Anche quel momento che sembrava interminabile finì. Le note si spensero come le stelle quando è mattina, dissolvendosi fino a che di loro rimase solo un ricordo.
Will si sedette nuovamente sul letto dalle candide coperte, mentre Mike andò a togliere la cassetta dallo scuro marchingegno che la conteneva. Era di fianco alla finestra, dalla quale filtrava una luce fredda e fioca. Nessuno disse nulla, ma entrambi sarebbero segretamente stati pieni di parole.D'un tratto Joyce entrò nella stanza, diede una rapida occhiata in giro come fa' ogni madre, e disse con voce calma: <<Ciao ragazzi, volete del tè? Penso che potrebbe aiutarti a stare meglio Will...>>
<<Oh, a proposito, credo proprio di dover andare a casa, non ho ancora fatto i compiti.-disse Mike. A queste parole prese il suo zaino e se lo mise in spalla, lasciando lá il giubbotto per la fretta.-Ciao Will.-Lo guardò e sorrise, per poi proseguire verso la porta- Buona serata signora Byers!>>Richiuse la porta d'ingresso in legno dietro di sè e saltò in sella alla bici. Poteva udire il rumore dei ciottoli di pietra a terra mentre usciva dal giardinetto per passare alla strada asfaltata. Era più freddo di prima, o almeno così pensò Mike che non si ricordava di aver abbandonato la sua giacca nella stanza di Will. C'era vento, e l'aria era di quel tipo di gelido che ti rende un pò più difficile respirare e che ti entra nelle narici, non quello che ti passa sotto alla pelle e penetra nelle ossa. Intorno a sé vedeva principalmente alberi e qualche casa. Pedalava.
Pedalava. Pedalava e mentre pedalava pensava. Aveva appena ballato una canzone d'amore con la persona che amava. E forse avrebbe dovuto pensare a questo, ma non ci riusciva. Non riusciva a sorridere pensando a quel momento, ad essere grato che ci fosse stato, ne a cercare di ricordare la guancia di lui sulle proprie labbra o il suo sorriso mentre erano insieme. Mike riusciva solo a pensare alle sue insicurezze. Da una parte non avrebbe voluto altro che stare con Will, ma dall'altra avrebbe preferito non essersene mai innamorato, avrebbe preferito amare qualunque altra ragazza e che lui fosse felice.
Se nel mondo fossero esistiti solo Mike e Will, nessuno lo avrebbe fermato davanti ai suoi obbiettivi. Lo avrebbe baciato tutti i giorni, lo avrebbe guardato addormentarsi al suo fianco la sera, lo avrebbe curato e il paradiso sarebbe stato dentro di lui. Davvero, era così. Ma allora qual era il problema?
Non mi importa davvero che sia maschio. Non é l'amare un ragazzo che mi fa' paura. È cosa penseranno gli altri, il mio timore, e dover tenere tutto dentro lo peggiora solo. Sò di gente che ha perso il lavoro, la famiglia, ed ogni cosa che amava per via della sua omosessualità. Ma almeno i ragazzi per il quale queste persone hanno perso tutto sono rimasti con loro. Credo che dovrei sistemare qualcosa, fare dei cambiamenti tipo..non lo so.
Notò di essere quasi arrivato a casa, ma non avrebbe voluto. Aveva bisogno di altro tempo per riflettere da solo. I suoi demoni erano diventati troppi per pensarci solo la notte; i suoi mostri si erano moltiplicati e non c'era più spazio sotto al suo letto. Così scese dalla bici, tremante di freddo. C'era ancora qualche rivolo di neve sulla strada anche dopo che era stata pulita dai lavoratori comunali, qualche fiocco sui fili d'erba ai margini. Appoggiò il mezzo ad un albero e iniziò a camminare per bosco Atro, il soprannome che avevano dato alla piccola foresta vicino a casa sua. Avrebbe dovuto fare i compiti, ma come avrebbe potuto se nemmeno riusciva a pensare lucidamente tanto era infestata la sua mente?
La gomma delle sue scarpe strisciava contro l'erba bagnata e calpestava una foglia secca ogni tanto.
Per fortuna non c'é tanta neve qui grazie agli alberi, altrimenti mi sarei spiaccicato contro uno di loro.
Certo, la prima cosa che gli tornò alla mente in quel posto fu che era proprio lì che aveva incontrato Undici per la prima volta, sporca e stanca. All'inizio ebbe un po' paura di gironzolare là intorno, ma non si sarebbe addentrato. Quando si sentì sufficientemente a suo agio iniziò a pensare ai suoi problemi in modo da tentare di risolverli. Cercò di schematizzare ciò che pensava, perché era un modo per districare i grovigli di ansie che gli gironzolavano in testa.Come procedere. Bella domanda. Mosse strategiche Mike, strategico, pulito e coraggioso. Come in Dig Dug. Prima di continuare a giocare, se voglio giocare per bene, devo sistemare le impostazioni. E se in un gioco dovrei decidere volume e personaggio qui devo decidere se voglio confidare a qualcuno il mio segreto e come agire in futuro, perché la vita non é un gioco, ma alla fine le due cose funzionano nello stesso modo. L'unica differenza é che nella vita non hai tre chances. Quindi pensiamo bene a un piano. Peccato che qui non possa scegliere il livello di difficoltà, troppo alto per i miei standard. Un demogorgone lo uccidi, ma una sessualità...
Chissà se mia madre accetterebbe che sono...
deglutì
gay.
Prese un respiro profondo come affaticato nonostante questi pensieri non fossero stati pronunciati ne uditi.
Non ne ho la minima idea. Ma lei dovrà saperlo di sicuro. Insomma, mio padre lavora quasi sempre ed é praticamente un soprammobile che sputa denaro, non sa' nulla di me o di Nancy, ma mia madre, lei sa' ciò che succede. E se a Will piacessi, e ci mettessimo in segreto insieme un giorno, e magari stessimo sul mio letto a pomiciare come due pazzi e mamma entrasse come ha fatto Joyce oggi? Oh Mike che cazzo, ti fai troppi film mentali. Fatto sta che farglielo scoprire così peggiorerebbe solo le cose. A lei dovrei dirlo, ma solo se ci mettessimo insieme. A Nancy invece? Non so' se posso fidarmi. Per quanto riguarda Dustin, gli voglio bene, ma non credo che capirebbe.
Ma a qualcuno ho bisogno di dirlo, per condividere il peso che porto sullo stomaco e renderlo più leggero. Lucas, certo! Lucas é il mio migliore amico sin da piccoli, con lui mi sento accettato, mi sento me stesso e mi sento bene. Lui capirà, lui capisce sempre.
A proposito di persone che mi capiscono, Undici. Non importa se mi metterò con Will o no, se lo conquisterò o no, fatto sta che non posso continuare a stare con lei. Abbiamo anche gia' appuntamento domani. Domani le dirò tutto.Mike smise di parlare nella sua testa e iniziò a "provare" ad alta voce.
<<"Hey Undi! Sono innamorato pazzo del mio migliore amico e mi piaci tanto ma non in quel senso, é stata bella finché é durata!"- lo disse tutto d'un fiato.-
Che coglionata, smettiamo di scherzare.
"Okay Undi, c'é una cosa che devo dirti. Io non posso più essere il tuo ragazzo."
"Perché? Che intendi dire?">> disse queste ultime frasi con una voce più acuta, cosa che in compagnia ad altre persone non avrebbe mai fatto.
<<"Beh, mi piaci, mi piaci tanto, però penso che sia meglio finirla qui. Ho capito...ho capito di avere dei... sentimenti? Per, ecco, qualcun altro, ma io voglio che rimaniamo amici, ecco."
Ho la capacità espressiva di un cervo, cazzo! Devo stare attento a non ferirla, io ci tengo a lei. E molto."Undi, tu vuoi che io sia felice vero? E anche io voglio che tu sia felice, sai? Penso che io e te stiamo sbagliando qualcosa. Dovremmo, cambiare strategia per essere felici. Sò che sembro felice, rido, scherzo, faccio battute, e rispondo "bene" alla domanda "come stai", ma alla fine del giorno, quando siamo solo io e il mio cuscino umido, mi ritrovo a chiedermi perché io sia ancora vivo. Mi ritrovo a chiedermi cosa ho fatto per meritarmi questo. E mi ripeto che c'é di peggio, mi ripeto di essere forte. Mi ripeto che passerà, mi ripeto che un giorno realizzerò il mio sogno. La verità è che ho paura okay? Ho solo paura. Paura per il mio futuro, paura di finire come i miei genitori, paura di non essere nessuno, paura che le persone non mi amino davvero, paura di essere abbandonato, paura di chi sono e di cosa mi sta succedendo, paura di fallire, paura di non essere abbastanza né per il mondo né per Will, ho paura persino di avere paura perché ciò mi rende un codardo. Ma poi il sole risale le montagne, e io tirò sù la mia maschera da vincitore. E il gioco ricomincia. Posso aspettare quanto voglio ma il cambiamento nella mia vita deve venire da dentro di me. Tirate le conclusioni, credo dunque che non dovremmo più stare insieme. Tu non sei decisamente pronta per una relazione, devi prenderti cura di te. Insomma, hai vissuto un trauma per anni, quindi li hai persi ed ora la tua mente é... diversa dalla mia.
Io d'altronde, credo di aver scoperto cosa significhi amore. Non é ciò che avevo pensato, affatto. É una cosa davvero diversa da quella che abbiamo. Ti auguro di provarla un giorno. A presto, Undi.">> Mike rimase per un attimo spiazzato dalla profondità delle parole da lui appena pronunciate. Erano tutte vere, ogni singola cosa. Ma non avrebbe mai avuto il coraggio di dire molte di quelle cose, e lo sapeva bene.Almeno adesso si era dato una riordinata dentro e aveva schiarito i pensieri. Si sentiva più sicuro. Finalmente, aveva sistemato le impostazioni.
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Pastelli. ~Byler
Fanfiction"Un pastello non si rompe mai davvero, perché anche se è spezzato in due, caduto al suolo, può ancora fare i disegni più belli del mondo. E poi, due pastelli dello stesso colore, entrambi spezzati, possono ricostruirsi a vicenda." -tratto dal capito...