordita.
"E sì. E questo è quello che mi è accaduto."
Justine mi guarda e non risponde. È rimasta senza parole.
"Chissà cosa penserà McNamara quando lo verrà a sapere."
Posso solo immaginare la sua brusca reazione, anche perché non gli andavo a genio fin dall'inizio.
"In questo caso..." non finisce la frase lasciandola a metà e io la intimo ad andare avanti a parlare.
"... sono cavoli."
"Justine, devo dirti una cosa molto importante, ma non deve venirlo a sapere nessuno."
"Dimmi."
"Non ho 21 anni ma 18." mi guarda inclinando la testa di poco verso destra.
Poi si tappa la bocca facendo il gesto con la mano, ossia la
chiusura a zip.
"Grazie."
Mi sorride dolcemente senza parlare.
Nel frattempo sono uscita dalla doccia e mi sono vestita, facendo smorfie di dolore a destra e a manca mentre Justine mi stava curando le ferite.
Sospiro. Non un sospiro di sollievo, ma di tristezza.
"Credo che partirò per tornare alla mia vita."
"Perché?"
"Non hai notato i bagagli?"
Quando sono arrivata qui a Las Vegas avevo solo uno zaino, mentre adesso, ho parecchi abiti grazie alle spese fatte insieme a Justine.
Non avevo comprato delle valige, e quelle che sono con me, le avrà sicuramente procurate Rex.
"No. Ero impegnata a guardare te."
"Grazie." sono piuttosto depressa.
"Justine, posso chiederti un favore?"
"Ma certamente. Dimmi."
"McNamara è tuo zio, giusto?" faccio un respiro profondo e poi contino. "Vorrei chiederti se puoi mettere una buona parola e farmi tornare a lavorare per loro."
"Ci posso anche provare, ma devi capire che Suarez ha la maggioranza. Nel senso che i soldi per aprire il Vegas li ha messi quasi tutti lui.
McNamara lo ha aiutato facendo poco. Ora, ha preso le 'redini'," e mentre dice redini fa il gesto delle virgolette, "solo perché Suarez è sempre via."
"E se chiedo a Lory? Probabilmente lei può farlo."
"No!" esclama. "Lei non sa che noi lo sappiamo."
"Ma potremmo girarci intorno."
"No. Assolutamente no." ripete decisa, con molta fermezza.
"Allora, posso solo dirti: addio. È stato bello conoscerti. Sei stata una buona compagna di squadra."
L'abbraccio forte e me ne vado.
Mentre mi avvio all'uscita, Justine mi ferma. "Marika!"
Mi volto. "Cosa c'è?"
"Emm... posso provarci."
"Davvero?" le domando incredula.
"Sì e se non ci riesco allora chiederò a Lory. Mi informerò, le chiederò di parlarmi del suo 'uomo'. Cercherò di farmi dire tutto. Ok?"
Un sorriso mi spunta leggermente fra le labbra. Le vado incontro lasciando le valige dove sono e l'abbraccio sussurrandole all'orecchio un: grazie.
"Ma tu devi rientrare subito nella mia stanza e non ti devi muovere. Intesi?" è seria.
"Sì. Intesi."
Con il suo aiuto portiamo dentro i miei bagagli e mi dice di restare qui e di non muovermi.
Di non fiatare e di mettere il telefono in modalità vibrazione.
In poche parole mi ha fatto capire che nessuno deve sapere che sono ancora a Vegas.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora