Capitolo 30. "Non mi sottovaluti"

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Pov Marbel

"Si sieda Malfoy, io e la signorina Cooper ne discuteremo in privato" dice Silente.

"Lei non può permetterlo, mio padre verrà a saperlo!" blatera Draco.

Mi fa sorridere il fatto che continui a mettere Lucius in mezzo come se fosse l'Onnipotente e mi fa sorridere anche il fatto che si preoccupi per me ma non può far nulla. Ormai la coppa mi ha scelta e non ha il diritto di avanzare alcuna pretesa dopo quello che mi ha fatto.

Silente mi fa cenno di seguirlo in presidenza. Ho un po' di timore dato che credono tutti che io abbia imbrogliato, abbia manomesso la coppa solo per ottenere fama e gloria eterna.

Silente mi fa accomodare su una poltrona e inizia a farmi un bel discorso. Gli avrei lanciato un libro in testa volentieri.

"Signorina Cooper io la ritengo un'ottima studentessa, ha dei voti eccellenti e si distingue sempre per il suo impegno e la sua partecipazione. Tuttavia, sono molto deluso"

"Preside, vi posso assicurare di non aver messo il mio nome. Non è mai stata mia intenzione partecipare a questo torneo, non mi alletta l'eventualità di ferirmi o addirittura di morire" dico io seccata.
"Ho sempre preferito vedere il tutto da dietro le quinte, questa situazione mi mette a disagio ed essere pure aggredita o messa in discussione, mi irrita notevolmente" continuo.

"Non immagina quanto questo metta NOI a disagio. Lei non avrebbe potuto partecipare, non è in grado di farlo"

Inizio ad arrabbiarmi, nessuno può dirmi cosa posso fare o non posso fare. Io sono in grado di partecipare a queste gare, se non voglio farlo non è perché non riuscirei.

"Ha detto che sono una studentessa eccellente o mi sbaglio? Perché allora dice anche che non sarei in grado?"

"Lei ha una lingua tagliente signorina Cooper. Nella gara però le servirà a ben poco, necessitano i fatti, le azioni, l'audacia, il coraggio, la velocità sia di corpo che di mente"

"Ripeto per l'ennesima volta, non ho messo il mio nome nella coppa. Se quest'ultima mi ha scelto, significherà pur qualcosa. Non mi sottovaluti"

"Ma lei non vuole partecipare, lo ha ammesso"

"Non volere non significa non potere. Se dovrò farlo, parteciperò e vincerò" dico io convinta.
Una scarica di forza, di adrenalina mi pervade.

"Per quanto io sia contrario, non possiamo tornare indietro.
Lei gareggerà ma come già  ho anticipato, sarà sola nel farlo. Da noi non avrà alcun tipo di aiuto"

"Non mi servirà, grazie" dico saccente, uscendo dalla stanza. 

Non voglio essere presuntuosa, so bene che mi servirà aiuto, eccome se mi servirà...ma non voglio dare la soddisfazione a quel vecchio di vedermi impaurita e in difficoltà. Silente non mi è mai stato molto simpatico.

Non so chi cazzo abbia messo il mio nome lì dentro ma ora passa in secondo piano, è l'ultimo dei miei problemi. Devo vedere come vincere, perché cazzo se lo farò. 

Uscendo dalla presidenza incontro Harry che mi guarda preoccupato.

"Mar è un brutto segno, ho una strana sensazione" dice.

"In che senso? " chiedo io vedendolo forse un po' esagerato.

"Non è normale che la coppa ti abbia scelta, il tuo nome è stato messo da qualcuno che vuole metterti in pericolo, lo sento. Prima le voci, poi l'attacco mancato di un mangiamorte, la frase sullo specchio..." risponde affannato.

"Ammetto che è molto strano ciò che è successo ma ormai è fatta quindi amen. Per quanto riguarda le voci, non mi fanno più paura, riesco a controllarle... la frase l'avrà fatta comparire Lucius soltanto per spaventarmi e che ne sai che il mangiamorte che non mi ha uccisa fosse proprio lui?" si ferma e riflette annuendo.

"Hai paura che ti faccia il culo?" inizio a ridere.

"Non ne sarei così sicura" si alza leggermente gli occhiali.

"Paura Potter?" imito Draco.

"A proposito del tuo amichetto, è furioso e allarmato, guai a chi tocca la sua Mar. Dovresti parlargli"

"Non sono più la sua Mar" dico convinta...o quasi.

"Ah non lo sapevo, mi dispiace" risponde sincero

"Già, anche a me" dico ridacchiando.

"So che questa è una gara e che sei intenzionata a vincere ma sappi che su di me potrai sempre contare, se ti serve una mano fammi un fischio. Amici, no?" dice porgendomi la mano.

"Amici" gliela stringo.

Ho una considerazione di Harry davvero diversa da quella di tempo fa, mi piace ora, anche se è divertente prenderlo in giro e vederlo imbarazzato.

Pov narratore

Draco era davvero afflitto, aveva perso l'unica ragione per la quale non diventava matto e solo per colpa sua. La notte non dormiva più, veniva sempre a trovarlo quella misteriosa ragazza senza volto, che faceva cose orribili e a volte cercava di spingere anche lui a farle. Ormai non si sognava più nei suoi panni, era soltanto uno spettatore della ragazza, se ne stava in disparte a vedere lei fare del male ad altri senza poter reagire.

Mar gli mancava tantissimo, tutto di lei era diventato fondamentale. Non poter più stringerla la notte, metterle il mento sopra la testa, sfiorarle il viso, i capelli era straziante. Non sarebbe andato avanti di questo passo. 

Come se non bastasse, il padre non faceva altro che mettergli pressione. Lucius era andato a nozze quando ha saputo della notizia, voleva trovargli una nuova ragazza più adatta a lui e alla sua famiglia, meno ribelle. Voleva che lo seguisse in tutto e per tutto. 

Draco era stanco, stanco di combattere.

Pov Marbel

Sono indecisa se andare a parlare con Draco o meno.
Mi ha ferita ma non voglio abbandonarlo, so che sta soffrendo. 

Ritorno in aula grande e lo trovo seduto da solo a tavolo, se ne erano andati tutti. Aveva la testa piegata poggiata sulla mano e un'aria molto triste.

"Hey" dico avvicinandomi.

"Heey!" strabuzza gli occhi e si rimette composto appena mi vede.

"Come stai?"

"Prossima domanda?" dice lui ironico.

"Anche se ci siamo lasciati, se hai bisogno di parlarmi di qualsiasi cosa fallo" mi sforzo di reprimere la rabbia.

"Mar io non voglio stare senza di te, ti amo. Ti prego, perdonami"

"Draco, per favore. Non puoi pretendere che chiuda un occhio, non mi hai rubato semplicemente una caramella. Mi hai presa in giro" cerco di essere calma.

"Ma..."

"Nessun ma. Volevo solo che tu sapessi che su di me puoi contare" dico guardandolo negli occhi. 

Mossa sbagliata dato che con quelli riesce subito ad ammaliarmi. 

"Quindi parteciperai alla gara?" mi domanda in pensiero.

"Sì, non ci si può tirare indietro" 

"Promettimi che sarai attenta, promettimi che ce la farai"

"Te lo prometto. Io sono un osso duro" dico facendogli l'occhiolino.

"Lo so bene" mi sorride malinconico. Mi alzo dalla sedia, lo saluto e mi giro per andarmene.

"MAR" mi chiama, mi fermo e alzo il viso ma non mi volto indietro.

"Ti amo!" dice lui, ma proseguo senza dirgli nulla.

La ferita non ha ancora smesso di sanguinare, figuriamoci cicatrizzarsi.

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