Capitolo 38. "Chiarimenti"

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Pov Marbel

"Penso di doverti delle spiegazioni" dico ad Harry con una faccia da cane bastonato.

È successo tutto così in fretta, non ci hanno dato nemmeno la possibilità di parlare con i nostri amici.

Cedric è stato subito portato a chi di dovere, mentre noi siamo stati allontanati come degli appestati, come se costituissimo un pericolo. Nessuno ci crede, nessuno vuole vedere le cose per come stanno realmente, sono troppo spaventati.

Silente sa, lui ha capito che non stiamo mentendo, non ce ne sarebbe il motivo. Il ministero si rifiuta di ascoltarlo. Harry non mi ha rivolto nemmeno una parola da quando siamo tornati, è comprensibile ma odio questo silenzio.

"Anche se adesso non vuoi rispondermi, non vuoi parlarmi, so che sapere tutta la verità ti aiuterà a comprendere meglio" prendo un bel respiro e inizio a raccontargli la storia della mia vita, una storia che nessuno sapeva, che a nessuno avrei mai pensato di dire.

"Diciassette anni fa, quando il terrore regnava e Lord Voldemort ne era sovrano, nacqui io. Ebbe un'avventura di una notte con una donna, della quale non so nulla che si presentò da lui nove mesi dopo. Penso l'abbia uccisa, non ho mai avuto sue notizie. Ovviamente il signore oscuro non avrebbe potuto occuparsi di un bambino in fasce, non ne sarebbe stato in grado, non avrebbe potuto pensare a qualcun altro.

Decise così di sorteggiare tra alcune famiglie quella alla quale mi avrebbe affidato: i Cooper. Sono stata estremamente fortunata nel ritrovarmi in una casa piena di amore e di gioia, loro però non lo sono stati altrettanto. Per quanto neghino, so di essere stata una disgrazia, un dono indesiderato, la causa per la quale è andato tutto a rotoli. Come penso tu sappia, avevo un fratello...James"   mi fermo un attimo dato che appena lo nomino mi viene da piangere, ingoio l'enorme nodo che ho in gola e continuo, Harry intanto mi ascolta attento.

"Beh James per me era un eroe, un miglior amico, un modello da seguire. Andavo sempre in giro a dire di avere il fratello migliore del mondo che per me avrebbe fatto di tutto, mi avrebbe portata sulla luna se l'avessi chiesto. Me ne vantavo come non mai. Voldemort, probabilmente non soddisfatto del peso spropositato che aveva addossato a quella povera famiglia, iniziò ad avanzare pretese anche su come dovessi essere cresciuta"

" Voleva far diventare James un mangiamorte a tutti i costi. Lo manipolava tutti i giorni, gli entrava in testa, gli alterava l'umore. In casa si respirava un'aria tremenda, asfissiante, io non ero in grado di fare qualcosa, ero troppo piccola ed ingenua. Solo con me riusciva ad essere il solito vecchio James, con me e con la sua fidanzata babbana Valeria, una ragazza simpaticissima"

"Ci fu un tempo, questo me lo ricordo, in cui James si svegliava di notte urlando e piangendo, tutto sudato...allora chiamavo Valeria e insieme cercavamo di farlo addormentare. James era buono, era tutto quel che un mangiamorte non è, non lo sarebbe mai diventato. Per Voldemort era diventata una sfida ormai. Se prima il motivo iniziale era renderlo suo seguace per influenzare me in un futuro, dato che lo imitavo in tutto e per tutto, col tempo era diventato un qualcosa di personale, non accettava il fatto che un ragazzetto diciottenne gli tenesse testa"

"Chris, nostro padre, per proteggere il figlio si fece incidere il marchio nero sul braccio e fu costretto a fare cose terribili, delle quali non ha mai avuto il coraggio di parlarmi, lo fa stare molto male. Pensava che dando un ulteriore seguace a Voldemort, lui si sarebbe accontentato e avrebbe lasciato in pace James ma si sbagliava. Chris ormai era diventato un burattino, non dormiva neanche più in casa con noi, aveva sempre un compito da svolgere. James un giorno decise di affrontarlo, di porre fine a questa dittatura...non l'avesse mai fatto "             

"Voldemort, oltraggiato, uccise a sangue freddo Valeria, l'amore della sua vita. Voleva dargli una lezione, segnarlo nel profondo" mi fermo un attimo, è troppo dura continuare.

"Mar ci stai riuscendo, va avanti" mi incita Harry.

"Beh...mio fratello non riuscì ad accettare la morte della sua fidanzata e decise di morire con lei, suicidandosi" concludo io il discorso, poggiandomi alla parete strisciandola con la schiena, per poi sedermi a terra con la testa tra le mani. Riportando a galla la mia storia è come se avessi rivissuto tutti i momenti  in quel preciso istante e faceva male.

"Avresti dovuto dirlo, avresti potuto non so...rendere le cose più facili"

"A cosa sarebbe servito? Sarei soltanto stata un'emarginata! Ora è tornato e non so cosa voglia da te o da me" mi interrompe.

"Mar ma dopo che tuo fratello decise di porre fine alla sua vita, cosa successe?" chiede.

"I miei genitori pieni di dolore, di rabbia, di collera decisero di ribellarsi a lui. Chris non è più un mangiamorte da tempo ormai. Furono aiutati dai tuoi genitori, Harry..."

Vedo i suoi occhi che si spalancano.

"Nessuno me l'aveva mai detto"

"Perchè nessuno lo sa, nessuno avrebbe dovuto sapere di questa storia. Avrebbero cercato di uccidermi, di ferirmi, di rapirmi e dio sa cos'altro. Nonostante tutto il male e la sofferenza, Evelin e Chris si erano affezionati a me e mi amavano come una figlia"                                                                 

"Riuscirono a sconfiggerlo e mi fecero un potentissimo incantesimo in modo che lui non riuscisse a trovarmi, a rintracciarmi. Mi dissero di tenere nascosta la mia vera identità e di andare avanti con la mia vita per il bene di tutti"

"E così sei venuta ad Hogwarts come Marbel Cooper" termina Harry per me.

"Esatto"

"Ma quindi quelle voci...era lui tutto il tempo?"

"A questo punto penso proprio di sì ma al tempo mi sembrava impossibile, lo credevo morto. Dopo tanti anni di menzogne mi ero abituata a fingere, avevo quasi dimenticato questo piccolo grande dettaglio" sospiro.

"Non lo definirei proprio un dettaglio" dice lui un po' seccato

"Okay, non lo è" finisco per dargli ragione.

"E ora cosa facciamo?" mi domanda.

"Come cosa facciamo, cosa vuoi fare? Nessuno muoverà un dito, non ci credono" affermo rassegnata.

"Ma se tu rivelassi tutto forse ci crederebbero, avremmo una possibilità"

"No Harry, nessuno deve saperlo, devi promettermelo. Nessuno"

"Promesso" mi dice.
Speriamo che sia davvero così.

"Dovremo imparare a difenderci da soli. Se non avessimo avuto l'aiuto dei tuo genitori laggiù, probabilmente ora non staremmo qui a parlare" rifletto.

"Effettivamente hai ragione, dobbiamo allenarci" concorda lui "Dobbiamo radunare tutti coloro che ci credono" continua.

"Sarà dura ma è necessario" annuisce in risposta.

Entra nella stanza Silente, ci giriamo di scatto.






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