Harry
Le selezioni di quidditch erano finite, il che mi lasciava solo il difficile compito di scegliere chi sarebbe stato nella squadra. Ma non dovevo ancora farlo.
Eravamo nella sala comune. Era tardi, la maggior parte delle persone erano andati a dormire, quindi la sala comune era vuota. Jason era ancora nell'ala ospedaliera, ma la signora Chips ci aveva detto che si sarebbe ripreso dalla concussione e dal cranio fratturato durante la notte (con un po' di magia). Nico, Ron, Hermione e io eravamo nella sala comune insieme. Nico era seduto da una parte vicino al fuoco, addormentandosi nella poltrona, ed Hermione stava studiando. Ron continuava ad alzare lo sguardo dai compiti per guardarmi, come se la mia espressione gli avrebbe detto se era in squadra. Alla decima volta che lo vidi alzare lo sguardo, scoppiai.
"Basta, Ron! Se sei in squadra te lo dirò dopo che ho preso la decisione." Gli dissi. Hermione alzò lo sguardo dal suo tema e diede un'occhiataccia a Ron. Gli diede una gomitata.
"Scusa Harry, sono solo nervoso." SI scusò Ron.
"Va tutto bene, Ron. Scusa se sono scoppiato."
"Non ti preoccupare Harry, ce lo aspettavamo da te in un certo senso," disse dolcemente Hermione.
"Scusami?" Le chiesi. Cosa voleva dire che 'se lo aspettavano'?
"Beh," guardò Ron per chiedere aiuto, ma lui spostò lo sguardo da un'altra parte. Sospirò. "Dopo quello che è successo al ministero, abbiamo deciso che qualsiasi tua esplosione fosse per il lutto."
"Scusami?" Sentivo il calore salirmi verso le guance. Pensavano che fossi ancora in lutto? Non era giusto! Certo, ero sconvolto, ma questo non significava che ogni volta che scoppiavo doveva essere scusato perché era 'lutto'. Ho un carattere che deve essere controllato a volte e credo che non mi dovrebbero considerare fragile.
"Sei ancora sconvolto per Sirius." Disse senza mezzi termini Ron.
"Ron!" Lo sgridò Hermione.
"No, va bene," dissi alzandomi, "Ha ragione. Sono ancora in lutto perché l'unico membro della famiglia che avevo è morto, quindi mi dovreste davvero trattare come se fossi di vetro e mi dovessi rompere in mille pezzi se dite la cosa sbagliata!" La mia voce si alzò mente parlavo. Non potevo trattenermi. Sì, l'unica persona che consideravo famiglia era morta, ma non ero un bambino. Non dovevano costantemente stare attenti a quello che dicevano davanti a me. Lasciai la stanza arrabbiato. Probabilmente avevo reagito in modo esagerato, ma stavano succedendo un sacco di cose. Silente mi stava ignorando, Draco mi stava ignorando (il che significava che aveva qualcosa in mente) e ora i miei amici mi stavano trattando come un bambino. Salii le scale verso il mio dormitorio, ma non raggiunsi la mia stanza. Crollai davanti alla porta e mi strinsi le gambe.
Sirius era andato.
E non sarebbe mai tornato.
Mi scesero le lacrime lungo le guance quando mi resi conto di che cosa significasse. Il mio padrino era andato. Non avrebbe più scherzato con me, non avrei più ricevuto lettere da lui, niente. Era morto. Lasciai uscire un singhiozzo silenzioso, quando mi ricordai la prima volta che lo avevo visto sorridere.
"Lo capisco, naturalmente, se vuoi restare con i tuoi zii, ma... be'... riflettici. Una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza... se tu volessi una... una casa diversa..."
"Cosa... vivere con te? Lasciare i Dursley?"
"Certo, lo sapevo che non avresti voluto, capisco, credevo solo che..."
"Sei matto? Ma certo che voglio lasciare i Dursley! Tu hai una casa? Quando posso venire?"
Il sui volto si aprì nel primo vero sorriso. Lo fece sembrare più giovane di dieci anni e, per un attimo, riapparve l'uomo che aveva riso al matrimonio dei miei genitori.
Certo, non ero andato a vivere con lui. Ero dovuto restare con mia zia e mio zio perché non era mai stata riconosciuta la sua innocenza. Ma almeno avevo ancora qualcuno con cui pensare. Potevo mandargli delle lette e ridere delle storie che mi raccontava e i nomi con cui si firmava. In quegli anni, la casa dei Dursley mi era sembrata una casa quando leggevo le lettere. Ora non ne avrei mai ricevuta un'altra.
Sentii una mano sulla schiena e mi girai velocemente per trovare Nico abbassato dietro di me. Non mi importava se fosse diverso, perché era l'amico di cui avevo bisogno in quel momento. Da quello che avevo imparato a Natale, aveva una sorella che era morta. Lui sapeva come ci si sentisse a perdere un membro della famiglia. Sapeva quanto facesse sentire soli. Misi le braccia intorno a lui e piansi sulla sua spalla. Mi accarezzò la schiena per consolarmi.
"Hey," sussurrò e mi allontanai per guardarlo, "Se avessi la possibilità di rivedere Sirius, la coglieresti?"
Lo farei? Certo che sì! Ma non importava, perché Nico non poteva farlo succedere, vero?
Annuii in risposta, non fidandomi della mia voce.
"Allora vai a letto. Domani mattina ci vediamo nella sala comune all'Alba." Mi disse e si alzò.
"C-cosa?" Ma era già andato. La porta del suo dormitorio (che condivideva con Will, Jason e Percy) si chiuse silenziosamente. Mi alzai lentamente, cercando di ignorare il dolore pulsante nel petto causato da tutto quel pianto ed entrai nel mio dormitorio.
A/N
Grazie a tutti quelli che leggono le mie storie
Grazie a tutti quelli che votano e commentano, vuol dire davvero tanto per me che la mia storia abbia successo
Quando ho deciso di scrivere Babysitter a Hogwarts, è stato per il mio divertimento. Non mi aspettavo che qualcuno l'avrebbe letta. Amavo leggere i crossover in cui Percy va a Hogwarts, ma trovavo frustrante il fatto che non ci fosse abbastanza dramma quando veniva rivelato che erano semidei (amo il dramma). Avevo un sacco di idee su ciò che poteva succedere, quindi ho deciso di scrivere il mio E GUARDATE QUI.
Sono davvero felice.
Vi voglio bene,
~pearjam
STAI LEGGENDO
I Principi Mezzosangue {Libro 2} [Traduzione di The Half-Blood Princes]
Fanfiction"So cosa sei, Percy Jackson, Principe mezzosangue del mare." ---- Percy, Annabeth, Nico e Will sono rimandati indietro nel tempo nel mondo magico per un secondo anno, ma quello che troveranno non è quello che si aspettano. La magia non è più solo gi...