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Entro in camera di Justine, pronta per uscire, ma a quanto pare lei non lo è.
"Hey! Ancora sotto le coperte?"
"Sì. Non mi va di uscire. Sono ancora sotto shock per la notizia bomba che ci ha dato ieri sera Lory."
Auch! L'ha presa proprio male...

Il telefono mi vibra nella tasca posteriore dei pantaloncini.
Mentre lo prendo per leggere il messaggio Justine mi chiede chi è.
"Non ne ho la più pallida idea."

CANCELLA TUTTI I TUOI IMPEGNI PER OGGI.
DEVI ANDARE AL CORSO.

Leggo il messaggio ad alta voce.
"È di Suarez." le rispondo tra l'incazzato e il deluso.
"Hai visto? Era destino che non dovevamo andare a fare compere."
"E se non ci vado?"
"Sono cavoli tuoi. Per cui vai al tuo corso e divertiti."
"Woah. Che vitalità."
"Marika, non è giornata. In più non ho dormito. Per cui vai al corso di Pole dance. Ci vediamo stasera."
"Va bene. Come vuoi."
Esco dalla sua camera delusa.
Un po' perché non mi aspettavo che Justine non sarebbe uscita con me.
Un po' perché la mia 'famosa' uscita è andata, saltata, grazie a lui e al suo interesse nei miei confronti.

"JoJo."
"Marika."
"Che facciamo oggi?"
"Un ripasso."
"Lo sai che non ho voglia di ballare?"
"Lo sai che se non lo fai, chiamo Suarez?"
"Allora fallo. Io me ne vado. Avevo un programma e non voglio disdirlo solo perché il boss ha deciso che io debba imparare a ballare la Pole dance."
Sono arrabbiata e gli ho risposto malissimo.
"Non ti obbligo a rimanere, io vengo pagato ugualmente. Non so cosa succederà a te quando farò una telefonata, anzi LA telefonata." Calca sul 'la', per precisare l'importanza di essa.
Non lo ascolto.
Non m'interessa.
Non è una mia idea.
Brendan lo sapeva. Sapeva che non volevo. È colpa sua se adesso mi trovo in questa situazione.
Giro i tacchi e me ne vado senza salutarlo.

Cammino tranquilla per la mia strada, quando un Harley Davidson rallenta fino a fermarsi.
"Marika!"
Mi volto e Brendan mi guarda perplesso. "Cosa ci fai qui fuori? Non dovevi essere al corso?"
Fumo.
Fumo di rabbia.
Sto andando a fuoco.
Gli vado incontro urlando come una pazza, un indemoniata, posseduta dal diavolo. Anzi no, sono io il diavolo. L'esorcista in confronto è un falso. "Io ti ammazzo!!!"
"No! Marika aspetta!" mi dice mentre cammina all'indietro.
"Cosa?" gli chiedo. "Dimmi cosa dovrei aspettare, eh?"
Le persone ci stanno guardando normalmente come se stessero assistendo ad uno spettacolo teatrale.
"Voglio spiegarti come sono andate realmente le cose. Vieni con me."
"È il minimo che devi fare."
Mentre camminiamo verso la sua Harley Davidson, la gente se ne stava andando.
Arrivati alla moto, mi da il casco e mi ordina di salire.
"Hai due caschi?" Gli domando.
"Sì. È per precauzione, sai, in caso dovesse salire una seconda persona, e in questo momento, come puoi notare il caso sei tu."
Non gli rispondo, so solo che una volta partiti ci dirigiamo in un luogo che non mi sarei mai immaginata.
Il deserto.
È davvero un gran bel bastardo.
Così se vuole può lasciarmi qui per dispetto. Mi metto a guardare l'ora sul display, più che altro faccio finta, perché sono curiosa di vedere se il cellulare prende.
Infatti non lo fa. Niente.
Il mio telefono non prende, che sfortuna. Vorrei chiedergli se il suo telefono ha campo, ma non lo faccio. Non ho intenzione di rivolgergli la parola.
"Voglio farti vedere il Grand Canyon." dice convinto.
Anche questa non me l'aspettavo proprio.
"È questo il tuo modo di spiegarti? Portandomi a vedere il Grand Canyon?" Incrocio le braccia al petto e faccio tamburellare il piede destro con estremo nervosismo.
Non ci credo e non ci voglio pensare.
"No!" gli dico categoria. "Voglio tornare indietro!" gli ordino.
Io sono irremovibile, lui mi guarda e non mi risponde.
Non so per quanto tempo restiamo così, in queste posizioni.
Finalmente mi da il casco e ci mettiamo in marcia verso Vegas.

Mi sono fatta lasciare davanti all'hotel.
Sono scesa dall'Harley, senza salutarlo.
Sicuramente lo troverò stasera al Vegas.

NON TI HO DATO IL PERMESSODI SALTARE LA LEZIONE DI POLE DANCE.

Il messaggio mi è arrivato qualche minuto dopo essere uscita dallo Streap 101.
Il telefono non prendeva e l'ho letto adesso.
Prima o poi riuscirò a vedere chi è questo Suarez.

Brendan non è venuto al Vegas e io sono tornata alla mia postazione di partenza.
A quanto pare a McNamara non importa.
L'essenziale è farmi lavorare, anche aveva detto che non dovevo più stare dietro al bancone ma a servire solo ed esclusivamente Brendan.
Visto che stasera non è presente al nightclub, invece di farmi andare via ha preferito farmi rimanere qui.

La serata si è conclusa, chiusura ha ripreso a farla Justine, mentre io sono tornata in albergo accompagnata dal mio fedele e silenzioso Rex.

Mentre mi stavo sistemando per andare a letto, Rex bussa alla porta e nel mentre sto per chiedergli cosa vuole, mi prende per il polso e mi porta fuori.
"Hey!" non mi piace quando mi mettono le mani addosso.
Apre la portiera della limousine parcheggiata qui fuori e con uno spintone mi manda dentro.
La limousine parte.
Il vetro si abbassa e una voce con l'accento spagnolo inizia a riempire il suo interno.
"Credo che tu non abbia capito quello che ti ho scritto."
"Credo che Brendan deve farsi gli affari suoi!" esclamo, poi ho un ripensamento e mi tappo la bocca con entrambe le mani scioccata, dal modo che ho usato nel parlare.
Sono nella limousine con Suarez. Sono vestita con pantaloncini e canottiera aderente, che risaltano le mie forme. Sono scalza perché Rex non si è preoccupato di farmi mettere qualcosa ai piedi.
E... siamo in movimento.
Non so se buttarmi fuori mentre è in corsa, oppure aspettare e vedere cosa succederà.
Cosa mi succederà.
C'è troppo silenzio e mi fa paura.
"Tu!" inizia a parlare il capo del Vegas. "Sei un piccolo insetto che potrei schiacciare con un misero gesto del piede, ma non lo faccio."
Mi sono rimpicciolita talmente tanto che sono scivolata con il culo fino al tappetino.
In poche parole mi sono nascosta.
"Non rispondi più?"
Faccio scena muta.
La limousine nel frattempo si è fermata.
La portiera si apre e Rex mi fa uscire con la forza facendomi cadere a terra.
Mi volto e vedo lui che sale e la limousine che riparte lasciandomi in questo posto buio e senza sapere dove mi trovo.
Mi alzo da terra, mi scuoto di dosso lo sporco che mi si è appiccicato mentre ero a terra e cerco di farmi coraggio.
Soprattutto quello. Ci vuole coraggio.
"Dio Santo! Ma che diavolo ha fatto?"
Cammino e i miei piedi prendono dentro qualcosa, ma non ho la più pallida idea di che cosa potrà mai essere.
Mi bruciano le ginocchia. Ho l'impressione di essermele graffiate nel momento in cui Rex mi ha scaraventata fuori dalla limousine.
Mi metterei in marcia se sapessi dove andare, così mi siedo nel punto in cui sono con le gambe incrociate e le braccia distese in avanti in modo da poter toccare le caviglie con le mani.
Meno male che era una brava persona.
"E già Justine. Sono stata davvero fortunata."
Che tristezza. Spero che domani passi qualcuno, in modo da poter tornare a Vegas.
In più bisogna vedere anche dove mi trovo.
Quando McNamara lo verrà a sapere saranno guai per la sottoscritta.
Guai seri.

SOTTO COPERTURA (IN FASE DI RESTAURAZIONE!)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora