Un Pullman Dentro L'Infinito.

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Quando il buio cala, le foglie non sembrano verdi scuro.
Le foglie sono verdi scuro.
Il colore è il modo in cui si trasmette la luce.
Quindi, ogni cosa è di tutti i colori, poiché lo sarebbe se sottoposta a luci diverse.

Se punti una luce rossa su una superficie bianca, essa diventa rossa.

Così era Max, così erano tutti.

Max doveva combattere i democani e Max era coraggiosa. Max si stava innamorando di Lucas e Max aveva paura. Max avrebbe pulito le cose di Billy e Max era ubbidiente. Max era scappata di casa e Max era disubbidiente.

Le luci del mall erano spente, ma quelle negli occhi di Lucas erano così brillanti che l'avrebbero potuta guidare nel buio e nel caos dell'universo.

Will, Mike e Dustin erano già nei loro letti comodi, con le loro famiglie tutte diverse ma tutte belle. O almeno questo era quello che Max, senza sapere la verità, dava per scontato.
É l'amore a rendere bella una famiglia. L'amore che chi non ha non fa altro che sognare, e che chi ha non fa altro che temere.

La prima tappa fu la casa di Lucas. Max non sapeva cosa sarebbe successo, ma sapeva che lui l'avrebbe guidata, e che le loro mani non si sarebbero lasciate.
C'era odore di legno, caffè e cioccolato in quella casa. C'era sempre il solito odore. La signora Sinclair metteva la musica sul suo giradischi, e a volte il marito si univa e ballavano lentamente in un modo che il loro figlio definiva "imbarazzante". Max avrebbe pagato oro per scendere le scale e vedere i suoi genitori, insieme, fare la stessa cosa.
Non era molto tardi, ma i signori Sinclair erano di sopra e Lucas ha preferito scrivere loro un biglietto così che non facessero domande. Quel posto irradiava conforto per Max. Certo, a volte litigavano anche loro, ma la famiglia di Lucas era la più bella che la rossa conoscesse. L'avevano accolta in casa come se fosse una figlia loro, e avevano sempre completamente supportato la loro relazione.

SinClair scrisse, col suo disordinato corsivo ondulato, un biglietto che recitava:

Dormo da Mike, la partita si è fatta lunga. Tranquilli sto bene. Domani mi vedrete a casa.
-Lucas

Il portone in legno fu chiuso e alla rossa uscì una piccola risata in bilico netto tra il nervosismo e la felicità. Era emozionata. Stava scappando di casa, e lo stava facendo con la sua persona preferita. Sembrava proprio un sogno.
Era lui, era lui che lo faceva sembrare un sogno.
Era lui che trasformava la vita in una meravigliosa fiaba, in cui i protagonisti affronteranno mille avversità ma lo faranno sempre insieme.

Percorsero una strada nella penombra.
Uscirono dalla zona abitata della città. I lampioni e le insegne neon scomparivano sempre di più come lontani ricordi.
I rumori del traffico e la musica nelle discoteche già aperte diventavano mano a mano più ovattati, come libri che col tempo si ricoprono di polvere.
Le loro dita fredde rimanevano intrecciate e i loro sorrisi incastonati sui loro visi.

Un sentiero di ghiaia si aprì davanti a loro dentro ad un tunnel di alberi, il cancello di chissà quale misteriose meraviglie.
Le foglie scure danzavano in coreografie disordinate sulla canzone del vento.
I due procedevano a passi lenti e chiacchieravano.

<<Immagino di non potere conoscere i tuoi piani, ma so dove porta questa strada>> disse la rossa.
Portava ad un posto che hanno sempre considerato un po' il loro posto. Non erano in tanti a conoscerlo.

<<Se potessi scegliere una cosa da avere adesso, qualcosa di necessario, di cui avresti bisogno, una sola cosa, cosa sceglieresti?>> chiese Lucas. Provava sempre ad indovinare le rispose altrui, e si sarebbe aspettato una risposta inerente alla sua famiglia, qualcosa come "un fratello decente" o "un padre vicino".
Ma la risposta fu diversa.
<<Niente. Ho tutto ciò di cui ho bisogno.>>
Nonostante stessero camminando nella stessa direzione e quindi guardando avanti, Max si girò e sorrise a Lucas. Vedendolo ricambiare si voltò ancora ed esordì con <<Anzi, un kebab senza pomodoro>>

Risero, ed entrambi si chiesero se se lo sarebbero ricordati da grandi.

Arrivarono ad uno spiazzo deserto ai confini di Hawkins, in cui c'era un vecchio bus abbandonato. Lì era dove un tempo si erano nascosti e avevano combattuto terribili democani. Questa volta però, avrebbero usato qurl pullman come mezzo per combattere un altro tipo di demoni, o meglio, per scapparne.

Quello era il posto dove si erano innamorati. Dove i loro cuori si erano parlati per la prima volta. E quello, era anche il posto dove avrebbero dormito stanotte.

Entrarono e si sistemarono negli ultimi posti, cinque di fila.
Erano abbracciati, lei con la testa sul sul petto e lui che si rigirava le sue ciocche rosse tra le dita. Le loro anime erano intrecciate come corde di violini che formano perfette trecce.

Erano in uno stato di calma che per quanto sia rilassante non ti farà mai chiudere gli occhi, poiché la voglia di vedere come finisce bruciava più forte di quella di addormentarsi.

<<Max, secondo te siamo una semiretta?>> disse il ragazzo guardando in basso così che i suoi occhi si incatenassero a quelli dell'amata.
<<Lucas, hai visto i miei voti in matematica!>>
rise lei, non sapendo se prenderlo sul serio.
<<Siamo una cosa che non è iniziata subito, ma non finirà mai?>>
Dopo un interminabile secondo, la risposta fu inaspettata, per la seconda volta quella sera.
<<Lo sai cos'è l'infinito?>>
Lui la guardò. Era così bella. Era lei l'infinito. Il suo piccolo infinito. Come il cielo, che a guardarlo sembra limitato. Ed infatti il cielo lo è, ma è quello che ha dentro ad essere illimitato. Le illimitate possibilità dell'universo sono indescrivibili in un pezzo di vita piccolo come il cielo. Max era così. Era una galassia di cui vedi solo un rettangolo viola, ma ha dentro infinite stelle, infinita materia, infinita luce, infinite esplosioni e continui cambiamenti.

<<Vedo che per una volta, Sinclair non sa la risposta. L'infinito è cambiamento. Abbiamo spesso quest'idea dell'immutabile infinito, una cosa gigantesca ed immobile. Ma non è così. Ad esempio, io sono infinita, solo che cambia la mia forma. Ora sono una persona viva, un tempo ero un insieme di cellule che cercavano di formarsi, un giorno sarò cenere e poi chissà quanti viaggi farò. Ma esisterò sempre. Così come il nostro amore. È nato come un interesse, è cresciuto ad amicizia, si è evoluto, come una di quelle strane scimmie inquietanti del libro di scienze, in amore. Forse un giorno sarà odio, magari ci allontaneremo, ma non finiremo mai. Quest'amore è infinito, perché non c'è limite al casino che provo quando le mie labbra toccano le tue.>>

<<Allora facciamo un po' di casino>> disse Lucas, prima di chinarsi per baciarla. Fu un bacio piuttosto lungo, e dopo questo si addormentarono entrambi, insieme, felici.

Le loro anime erano galassie, essenze fluide fatte di buio, molecole di incantesimi e cellule di miracoli.
Le emozioni erano le loro stelle, formavano disegni mutevoli nella volta dei loro pensieri fuggenti, scintille che si illuminavano come fiammiferi solo se strofinate.
Ora, brillavano. Ora, li, l'uno stretto all'altra, a condividere lo stesso battito del cuore, le loro stelle infuocavano di amore. Finalmente, Max era a casa.

Pastelli. ~BylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora