Indovinate che giorno era.
Per le strade di Hawkins, uomini in bicicletta giravano con scatole di cioccolatini nel cestino, chi contento, chi stressato. Un evidente stato di nervosismo quasi febbrile, che prendeva talvolta le vesti dell'eccitazione e talvolta quelle della paura, pervadeva la città. Se aveste avuto un amico fioraio, per tutti i soldi che si sarebbe fatto quel pomeriggio avreste addirittura potuto chiedergli di offrirvi la cena, quella sera.
Dalle finestre avreste potuto notare donne apprensive con una mano già sul telefono, e, solo se dotati di estrema attenzione, i loro occhi languidi negli spioncini delle porte.Ci sono momenti nella vita in cui si torna bambini. Sapete, l'essere umano cresce a strati. Ora tu hai 14 anni, ma sotto sotto, dentro di te, c'è uno strato che ne ha 13 e uno che ne ha 12 e uno che ne ha 7 e uno che ne ha 5. Come le cipolle. Ogni strato di noi serve a qualcosa, ci comunica i suoi bisogni e talvolta, perché no, ci dà pure consigli. E se Will Byers non fosse stato un ragazzino tanto strano da notare tutto ciò che lo circondava, non si sarebbe nemmeno accorto degli occhi da bambini che stavano su teste da adulti, quel giorno.
"Aspetta, che giorno è oggi?" pensò mentre lasciava la bicicletta nel parcheggio della scuola. Corse in classe velocemente, salutò Mr Clark, mise due mani sul manco di Dustin e domandò, con preoccupazione <<Dustin, che giorno è oggi?>>.
Ma sicuramente voi avrete indovinato ben prima che Dustin potesse controllare il proprio diario. Era San Valentino.Will si mise due mani sulla bocca, sgranò gli occhi e andò a sedersi al banco. E se Mike gli avesse fatto un regalo, cosa che lui aveva dimenticato di fare? E se fossero usciti e qualcuno li avesse scoperti? E se nemmeno Mike si fosse ricordato del giorno? E se lui non volesse festeggiarlo?
Un'idea rompe le sue preoccupazioni come un raggio di sole taglia le nuvole.
Dopo tutto quello che avevano passato, nonostante tutto quello che avevano passato, era il momento di godersi un po' di felicità. Will avrebbe portato Mike in un luogo speciale, uno dove sarebbero stati soli, e gli avrebbe dato un regalo speciale, niente di troppo appariscente e costoso.Mike arrivò in classe, e appena fu sulla porta, per poco non fu tramortito da Max e Lucas che tornavano correndo da una delle loro scappatine romantiche. Appena si fu ripreso e i tre riuscirono miracolosamente a passare tutti dalla stessa porta senza ferirsi, il suo sguardo cadde subito sul banco di Will. <<Hey>> gli disse, comunicando in un linguaggio segreto più con gli occhi che con le labbra.
<<Buongiorno>> rispose Byers col sorriso di chi nascondeva qualcosa.Appena la scuola finì, Will camminò di fretta lungo il corridoio col pensiero di chiamare Mike appena giunto a casa. Ma quando provò ad aprire il lucchetto della sua bici, si accorse che la chiave continuava a rimanere incastrata. Si stava arrabbiando, ma una mano calma si posò sulla sua in fermento.
Will si voltò, ritrovando il proprio viso vicinissimo a quello dell'innamorato. I suoi capelli neri erano leggermente spostati dal vento e i suoi occhi brillavano nella luce del mattino. <<Sai che giorno è oggi?- staccò la chiave dal lucchetto, scostò la mano di Will e la reinserì, riuscendo ad aprirlo. -È San Valentino.>>
Si guardò intorno, e appena appurato che non ci fosse nessuno attorno, gli appioppò un veloce bacetto sulle labbra.<<Ed io ho un'idea su come passarlo>> rispose Will.
Verso sera, Will e la sua bici erano sul
portico di Mike. Le prime stelle della sera combattevano per brillare e i colori del tramonto stavano intenerendo il cielo pallido, facendolo arrossire.Ma anche il viso di Will arrossì, quando il suo innamorato aprì la porta con dei fiori in mano.
<<Non dovevi...- il ragazzo guardava in basso e sorrideva. - Ma anch'io ho qualcosa per te. Ora andiamo, ti mostrerò tutto dopo!>>Salirono in bici, e fu Mike a dover seguire Will verso la destinazione misteriosa.
L'erba cresceva rada in quel parco. Il sole si nascondeva sempre più al suo livello, disegnando aloni rosei attorno a ogni filo d'erba e ai sassi e alla sabbia che vi era attorno. Il silenzio totale, quasi spiazzante in una cittadina come Hawkins, regnava su quel posto. Era un silenzio astrale, come quello che sentireste viaggiando tra le stelle della galassia. Ma, per un ascoltatore attento, c'era un solo, sottile, suono continuo, a dipingerlo come una linea leggera che veniva tracciata su un foglio bianco. Il rumore metallico di due altalene, nell'asilo dove si erano conosciuti.
<<Ma è...>> Mike appoggiò la bici ad un albero, e appena realizzato che cosa fosse quel luogo rimase a bocca aperta. Non lo vedeva da anni. Quasi automaticamente, si avvicinò a Will e strinse la sua mano.
<<Esatto.-gliela strinse più forte.>>Si sedettero sulle altalene mentre la collina affondava nel rosso.
<<Sai Mike, io penso che ognuno abbia il proprio inferno ed il proprio paradiso. Non facciamo altro che camminarci in mezzo. E volevo dirti grazie, per essere il mio paradiso.>>
Wheeler sorrise. Fu lo stesso sorriso di quando si sedette li, per la prima volta, e capì di aver trovato un amico. Quando capì che non sarebbe più stato solo. Mai più. Mai più, da quel giorno d'autunno, i due si erano separati.Girandosi lentamente verso di lui, Will estrasse qualcosa dalla tasca e lo porse all'amato. Una collana con uno smeraldo. <<Questo...è per tenerci legati. Per ricordarmi che anche quando sono all'inferno, ho un paradiso in cui tornare.>> Si mise una mano sotto al maglioncino passando dal collo, e ne uscì con un gioiello identico. Lui lo stava già indossando. Aspettava solo di poter dare a Mike l'altra metà.
Mike parve commosso e ringraziò, legandosi subito il cordino al collo. Rialzò la testa con uno sguardo furbo e dichiarò:
<<Quello che non sai, Will, è che anche io avevo un piano per oggi. Tutto questo è molto romantico, ma abbiamo ancora qualcosa da fare. A casa mia c'è una scatola. Ci lasceremo dentro tutte le nostre cose: i nostri diari personali e quello che teniamo insieme, i tuoi pastelli, i disegni, e qualsiasi cosa ci leghi. Poi, la metteremo in biblioteca, nella nostra biblioteca, e quando saremo adulti potremmo ritrovarla. Cosa ne pensi?>>I due si abbracciarono. Ora erano felici. Non avevano esattamente tutto ciò che avrebbero sempre voluto: i problemi c'erano e le loro famiglie rimanevano le stesse. Ma ora, ora che erano insieme, niente di tutto questo importava più. Ora, c'erano Will e Mike. Mike per Will, e Will per Mike. E nient'altro avrebbe più avuto importanza.
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Pastelli. ~Byler
Fanfiction"Un pastello non si rompe mai davvero, perché anche se è spezzato in due, caduto al suolo, può ancora fare i disegni più belli del mondo. E poi, due pastelli dello stesso colore, entrambi spezzati, possono ricostruirsi a vicenda." -tratto dal capito...