Capitolo 14. "Oggi siamo solo due estranei"

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Pov narratore

Era passato circa un mese da quando Mar si era sentita mancare la terra sotto i piedi. Difficilmente qualcuno riusciva a ferirla, era sempre stata molto brava ed efficace nei contrattacchi, non si faceva intimidire o scoraggiare da nessuno...prima di Cedric almeno.

Probabilmente lui era stata l'unica persona alla quale aveva tenuto veramente e quindi si sentiva ferita nel profondo.

Mar non perdonava, credeva che il perdono fosse una cosa per deboli, per persone che si arrendono, che si lasciano andar bene tutto.

Lei racchiudeva tutto dentro, assimilava le informazioni per poi attaccare con le sue tanto amate parole, che potevano essere più velenose di un morso di serpente.

In questo mese, Mar avrà visto Cedric solo un paio di volte e nemmeno in una di queste ci ha trovato qualcosa di sensato in lui o nella nuova coppia.

Lui si diceva completamente perso, innamorato, non le diede spiegazioni adeguate. Lei non riusciva a concepire come questo fosse possibile se fino a qualche ora prima del tradimento Cedric diceva di amarla e di voler restare per sempre con lei.

Si sentiva presa in giro in un modo così subdolo, orribile, senza cuore. Non poteva esser stata così cieca, non poteva aver provato quelle cose da sola, in una relazione si è in due, non era pazza.

Draco dal canto suo, non aveva calcolato il fatto che Mar avrebbe avuto bisogno dei suoi tempi e dei suoi spazi prima di buttarsi tra le sue braccia. Pansy iniziava a fargli pressione, lei voleva Draco e non Cedric. Le piaceva il tassorosso, ma non era quello il suo obiettivo.

Il biondo però, continuava a costringerla ad usare il filtro d'amore perchè voleva più tempo, ormai ci era dentro fino al collo. Provava ad avvicinarsi a Mar ma era tutto inutile, non voleva vedere nessuno, era più scorbutica del solito, saltava le lezioni e non la si vedeva mai in giro in quanto restava sempre in camera a studiare o a dormire.

Doveva agire e anche il più in fretta possibile dato che Cedric sembrava ribellarsi alla pozione in alcuni momenti, il sentimento che provava per Marbel era ancora ben custodito nel suo cuore e tentava di uscire non appena qualcosa o qualcuno le ricordasse di lei, di loro due insieme.

Non appena si sentiva mancare di qualcosa, si sentiva strano, c'era Pansy a sbaciucchiarlo e a trattarlo come un burattino, un bambolotto nelle sue mani.

In quel mese erano capitate anche altre cose. La scuola aveva ottenuto un nuovo acquisto: la spumeggiante corvonero Clarissa Monroy. Aveva i capelli biondo platino, lunghi e lisci, occhi glaciali, labbra sottili. Era slanciata, incuteva timore, sembrava una modella. Era un tipetto misterioso, non aveva ancora fatto amicizia con nessuno, se ne stava sempre per conto suo.

Aveva soltanto scambiato qualche parola di circostanza con Marbel, tuttavia quest'ultima non era in grado, non era dell'umore per fare amicizia e aprirsi ad una nuova persona. Era come se il mondo le fosse contro e non potesse fidarsi nemmeno della sua ombra.

Si era iscritta ad un club della poesia e lì trovava un po' di pace. Aveva sempre trovato i club, i gruppi ristretti e riservati da sfigati e da patetici e infatti non aveva raccontato a nessuno di frequentarne uno.

Leggere le sue poesie le dava un senso di leggerezza, si sfogava in qualche modo, in quel periodo non poteva farlo con nessuno. Nemmeno la sua migliore amica riusciva a consolarla e per altro Car era sempre insieme al suo fidanzato Harold col quale non faceva altro che fare tira e molla.

Si sentiva in colpa di non poterla aiutare ma in quel momento non voleva saperne niente, non esisteva più nessuno.

Pov Mar

"Mar è arrivato il tuo turno" mi dice la ragazzina con gli occhiali.

Mi alzo titubante, apro la pagina giusta dal mio quadernino, prendo fiato e comincio:

"Oggi io e te siamo siamo solo due estranei. Chi l'avrebbe mai detto?
Così affiatati, così presi, così persi.
Due persone che manco si salutano, che se si incontrano rivolgono lo sguardo altrove, che si guardano e non provano più nulla o forse provano tutto, non è facile a dirsi.

Due persone che si comportano come se non ci fosse mai stato niente, come se non ricordassero quanto l'uno era importante per l'altro.
Due persone che sorridevano per le minime sciocchezze, che risolvevano una discussione con un abbraccio, una mano sul petto, una ciocca di capelli dietro l'orecchio, un bacio sul collo.

Due persone che amavano il tocco, i baci, il profumo, la risata, le abitudini dell'altro, che si sentivano ogni volta a casa, in un posto sicuro dove si era certi di essere apprezzati.
Due persone che si scoprivano, si cercavano, si amavano con gli sguardi.
Due persone e non una sola.

Ora non siamo più quelle due persone, siamo due estranei.
Le mie mani non toccano più le tue, so che non lo faranno mai più, e in cuor mio so anche che le tue toccano quelle di un'altra. Altre mani che non sono mie.
Un altro tocco, un'altra voce, un'altra pelle...non la mia.
Oggi siamo due sconosciuti e fa male, mi fa male.
Ricorda però che noi due potremo essere tutto ma mai due semplici sconosciuti"
termino con le lacrime che minacciano di uscire.

Applaudono tutti, c'è chi è commosso, chi sorride e annuisce compiaciuto. Devo scappare, devo uscire da questa stanza, non respiro.

Non voglio piangere ma non riesco a fermarmi, devo farlo. Sto tremando, sono così fragile in questo momento. Perchè devo soffrire così tanto? È cosí l'amore?

Improvvisamente sento delle braccia avvolgermi da dietro, in un abbraccio caldo e confortevole. Quel profumo lo riconoscerei ovunque.

"Ci sono io adesso, non piangere più" mi dice Draco a bassa voce, in un modo quasi impercettibile, facendomi mettere la testa nell'incavo del suo collo.

My soul is Yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora