↬primo livello.

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Dustin tirò una palla di neve. Lucas rispose, Max rise. Mike era là, con loro, ma non faceva altro che pensare a Will. Con la testa era a casa Byers, immaginando cosa stesse succedendo ora. Si sentiva in colpa per averlo fatto cadere, ed averlo fatto ammalare, soprattutto dopo gli avvenimenti dell'anno scorso. Certo però, che per Wheeler era stato un momento bellissimo. Cazzo se lo era stato.

Quando fu passato abbastanza tempo perché nessuno sospettasse nulla, Mike disse ai suoi amici di dover fare delle cose e tornò a casa.
Ci arrivò in bicicletta, con il vento che gli sferzava il viso e i piedi distrutti dal freddo e dalla fatica. Gli alberi e le case gli passavano vicini correndo. L'unico pensiero inchiodato in testa rimaneva Will. Chiunque altro non si sarebbe preoccupato così tanto, ma dopo tutto quello che era successo era piuttosto normale preoccuparsi, pensò Mike. Una volta arrivato, Karen gli domandò come mai così presto, e lui disse solo che i piani erano cambiati. Si cambiò in fretta e furia come fosse in ritardo per chissà che cosa, e come al solito quando una situazione va' male, arrivò qualcosa a peggiorarla.

Il telefono squillò, e senza farvi troppo caso il giovane Wheeler sollevò la cornetta.
<<Mike? Pronto?>> disse una voce dall'altro capo del telefono.
<<Chi parla?>> rispose lui.
<<Sciocco sono io, Undi. Ci vediamo da me questo pomeriggio?>>
Mike alzò gli occhi e disse:
<<No, non posso.>>
<<Che cosa? Che devi fare?>>
Che rottura.
<<Delle cose okay? Non sono affari tuoi. Però vediamoci domani per favore.>>
Undici sospirò, pronunciò un lieve e poco convinto "D'accordo" e il suono successivo fu il beep beep di una cornetta che viene riagganciata. In realtà ne era sollevato.

Riprese la bici e lo zaino oltrepassando sua madre che puliva e incalzò la via che lo avrebbe portato a casa Byers. Una volta lì trovo la porta d'ingresso socchiusa. La aprì leggermente trovando Joyce che lavava i piatti in cucina. Lei sentii il cigolio e si voltò con uno scatto, mutando la sua espressione da preoccupata a sorridente in pochissimo.
<<Mike! Entra pure caro, cerchi Will?>> disse la donna con voce dolce, appena realizzò chi fosse.
<<Si, in realtà io...si.>> farfugliò Mike.
perché sono in ansia?
Joyce gli fece segno con un braccio di andare nella sua stanza, dicendo: <<Credo che stia dormendo, ma puoi svegliarlo>>.

Wheeler annuì. Aprì molto lentamente la porta scricchiolante ed entrò a passo felpato nella stanzetta. Amava quella camera. Avrebbe voluto dormire lì ogni singolo giorno della sua vita. Da un lato era perché odiava casa sua, dall'altro era perché quel luogo sapeva di Will, il suo luogo preferito al mondo, il suo posto felice. Era incredibile come la felicità potesse portare il nome di una persona.

Vide il piccolo Byers steso nel suo letto con gli occhi chiusi, le guance chiare e le labbra rosee. Davvero bellissimo. Non se la sentiva di svegliarlo, ma nemmeno di lasciarlo da solo dopo tutto quello che era successo, così si sedette sul suo letto di fianco a lui, al livello del suo bacino. Non sapeva esattamente che fare, ma provava una forte attrazione verso di lui, forse anche più del solito. Avrebbe voluto baciarlo. Avrebbe voluto baciarlo a lungo, abbracciato a lui sotto quella coperta di lana e continuare fino a che non gli mancasse il respiro.

Pensò questo, e poi si sentì male per averlo fatto. Lui era un ragazzo. Un maschio. Come avrebbe potuto? Sapeva che non avrebbe dovuto pensare queste cose. Avrebbe dovuto innamorarsi di una ragazza come Undi, mettere su famiglia e fare figli. A volte si chiedeva perchè non poteva essere così. Ormai aveva capito da tempo che stare con lei era solo mentire a sè stesso. E per questo avevo deciso, che domani l'avrebbe lasciata.

Era terribile quella sensazione del voler fare qualcosa intensamente ma non poterlo fare, o semplicemente non avere il coraggio di farlo. Coraggio. Ecco che si ripresentava: il coraggio, fardello di Michael Wheeler. Tornava a farlo star male, il non essere abbastanza coraggioso, come una palla in continuo rimbalzo contro la parete di cartongesso, che pallonata a pallonata si forerà.

Pastelli. ~BylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora