Drogato

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Harry

Il fischietto suonò e il treno tremò mentre lasciava la stazione. Lo scompartimento era silenzioso e tutti si godevano ciò che restava delle vacanze di Natale. Annabeth stava ancora sfogliando il libro che Percy le aveva regalato, completamente affascinata dall'architettura moderna. Nico si era addormentato sulla spalla di Will, che stava fissando fuori dalla finestra con la testa completamente tra le nuvole.

"È così silenzioso senza Leo," spezzai il silenzio pacifico. Ma era vero. Leo ci aveva salutati alla stazione, agitando la mano freneticamente e promettendo di mandare dei semi di caffè a Percy. Voleva tornare dalla sua ragazza, Calypso. La signora Weasley l'avrebbe portato all'aeroporto.

"Già," disse Annabeth. "Hey, lo sapevate che il Big Ben un anno dopo essere stato costruito si è spezzato in due? Non riesco a credere di non averlo mai saputo prima."

Percy rise a bassa voce, con la testa contro il legno. "Sei adorabile. Ma la crostata della signora Weasley mi ha completamente messo in un coma da cibo."

"L'abbiamo mangiata ieri sera, Percy," rise Jason.

"Lo so. Sta zitto, Jason." La testa di Percy rotolò di lato e chiuse gli occhi. Sembrava che tutti nello scompartimento fossero stanchi. Le vacanze erano state davvero stancanti. Avevamo passato la maggior parte del tempo a volare per il giardino giocando a quidditch. Mi aveva sorpreso scoprire che Percy aveva paura dell'altezza. E anche Nico. Si erano entrambi rifiutati di salire su una scopa. Invece, si erano messi a maltrattare gli gnomi da giardino.

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Will

Arrivammo a scuola poco dopo il tramonto. Dopo esserci riempiti le bocce con tutto quello che ci entrava, andammo nella sala comune. Al terzo piano, presi da parte Annabeth, Hermione e Percy.

"Oh, Will. Sarà meglio che sia importante. Devo dormire." Percy si strinse lo stomaco. "Tutto questo cibo deve essere digerito.

"In realtà," dissi annuendo a Hermione, la quale capì, "Credo ti piacerà questo."

"Percy, abbiamo deciso che non possiamo permettere che perdi altro sonno-" Iniziò Hermione.

"Bene allora," Percy fece per andare via.

"Oh, no, non ci provare." Annabeth gli prese il braccio.

"Percy, ti abbiamo fatto una medicina per dormire." Hermione gli diede la fiala. Il liquido al suo interno era viola e trasparente.

"Ti permetterà di saltare la fase del sogno completamente, il che significa che appena la prenderai cadrai in un sonno profondo. Significa anche che non riuscirai a svegliarti fino a che non avrai dormito almeno sette ore. Questo potrebbe avere dei contro, ma è la soluzione migliore che abbiamo trovato." Spiegai.

"È una combinazione di medicina babbana del tuo tempo e magia del mio," aggiunse Hermione. "Probabilmente è la possibilità migliore che tu possa avere per dormire meglio la notte nel caso gli incubi tornassero."

"Grazie ragazzi, lo apprezzo molto." Percy prese la fiala. "Ma sono certo che questa non basti neanche per due notti."

"È incredibilmente potente. Non prenderne mai, in nessuna circostanza, più di una goccia per notte." Avvertì Annabeth.

"Va bene." Percy se la mise in tasca. "Ora, possiamo per favore andare a letto?"

Risi. "Certo, andiamo."

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Harry

La prima settimana fu a dir poco lenta. Il nostro nuovo orari dell'anno era leggermente diverso, quindi ci volle un po' di tempo per trovare la strada più veloce tra le lezioni. Era un sabato sera ed ero già sommerso dai compiti. Piton amava assicurarsi che non chiudessimo nemmeno un occhio. Annabeth ed Hermione si rifiutavano di aiutare, insistendo a dire che dovevo essere in grado di correggere i miei temi da solo. Mi sembrava stupido, ma lo capivo. Avevano ragione.

Stavo scrivendo il mio tema di difesa, quando la mia piuma si ruppe. La punta si spezzò. Imprecai a bassa voce e mi appoggiai allo schienale del divano, sperando che mi inghiottisse intero. Avevo gli allenamenti di quidditch la mattina dopo e dovevo ancora finire di leggere il capitolo quattro per pozioni. Dovevo finire il tema subito.

"Ho una piuma in più su vicino al mio letto," disse Neville, notando il mio problema.

"Grazie, Neville." Mi alzai e salii le scale. Prolungai il mio inevitabile destino facendo piccoli passi. La porta del dormitorio era leggermente aperta, cosa che non trovai strana. Quello che mi sembro strano era il fatto che Ron stesse sospirando e fissando fuori dalla finestra.

"La luna è meravigliosa, verso?" Sospirò. Aggrottai le sopracciglia, confuso, e andai verso il letto di Neville. Se Ron aveva intenzione di essere strano, l'avrei lasciato fare. Poi sentii qualcosa scricchiolare sotto il mio piede. Era la carta di qualche caramella.

"Ottimo," feci una smorfia. Mi guardai intorno. "Ti sei fatto uno spuntino notturno?" Le carte erano ovunque. Ron si girò con gli occhi spalancati, abbracciando una scatola a forma di cuore.

"Era sul tuo letto. Ho pensato di provarne uno."

"O venti," risi.

"Non riesco proprio a smettere di pensare a lei, Harry." Sospirò di nuovo. Roteai gli occhi. Non potevo essere coinvolto di nuovo in questa storia. Avrei dovuto essere amico di Hermione o Ron - non potevo essere entrambi. Non senza finire in mezzo.

"Va bene allora," dissi e cercai nel cassetto di Neville, cercando la piuma. La trovai e mi girai, trovandomi faccia a faccia con Ron. Urlai e saltai indietro contro il comodino.

"Credo di amarla!" Esclamò Ron. Indietreggiò felice e colsi l'occasione.

"Va bene, allora." Feci un passo di lato.

"Credi sappia che esisto?" Chiese.

"Spero proprio di sì, vi baciate da tre mesi." Roteai gli occhi e andai verso la porta.

"Baciarsi? Di chi stai parlando?"

Mi girai. "Di chi stai parlando tu?"

"Romilda. Romilda Vane."

Ero sorpreso. "Va bene, certo. Molto divertente." Mi girai di nuovo, ma mi trovai con una scatola di cioccolatini in testa. "Perché lo hai fatto?"

"Non è divertente! La amo!" Ron andò sulla difensiva.

"D'accordo! Va bene! L'hai mai incontrata?"

Ron fece una pausa. "No. Potresti presentarmi?" Girai con molta attenzione intorno al mio letto, dove si trovava una lettera. Era un biglietto firmato da Romilda che profumava come qualcosa del negozio di Fred e George. Sospirai frustrato.

"Andiamo Ron," dissi, "Ti porto da Romilda." Ron saltò verso la porta, il suo viso illuminato come se fosse il sole.

"Pensi che ricambi il mio amore?" Chiese speranzoso.

"Spero proprio di no," mormorai a voce abbastanza bassa da non farmi sentire mentre lo portavo verso l'ufficio di Lumacorno.

I Principi Mezzosangue {Libro 2} [Traduzione di The Half-Blood Princes]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora