EPILOGO

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Lindsay.

L'ho trovato. Finalmente il mio desiderio si è avverato. Finiranno tutti in galera, ma con El Chava ci devo parlare di persona.
Soli. Io e lui.
Fingersi un'altra persona è stato difficile, ma ce l'ho fatta ugualmente.
Ora devo subito chiamare casa.
"Pronto chi parla?" Dice una vocina. Il mio sole.
"Ciao tesoro. Sono la mamma." Trattengo le lacrime.
"Mammina!" Urla dalla gioia.
"Chi è?" Dice mia madre.
"C'è la mamma al telefono!"
"Linds. Tesoro. Finalmente ti fai sentire." Ha il magone.
"Mamma l'ho trovato! Ancora non ci posso credere!" Esclamo felicissima.
"Ma tu come stai?"
"Adesso una favola." Taglio corto. "Mamma devo chiamare subito Leroy. Ci sentiamo dopo. Un bacio e saluta papà."
"Sta attenta tesoro."
"Certo. Come sempre. Baci."
Dopo aver messo giù con mia madre chiamo subito il mio capo.

"Tenente Callaghan." Risponde serio. Professionale come lo sa essere solo lui.
"Liam!"
"Evans?"
"Certo che sì." Rispondo ridendo.
"Che fine hai fatto? Stai bene? Perché non ti sei mai fatta sentire? Eravamo preoccupati per te."
"Adesso sto benissimo! Indovina un po'?"
"Lo hai trovato?"
"Sì! Ho trovato quel bastardo di El Chava!"
"Fantastico! Adesso dove ti trovi?"
"Sono ancora a Las Vegas in un hotel. "
"Dicci come si chiama che ti veniamo a prendere."
"No!"
"Perché?"
"Perché è una storia piuttosto lunga e seria."
"Quanto seria?"
"Abbiamo avuto dei problemi. Intendo dire che lui e Marika Eastwood hanno litigato e adesso mi sta cercando. Quindi facciamo passare almeno due giorni. Per recuperare il loro rapporto. Non ti preoccupare. Adesso devo andare."
"Lindsay aspet..."
Chiudo la comunicazione. So che è nei paraggi. So che deve parlare con Marika Eastwood. Che vuole darle delle spiegazioni.
Sicuramente ci sarà con lui Alvarez.
Mi dispiace per le ragazze. Avevamo legato molto. Anche JoJo non era affatto male.
Ma questo è un lavoro e non un gioco.
Farò finta di niente. Userò la sua carta invece di usare i contanti in modo che lui possa arrivare a Marika il prima possibile.
Terrò il telefono acceso con il microfono inserito in modo da registrare la conversione.
Cosicché possa poi incastrarlo.

Sono affacciata alla finestra dell'hotel dove alloggio.
Eccolo.
Mi ha già trovata.
Con lui c'è Alvarez. Stanno discutendo animatamente. Povero Alvarez. Mi fa quasi pena. Quasi.
Eccolo sta salendo.

"Marika apri ti prego. Dobbiamo parlare. Ti devo parlare!" Bussa incessantemente contro la porta.
Preparo il telefono ed ecco che torno a essere Marika Eastwood.
Apatica apro la porta e gli do le spalle. La testa è lievemente abbassata. I capelli lunghi mi coprono il viso.
"Marika. Ascolta." Mi mette una mano sulla spalla. "Devo parlarti. Ti devo delle spiegazioni."
"Va bene."
Mi volto e con gli occhi lucidi lo guardo.
"Sediamoci sul letto."
"No grazie per l'invito ma preferisco stare in piedi. Tu puoi comunque farlo." Infatti lo fa.
"Ti devo dire una cosa molto importante. Io sono Salvador Suarez detto anche El Chava. Brendan è un alter ego che ho creato io." Respira.
Abbassa la testa mortificato. Si è ammutolito.
"Prego. Vai avanti. Ti ascolto." intanto mi avvicino al bastardo che ha ucciso mio marito Brent.
"Sono un narcotrafficante di cocaina."
"Un che?" Domando ignara.
"Faccio scambi di cocaina in cambio di soldi. Io piazzo la coca e ricevo soldi dai compratori. Viaggio in tutto il mondo. Come Las Vegas, Miami, Los Angeles, in Canada a Toronto, anche nell'Europa dell'Est."
Canta canarino. Canta.
"Poi."
"Sapevo chi eri. Mi sono informato su di te. Quindi sapevo già la tua storia. Voglio dire tutta la tua storia."
"Perché hai fatto finta di niente. Perché non ti sei mai mostrato a me."
"Perché non volevo che sapessi la verità. Perché avevo paura di perderti."
"Ma tu ormai mi hai già persa."
"Marika ti prego."
"Puoi usare la tua voce e non quella di Brendan."
La sua voce cambia facendo sentire alle mie orecchie il suo accento spagnolo.
"Hai ragione. Ormai Brendan non esiste più. Mi hai scoperto e non volevo che lo facessi. Ero addirittura diventato geloso di quella voce. Non vedevo l'ora di tornare ad essere me stesso."
"Dimmi una cosa. Tutto il tempo che abbiamo convissuto il telefono non ha mai squillato. Perché stamattina lo ha fatto?"
"Non ho levato la suoneria."
"Se dovessi perdonarti tu come ti comporteresti?"
"Con te sarei me stesso. Il vero me."
"El Chava?"
"Sì. Proprio così." mi risponde speranzoso.
"E con gli altri?"
"Sarò il solito Brendan."
"E quando sparirai verrò con te. Anzi mi porterai con te!" Esclamo dicendolo come un ordine.
"Sono cose pericolose Marika. Sono affari molto pericolosi e non voglio che ti accada nulla di male. Non me lo perdonerei mai. Non una seconda volta."
"Cosa vuoi dire con: 'Non una seconda volta'?"
"Hai presente la foto in sala vicino alla televisione?"
"Sì e allora?"
"In quella foto ero a Toronto. Lei era la mia ragazza e l'ho persa."
"Perché?"
"Ero uno stupido ai tempi."
"Racconta." Sono sempre in piedi con le braccia incrociate al petto e iniziano a farmi male le gambe.
Suarez ha iniziato a raccontarmi tutta la storia. Per filo e per segno.
Povera ragazza. Finito il racconto i suoi occhi si sono inumiditi. Così devio il discorso portandolo al presente.
"Di cosa stavi discutendo con Alvarez."
"Niente di importante."
"Strano. A me sembrava una conversazione importante."
"Marika."
"Non raccontarmi bugie. Salvador. Mi hai mentito abbastanza non credi?"
"Di te."
"Di me?"
"Sì. Non sapevo come comportarmi. Cosa dirti e sono entrato nel panico."
"Che ruolo hanno in tutto questo schifo Scott e Alvarez?" Gli domando curiosa.
"Sono i miei uomini migliori."
Ruoto gli occhi, sbuffo e gli dico: "certo. Come Rex vero?"
"No. Lui mi ha tradito. E l'ho scoperto quando ti ha portata da McNamara. La mia certezza l'ho avuta quando mi hai raccontato che eri a Brooklyn. In più aveva smesso di aggiornarmi su ogni tuo spostamento."
"Quindi hai pensato bene di farlo saltare in aria con la complicità di Scott. Vero?"
"Sì."
"Ora dove si trova? Sicuramente non da sua nonna."
"Già."
Il bastardo mi racconta dove si trova ora e cosa sta facendo.
Bene, bene. Continua a cantare bellezza!
"Di Alvarez invece cosa mi dici?"
Lui come Scott e Rex sono i miei uomini più fidati, anche se Rex non lo era più da un po'."
"Bene."
"Bene cosa?" Mi domanda Salvador.
Il telefono vibra. Diavolo no!
"Bene sei perdonato."
Al che si alza dal letto di scatto e viene da me per abbracciarmi, ma io mi scanso. E no bellino.
"No!" Esclamo severa. "Adesso ti devi guadagnare la mia fiducia. Non è così semplice. Anzi, sarà molto difficile. Accetto il tuo alter ego davanti a tutti, ma in privato no. A proposito, quando torna Scott."
"Presto."
"Lo sai che hai lasciato esposte le ragazze? Justine senza Scott e Lory senza nessuno. Prima almeno stava con McNamara."
Non lo sono mai state. Alvarez teneva d'occhio te e anche Lory. Poi lo ha fatto anche quando Scott è partito con Justine."
"Quindi tre ragazze per un uomo solo?"
"No due e mezzo."
"In che senso. Non capisco."
"Tu eri il mezzo. Intendo dire che eri direttamente sotto la mia protezione personale dato che eravamo conviventi. Quando invece ero via per lavoro entrava in scena Alvarez."
"Capisco."
"Senti Marika. Mi dispiace tanto per quello che è successo. Avevo intenzione di raccontarti tutto subito dopo il balletto personale che hai fatto per Salvador Suarez. Non lo sopportavo. Sono uscito dalla porta di servizio cercando di non farmi vedere da tutti voi. Sono passato da casa e mi sono fatto una doccia ghiacciata. Poi sono entrato al Vegas conciato in quel modo di proposito. Cazzo Marika. Mi hai fatto impazzire. Avrei voluto uscire da lì e farti mia su quel palco."
Meno male che il telefono si è spento...
"Quando abbiamo fatto l'amore e tu mi hai chiamato con il nome del mio alter ego, non sapevo come comportarmi. Non sapevo se essere felice o no. Quando nel sonno hai chiamato Suarez ero arrabbiato. Ferito. Hai fatto l'amore con Bren e poi hai chiamato Suarez. Non sapevo cosa pensare, così mi sono staccato dal tu corpo e mi sono allontanato."
Qui sì che mi ha spiazzata.
Non so cosa dire.
"Volevo tenerti a distanza per un po' per questo ti ho trattata male. Volevo dimenticare, ma non ci sono riuscito."
"Quindi hai preferito trattarmi come una pezza da piedi e farmi soffrire. Correggimi se sbaglio."
"No. Non sbagli."
"Comunque è stato bello."
"Cosa?" Mi domanda non capendo.
"È stato bello vivere con te. E poi è stato bello farlo con te. Dopo tutto sei, mi correggo, Brendan è stato il primo dopo lo stupro."
Mi guarda con stupore.
"Perché è stato?" Mi domanda. "Non hai intenzione di tornare vero?"
"No. Non ho intenzione di tornare a vivere con te."
"Ma... No Marika, ti prego." Si mette in ginocchio. "Non farlo. Ti ho raccontato tutto." Mi sta pregando.
"Perché ti ho beccato per sbaglio, sennò non lo avresti fatto."
"No. Marika giuro che mi comporterò bene. Ti racconterò quando partirò e quando tornerò. Sempre se tornerò..."
Quando l'ha detta era convinto di quello che diceva. Probabilmente sa, che c'è qualcosa che bolle in pentola.
"Salvador, ci prenderemo due giorni di pausa."
"Ma..."
"Ho bisogno di elaborare tutto quello che mi hai raccontato e devo farlo da sola. Non con te tra i piedi."
Si alza da terra mi guarda negli occhi e mi dice: "pur di farti tornare da me ti do tutto il tempo che vuoi. Prima di uscire da quella porta però voglio farti una domanda."
"Dimmi. Ti ascolto."
"Posso darti un ultimo bacio?" Mi guarda speranzoso aspettando una risposta positiva. Un sì.
Con questa domanda mi ha presa in contropiede e prima di dargli una risposta aspetto. Lui aspetta.
Conto fino a dieci e poi rispondo di sì.
Si avvicina e mi bacia come se non ci fosse un domani.
I suoi occhi sono chiusi. Li sta strizzando.
Ha paura di perdermi lo sento.
Lui non sa che non mi ha mai avuta.
Ho sbagliato. Non dovevo andare con lui, ma mi è scattata una molla nel cervello che mi ha dato modo di fare la cazzata del secolo.
Ho tradito mio marito. Ho tradito il mio Brent e me ne pento.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora