Will correva per raggiungere il portone scolastico sapendo che la campanella era già suonata. Volse una rapida occhiata all'orologio: 7.41. Quando arrivò nel corridoio smise di correre e si sistemò i capelli ed il maglioncino. Sapeva cosa lo aspettava oltre quella porta, o meglio chi. La persona al quale pensava ogni sera e che vedeva ogni mattina. Colui al quale non aveva il coraggio di dire cosa provava. Colui che non avrebbe mai potuto essere raggiunto.
Spalancò la porta e Mr. Clark lo salutò. Will gli sorrise per gentilezza.
Gli piaceva quell'uomo, lo ammirava molto. Ma mai quanto ammirasse sua madre, che gli venne in mente in quel momento, come il primo fiocco di neve che propensa una valanga. La ammirava per la sua forza, per aver sempre tentato di rendere felice lui e suo fratello anche quando lei non lo era. La ammirava per essere uscita dalla relazione tossica che aveva con suo padre, e per aver sempre colmato i fossi che lui creava nel cuore dei figli. Per averlo fatto sentire giusto, e normale. Per aver combattuto per loro, per la sua famiglia.
I suoi pensieri furono interrotti da quel sorriso, accompagnato da quel maglioncino a righe grigie e quegli occhi castani, quella pelle pallida e quel caschetto corvino. Perché quel meraviglioso viso stava sorridendo? Perché Will era entrato o perché pensava alla sua ragazza? Si, sicuramente era per la sua ragazza.
Ogni tanto, Will si ritrovava a pensare cose che non diceva, e che mai avrebbe detto. O almeno questo credeva. Quel giorno, il primo di questi pensieri fu piuttosto negativo.
Forse sono diverso. Forse sono sbagliato. Forse dovrei trovare una ragazza e pomiciarla tutto il giorno, dovrei uscire più spesso e dovrei ribellarmi ai lavori di casa. Forse dovrei fare queste cose. Ma di sicuro, dovrei smettere di pensare tutto il fottuto giorno a Michael Wheeler. Vorrei farlo, eccome se vorrei. Vorrei fare un test non pensando a come andrà lui, vorrei addormentarmi senza desiderarlo vicino a me, vorrei smettere di sperare che lasci Undici, vorrei. Ma non ci riesco.
Camminando vicino al banco di Mike andò a sbattere contro il suo astuccio e lo fece cadere senza accorgersene. Lo sentì dire ridendo <<che idiota sei, Byers>> e così protamente Will rispose sussurrando, eppure sorridendo; <<zitto Wheeler, lo só che mi adori>>. Non seppe neanche lui da dove venne tutto questo coraggio, forse era causata dall'interruzione del flusso dei suoi pensieri. Wheeler lo guardo con la bocca semi aperta per solo qualche secondo, ma Will lo notò. Notava ogni cosa che Mike faceva, ma ne capiva solo la metà. Cosa stava pensando? Non sorrideva, e aveva gli occhi molto aperti, come avesse visto un fantasma. Subito quell'espressione come sorpresa si tramutò in una risata nervosa. Questo Will non lo capì, ma quella era l'espressione che Mike faceva quando veniva colto sul fatto.
Le lezioni proseguirono normalmente. Alla ricreazione Dustin si recò verso il banco di Will ed i due chiacchierarono di fumetti. Il ricciolino esordì <<Sai, dovresti proprio venire da me il prossimo venerdì>> <<Accetto di buon grado, gentil mio bardo>> rise il piccolo Byers. La loro differenza di altezza era quasi imbarazzante, sentenziò nella sua testa. Prima ancora che Dustin potesse rispondere alla battuta di Will, subito Mike arrivò correndo, posizionandosi rapidamente vicino al più basso del gruppo.
Le loro mani si toccarono.
Mi ha sfiorato la mano con la sua.
Mi ha sfiorato la mano con la sua.
Tutto era immobile nella testa di Will.
Se ne è accorto? È stato così bello. Quella mano. Vorrei tenerla per sempre nelle mie.. Avrei voluto prenderla stretta e non lasciarla mai più andare. Lo avrà fatto apposta? Oh basta farti film mentali.Alla fine era solo una mano, e quello era solo un tocco.
Ma quella era la sua mano, e quello era il suo tocco.<<Dovrei venire anche io. Sapete per..-si interruppe guardandosi intorno con aria ansiosa- perché altrimenti dovrò fare da babysitter ad Holly!>>
<<oh Mikey, pensavo dovessi uscire con Undici!! aMoRe MiO mI MaNcHi!1!1!>>disse Dustin prendendo Mike in giro. Nella sua opinione, Undici si comportava spesso in modo imbarazzante con Mike. Anche davanti al resto del gruppo, come aveva appena citato Dustin. A lui non sarebbe mai piaciuta una ragazza simile.Dopo la battuta, Dustin rise sul serio. Will rise per finta. Mike non rise proprio. Quest'ultimo corse via dicendo "devo andare in bagno" e lasciando che le sue parole si dissolvessero dietro di lui. Poco dopo arrivarono Lucas e Max, emozionati perché stava nevicando. Insieme decisero che dopo la scuola avrebbero giocato sulla neve anziché recarsi all'arcade come pianificato. La campanella suonò, e tutti tornarono ai loro banchi.
La lezione di economia domestica era davvero noiosa, quindi Will, senza nemmeno accorgersene, inizio a viaggiare nei suoi pensieri tentando di districare i rovi che li avvolgevano.
Sei sicuro di amarlo? Cioè magari è solo quello che si prova quando hai un amico del quale puoi davvero fidarti. Sento di potergli dire tutto, non era mai successo con nessun altro. Non mi sento strano, non mi sento fuori luogo, e non mi sento disadattato. Mi sento solo speciale e mi sento solo me stesso. D'accordo, penso che questo sia amore. Qualcuno con il quale mi sento bene, qualcuno con il quale non devo avere limiti, qualcuno del quale non temo l' opinione perché so che mi accetterà comunque, qualcuno con il quale potrei stare tutta un'ora, tutto il giorno o tutta una vita e non me ne stancherei mai anzi ne vorrei di più, qualcuno con il quale stando insieme avrei sempre il sorriso sul viso. Qualcuno che potrei associare alla parola felicità.
Mike era la sua matita 2H. Quella così sottile e delicata che usandola non hai paura perché andrai a colpo sicuro e potrai cancellare ogni volta che desideri. Quella con la punta fragile. Quella che lascia il segno. Quella che però è rara nei negozi ed è difficile da trovare, quella che anche se ti senti bene ad usare hai comunque paura di stracciare l'intero foglio con una sola mossa sbagliata. È forse una contraddizione? Lo è, ma esprime solo il casino che Will aveva in testa pensandolo.
STAI LEGGENDO
Pastelli. ~Byler
Fanfiction"Un pastello non si rompe mai davvero, perché anche se è spezzato in due, caduto al suolo, può ancora fare i disegni più belli del mondo. E poi, due pastelli dello stesso colore, entrambi spezzati, possono ricostruirsi a vicenda." -tratto dal capito...