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Finalmente la canzone é finita così io me ne posso andare.
Applaude. Applaude con vigore. È contento. "Bueno señorita!" Poi continua. "Eres una mujer peligrosa. Seductora." Dice serio.
Dice parole che per me non hanno alcun significato, ma dal modo in cui lo dice credo che siano parole positive. Questa volta non traduce.
Faccio un mezzo inchino. Quanto basta per non farmi vedere il volto. Poi a passo svelto, quasi correndo esco dalla stanza e vado subito nel camerino.
Mi cambio e vado direttamente al bancone. Al mio lavoro.
Mi metto il mio grembiule mi raccolgo i capelli in una coda alta e inizio a servire i clienti.
Si avvicina Justine e mi chiede com'è andata. La stessa cosa la fanno Lory, JoJo e Alvarez.
"Ragazzi vi racconto tutto dopo. Adesso dobbiamo lavorare. Devo lavorare. Ho bisogno di lavorare. Per forza."
Tutti mi guardano, ognuno con delle espressioni diverse, ma che alla fine hanno lo stesso significato.
Ossia: "cosa sarà successo?"
Sto facendo di tutto per non pensare a lui, ma è un impresa ardua. Molto ardua.
Sto lavorando come un mulo.
Non prendo neanche un attimo di respiro.
Per di più sono tutta sudata e vorrei tanto andare a casa a farmi una bella doccia.
E se ci trovo, in casa, Brendan gliene dico di tutti i colori.
Spero proprio che non ci sia.

Il turno è finito. Avrò pulito il bancone cinque volte.
Se non di più.
"Basta Marika." Mi dice Justine appoggiando la mano sul braccio con delicatezza. "Il bancone è pulito. Lo stai consumando."
Sospiro.
"Ci sono Lory, JoJo e Alvarez che ti stanno aspettando. Vogliono sapere e anche io. Siamo tutti curiosi di sapere cosa é successo lì dentro!" Sorride.
"Ok. Va benissimo! Andiamo!"

"Tu!" Guardo JoJo.
"Io? Cosa ho fatto?" Mi domanda ignaro.
"Era imbarazzante ballare in quel modo. Anzi, è stato imbarazzante. Sicuramente non ci sarà più foxy lady!"
Guardo Justine. "Se tuo zio vuole foxy lady ballare sul palco, digli che è dovuta andare via. Anche in Africa. Digli quello che vuoi."
"Tu!" Esclamo contro Lory.
"Io cosa?"
"Sono inciampata nella sedia, ho picchiato il piede nella gamba. Lui era già lì. Ha assistito alla scena e si è messo a ridere. Questa è stata una mega figuraccia."
Per finire guardo Alvarez. "Mi ha detto una cosa in spagnolo e non ha tradotto quello che mi ha detto.
"E si può sapere?"
"Certo. Mi ha detto con estrema serietà una cosa del tipo: 'eghes una mugher pelosa e sedottora'. Credo. Comunque era serissimo quando lo ha detto. Quindi traduci!"
Alvarez scoppia a ridere come un matto. Lo guardo aspettando una risposta e soprattutto cercando di capire perché ride.
"Allora?" Il piede destro balla nervoso, le dita della mano picchiettano sul tavolino. "Sto aspettando Al!"
Appena finisce di ridere inizia a parlare. "Forse volevi dire: 'Eres una mujer peligrosa. Seductora.' Ti ha detto questa frase vero?"
"Sì. Quindi?" Lo guardo.
"Ti ha detto che sei una donna pericolosa. Seducente. Tutto qui."
"E allora perché non lo ha tradotto? Perché era serio quando l'ha detto?" Lo tempesto di domande.
"Perché non lo chiedi a lui?" Mi domanda sorridendo.
"Non ci penso proprio."
"Dai Marika. Smettila di essere nervosa. Era un complimento. Hai colpito e affondato il capo. Anzi. Dovresti andarne fiera.
Nessuna e dico nessuna ballerina di pole dance, gli ha mai fatto quell'effetto."
"Sicuramente, non ci credo neanche un po'. Ti ricordo che c'è Denise. Te n'eri forse dimenticato?"
"Già. La sgualdrina." Aggiunge Lory.
"No. Neanche lei." Risponde serio ma non troppo.
Tutti rimaniamo scioccati.
Neanche lei che è la migliore nel suo campo ha fatto il mio stesso effetto al capo.
"Allora? Che ne dite. Festeggiamo!" Urla Justine.
Si alza in piedi di scatto dalla sedia e picchiando fortemente le mani sul tavolo tanto da farci spaventare tutti quanti.
Un coro di 'Sì' esce dalle nostre bocche.
"Tequila?" Domanda urlando.
E noi rispondiamo: "E tequila sia!"

Dopo aver bevuto una bottiglia di tequila e mezza eravamo sfatti. Ubriachi. Più che altro lo ero io.
Da fuori si sente il rombo di una moto che si spegne.
Dalla porta entra Brendan tutto sorridente.
Capelli spettinati.
Camicia metà dentro e metà fuori dai jeans.
"Meno male che non è chiuso. Avevo voglia di tequila."
Mi alzo barcollando e barcollando arrivo da lui picchiandogli sul petto la mezza bottiglia di tequila rimasta.
"Potevi anche non venire. Stronzo!"
"Hey. Ma sei ubriaca?"
"No! Adesso puoi tornartene da dove sei venuto!"
"Sì. Sei ubriaca marcia."
"Io stasera avevo bisogno del tuo conforto e non ti sei presentato." Sto per piangere. "Ma nello stato in cui sei, posso notare che hai avuto di meglio da fare." Indico il suo corpo con la testa.
"Ragazzi anche voi siete ubriachi come Marika?"
"No." Rispondono tutti.
"Evidentemente è lei che non regge." Dice Alvarez tranquillo.
"Ti do un consiglio credo che stia per vo..." Justine non finisce la frase perché metto in pratica ciò che stava per dire.
Vomito sugli stivali di Brendan come una fontana.
"No!" Esclama semi incazzato lui.
Alzo la testa e gli dico con la bocca impastata: "Te lo meriti." Poi lo guardo e con un mezzo sorriso sulle labbra gli dico: "Se hai le palle, perché non mi baci ora?"
Ho i succhi gastrici che ballano.
Decidono di uscire e lo fanno.
Di nuovo.
"Ragazzi è il caso che la porto a casa."
"Forse è meglio, se non vuoi ritrovarti pieno di vomito." Sorride Lory.
Alvarez si alza viene da noi, prende la bottiglia di tequila e prima di andare si scambiano uno sguardo che non ha senso.
"Andiamo Marika. Torniamo a casa. Se devi vomitare avvisami così mi fermo."
"Ciao e non fate cosacce." Dice Lory.
"In questo stato? Non le abbiamo fatte prima, figuriamoci adesso."
Le risponde ridendo.
Un altro ciao collettivo e noi viaggiamo in moto verso casa.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora